«Neverland era una cosa viva che richiedeva la sua presenza, che sentiva la sua mancanza. Aveva bisogno del suo tocco, del suo calore e dei suoi pensieri.
La sua visione era il nostro scopo e la nostra missione. Lui era il battito del cuore di Neverland, e dentro di essa ci ha fatto respirare vita».
- Violet Gaitan-Silva, bodyguard di Michael Jackson.
Il
Neverland Ranch di Michael Jackson è stato venduto per
22 milioni di dollari al miliardario
Ron Burkle, un tempo
socio del Re del Pop e co-fondatore della società d'investimenti Yucaipa Companies.
La proprietà era stata messa in vendita nel 2015 dalla Colony Capital per l'astronomica cifra di 100 milioni di dollari, subendo negli anni svariati livellamenti di prezzo (l'ultimo prezzo ufficiale, risalente al 2019, era stato fissato a 31 milioni).
Originariamente denominata
Sycamore Valley dal suo costruttore William Bone, Neverland era stata acquistata da Jackson nel 1988, dopo che cinque anni prima vi aveva soggiornato per qualche giorno insieme al collega Paul McCartney, col quale nelle vicinanze stava girando il videoclip della canzone
Say Say Say.
In quel luogo incantato - proiezione fisica del suo meraviglioso e complesso mondo interiore -
Michael vi abitò fino alla seconda metà del 2005; quando, sommerso dai debiti e devastato da quello che fu definito il "Processo del Secolo", decise di abbandonarlo e di trasferirsi temporaneamente in Bahrein.
A questo proposito, riferendosi in particolare all’
irruzione della polizia immediatamente successiva alle accuse, MJ dichiarò:
«La mia stanza è un completo relitto. Non si può neanche salire su per le scale che portano al mio letto. La camera è completamente devastata.
C'erano 80 poliziotti in questa stanza, 80 poliziotti in una camera da letto. Tutto ciò è davvero esagerato. Hanno preso i coltelli e tagliato i miei materassi.
Io non vivrò mai più lì. Visiterò soltanto Neverland. È un'abitazione ora, non più la mia casa. La visiterò soltanto».
Ma come fece Neverland a passare, di fatto, dalle mani di Michael Jackson a quelle di una società d'investimenti come la
Colony Capital, esecutrice materiale della vendita?
Tutto accadde nel
2008, quando il
Re del Pop, a causa della sua critica situazione finanziaria,
sottoscrisse con la Colony Capital una joint venture (vale a dire un
contratto col quale due o più imprese si accordano per collaborare al fine dell'esecuzione di un determinato progetto), che prese il nome di
Sycamore Valley Ranch.
Secondo quanto riportato dai documenti ufficiali, l'obiettivo della joint venture tra MJ e Colony era quello di
«possedere, gestire, riposizionare e vendere Neverland».
Come da contratto, Colony controllava la joint venture, mentre
Michael ricopriva una posizione di consulente.
Il piano di entrambe le parti era quello di
vendere Neverland entro 12 mesi, e la decisione di metterla sul mercato sarebbe spettata esclusivamente alla Colony.
Il ruolo di MJ, anche per quanto concerneva la vendita, era infatti limitato a quello di consulente.
In poche parole, Colony Capital avrebbe potuto procedere alla vendita di Neverland per un valore equo di mercato senza l'approvazione di Michael, il quale avrebbe beneficiato solo del diritto a una prima offerta (ROFO - right of first offer), ma a condizioni particolarmente svantaggiose.
Dunque, per quanto la cosa possa sorprendere molti,
ciò che è avvenuto oggi non è altro che l’epilogo di un processo di riposizionamento immobiliare durato per ben dodici anni, fin da quando Michael era in vita.
La speranza è che il nuovo proprietario porti il rispetto dovuto a quel luogo magico che rappresentò un sogno per Michael e una speranza di guarigione per migliaia di bambini nel mondo.
Perché
Neverland, dal 2005, sarà anche diventata un’abitazione… ma per noi rimarrà sempre la SUA casa.
_______________________________________
A cura di Vincenzo Compierchio per il Michael Jackson FanSquare.