LIMBO...la tre giorni di San Siro! (4, 5 e 8 luglio 2003)
Se mi piacerebbe dare un resoconto dettagliato ben suddiviso per giorni e momenti del tipo 8 luglio 2003 dalle ore 6.00am alle 1.00am (il mio concerto)? Sì! Ma è impossibile.
Ho vissuto sensazioni troppo forti. Il tempo e lo spazio e il mondo intorno hanno girato vorticosamente per una settimana rendendo importante solo Vasco. A vederlo ora sembra un limbo morbido, morbido come la gomma.
Abbiamo sfogato tutta l’adrenalina che ogni tanto, da sei mesi a questa parte, ci elettrizzava. Pensando all’evento. Cantando.
Difficile razionalizzare, quindi quel che posso dirvi è questo:
"La prima cosa che mi viene in mente se ripenso alle tre serate milanesi è che “tutto è finito”, io sono qui, solo, e dopo aver vissuto così intensamente la felicità poi c’è quel momento che rimani distrutto, pieno di lacrime come uno di quei boccali di birra che non riescono a contenerla; e allora ne bevo, ma esagero e finisce che il mio motore interno è segnato, io sono intatto e a casa, ma senza le dinamiche ben chiare in testa.
Lo stadio è deserto e la musica rimbomba, questo è il primo grande evento della tre giorni: siamo alle prove, i musicisti sono sul palco, tutti pronti. Il Lupo Maremmano (Andrea Rocchetti) alle tastiere, Il grande e grosso Mike Baird (batterista), Solieri (alla chitarra), Stef Burns (chitarista), la Ferrari del rock (Clara Moroni, vocalist) “allontanata” dal Biondino Andrea Innesto (sassofonista), Frank Nemola e il mitico Gallo (Caudio Golinelli, basssta). Diego Spagnoli (speaker presentatore) è indaffaratissimo. Ma ci siamo tutti? Dalla tribuna stampa spunta Vasco che attraversa il prato sorridendo, indossa dei jeans e una camicia dello stesso tessuto, classici stivali sempre diversi da un milione di dollari, magliettina rossa in tinta con i colori del palco, e...come un vestito, Roccia (bodyguard) al suo fianco che lo sprona come se fosse un bambino a salire sul palco. Punta il dito e ci tiene lontano ma Vasco si lascia distrarre, avvicinare e baciare. E poi è lì sul palco a regalarci un sound check storico, da batticuore. E noi ci immaginiamo come sarà domani che non sarà così.
Oggi il prato è tutto per noi e possiamo ballare, lo stadio è nostro, di pochissimi eletti. Stiamo volando, ci sbucciamo le ginocchia correndo e saltando e nemmeno ce ne accorgiamo. Grazie Vasco, ci rendi più belli, e il nostro applauso è così sentito da contagiare anche chi è lì appollaiato alla “transenna in trans”, la gente al loro posto schiacciata pressata e sudata, con questa immagine, vedendo tutto lo spazio di quella transenna, ci si sente quasi soli...che bello, che bella storia!
Finiscono le prove, fuori dallo stadio è silenzio e noi abbiamo bisogno di un aperitivo...
Arriva l'8 luglio: "Il mio concerto".
Vasco è in camerino e “CI SENTE”...chissà cosa sente!!!
La mia attesa interminanbile dalle prime luci dell'alba (6.00)
L'attesa durante il giorno sotto il sole cocente e l'umidità afosa della Milano perbene...
Le 7.00, le 8.00, le 9.00, le 10.00 ... il caldo ci lessa ma le docce improvvisate ad acqua minerali sono necesasrie per placare l'arasura; poi arrivano le 15.30, aprono i cancelli. Un spingi, spingi generale e un fuggi fuggi per arrivare lì, per il posto sperato e conquistato: la prima fila!
Arrivato, ti giri intorno e San Siro fino a sera si riempie calmo calmo e si riempie... 80.000 spettatori tutti per LUI (10.000 senza biglietto che urlano da fuori nella speranza anche loro di poter vederlo).
Ci sono tanti bimbi, mamme, fratelli minori e cugine. Le generazioni al completo: papà e figlio al seguito di chi ha segnato per loro la passione del mito che da quasi 30 anni accompagna il rock italiano.
Insomma tutto normale per un concerto di Vasco. Io mi sento nervoso, ho la pelle d’oca. E allora via, insomma che inizi ’sto show. Splendido da un angolo spunta fuori e quando dice “che mi spoglio” sottolinea così tanto la esse rispetto alla versione originale che mi fa impazzire (la prima canzone "Credi Davvero") e via subito anche con la seconda ("Asilo Republic"); presto arriverà anche “Splendida Giornata”, stravissuta...stracantata. Due chicche, è tutto perfetto. E “Se è Vero o No”...ma è proprio vero...la sta cantando! Con “Ti Prendo e Ti Porto Via” arriva ancora più pubblico, un po’ in ritardo ma cantano tutti, proprio tutti, e ballano, soprattutto BALLIAMO. La maggior parte di loro risponde bene alle ultime canzoni: “Rewind” “Siamo Soli” e magari davanti alle storiche “Fegato Fegato Spappolato” e “Una Canzone Per Te” rimangono un po’ così, o comunque sbagliano.
Ma chissenefrega sbaglio anche io per la tanta adrenalina e voglia di spingere lui al meglio, e soprattutto sbaglia anche Vasco, rendendo unica quella versione, ancora più particolare...da COLLEZIONARE!
Dovrebbe andare meno in paranoia, ho letto da qualche parte che prima dei concerti sogna spesso di sbagliare le canzoni o non ricordarsi la scaletta. Beh...perché si comprenda l’unicità bisogna citare il momento iniziale di “Non Appari Mai”, lui attacca ma non è convinto e la voce non esce fuori decisa, poi si rende conto e dice...“non ci sono”, il Gallo fa un altro paio di giri di basso ed eccolo stavolta pronto a partire. Vasco riesce a fare tenerezza sempre, sentimento fortissimo che ispira a chi conosce bene il suo modo di muoversi sul palco. Si ferma e si appoggia all’asta del microfono, canta “Ogni Volta” , “Vita Spericolata”, Siamo Solo Noi” come le cantava allora (vecchie performance fatte nell'olimpo SanSiro). Lo guardo sul maxi-schermo mentre parla a “Toffee”, lo vedo lì, seduto tranquillo davanti alla batteria, con lo sguardo felice, e le lucine dei nostri accendini si riflettono tutte nel suo sguardo chiaro, semplice, vero...vorrei sedermi, “accoccolarmi” anch’io su quei gradini accanto a lui...lo amiamo davvero, ha delle camice fantastiche, però in giro si parla più delle MAGLIETTE.
Durante “Liberi Liberi” veniamo illuminati, l’emozione si fa sentire più forti, per chi come me lo ama da lunghi anni, mi guardo indietro, vedo una ragazza che urla e che piange, io piango, come ho pianto ascoltando e cantando col cuore a squarcia gola "Vivere", ovvero si sfoga...e dopo starà meglio. Arrivano “Generale”, “Stupendo”...eh sì, siamo qui pigiati come conigli, noi stretti su un treno, Vasco sulla sua nave: "oh Capitano mi vedi? Sono qui in prima fila, viaggiamo insieme, ci viene il vomito per tutta la merda che c’è fuori da questa notte, perché non ci crediamo mai che “è la vita ed è ora che cresci”, e vogliamo continuare a ballare da soli su un prato". Vecchia storia che ai concerti di Vasco si piange...E lui “esorcizza” e ci prende in giro: la sua nuova inedita “Rock’n’Roll Show”, bella, nuova, ballbile, scritta 20 minuti prima di questo evento, come lui dice, e lui cambia la versione ogni sera: in “pratica dai”, “in fondo lo sai”, “in pratica sai”...
E infine Vasco lo fa: RINGRAZIA, ringrazia noi, ringrazia il suo popolo, con tutti quelli VERI che hanno contribuito a dar vita all’evento, partendo dagli avvocati, passando per noi ed arrivando ai facchini. Fondamentalmente resta il fatto che non ci sarebbe stato evento, se il cielo non c’avesse dato Vasco: "Praticamente Perfetto".
Eccola lì, infine, ALBACHIARA. Canzone fanalino di coda dei suoi concerti, ma una grandissima interpretazione sempre. NOI ancora con gli ultimi fiati in gola lo sosteniamo: "Respiri piano per non far rumore...", respiriamo per TE che ci fai pensare che "La vita è un brivido che vola via!". Dopo questa esplode tutta l'euforia e una nuvola di coriandoli invade SanSiro, esplosi dal palco, esplosi dalla nave.
VASCO CI HAI FATTO SOGNARE ANCORA UNA VOLTA. SIAMO SOLO NOI!
La vita è un brivido che vola via ... è tutto un equilibrio sopra la follia!
!cCIAOo! 83LL1 by sKyLe
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