Bryen Caron ad Approdo

Giorno 1, Mattino.

Bryen Caron stava avanzando versola strada del Re. Man mano che si avvicinava alla capitale vedeva ai bordi della via delle piccole tendopoli improvvisate, sintomo che molta gente con le voci di guerra nei fiumi cercava rifugio entro le mura della capitale. Il suo compagno di viaggio avanzava dietro di lui, era una persona piacevole ma lo odiava e per di più aveva fretta di arrivare a destinazione e liberarsi di quello che definiva un assassino.
Quando arrivarono in vista della Porta del Drago ebbero un amara sorpresa o almeno la ebbe Bryen. Alla città era interdetto ogni accesso a meno che si fosse residenti o si avesse un attività. L'esattore fece vedere il suo incarico e la guardia era disposta a farlo entrare, ma senza Bryen poichè non era nei registri.

Bryen teneva ben salde le redini del cavallo sul quale era stata assicurata l'armatura del cavaliere misterioso, che ora era coperta sotto una sgualcita.
Fissò Yur negli occhi come a lasciare intendere che certo lui sarebbe entrato, ma che fino a prova contraria ora l'armatura era sua.
"Beh, io lavoro per lui, e avendo lui un'attività possiamo sostenere che essendo al suo soldo faccio parte della sua attività, la mia assenza nei registri è data dal fatto che ho iniziato a lavorare per l'esattore una volta che lui aveva già lasciato la città."

Yur fece una smorfia. "Siete incredibile. Ora datemi il cavallo con l'armatura che trasporta, merce regolarmente descritta nei registri. Io entro, voi aspettate qui è vedrò di farvi entrare con un permesso speciale. Ma vi prego, non fate stupidaggini e fidatevi di me". Disse allungando le mani alle briglie del cavallo con Sopra l'armatura e facendosi ben sentire dalle guardie.

"Grazie mille ragazzo, te ne sarò grato in eterno, ti aspetterò qui un paio d'ore poi, poi se vorrai mi accompagnerai dal fabbro a cui è stata commissionata l'armatura, il tuo cliente insomma, altrimenti mi basterà che tu mi dica qual'è la sua bottega sulla via dell'acciaio" disse a Yur senza farsi ascoltare dalle guardie.
"Potrei tenermi un gambale o uno schiniero come garanzia del vederti tornare, ma credo che mi fiderò di te."

Yur passò i cancelli con l'armatura e il cavallo mentre Bryen sta li a fissarlo.
"Beh? Levati dalle palle, fai spazio!" gli disse una guardia.

Caron passò il tempo in prossimità della porta giocherellando con Tess, ripensando agli indizi che aveva raccolto sino ad ora e ascoltando le voci di chi cercava di entrare e uscire dalla città. La maggior parte erano sfollati delle terre dei fiumi che cercavano riparo dalla guerra, una guerra che a quanto aveva capito aveva messo in ginocchio il Lord del tridente, i cui territori erano stati presi di mira da Arryn, Lannister e Greyjoy.
Di tanto in tanto notava lo sguardo che la guardia sulla porta lanciava nella sua direzione e il ghigno che gli riservava.
"sono certo che pensa che sono uno sciocco, che avrei dovuto farmi pagare il compenso dal mio padrone prima di lasciarci perché ora lui è dentro e io invece non posso entrare." pensò Caron amareggiato. "Non andrà così però."
Le due ore passarono e Caron attese l'arrivo dell'improvvisato compagno di viaggio.

La guardia vedendolo in un angolo col cane e vedendo che l'esattore non arrivava gli lanciò una voce "Ayè tu... scordatelo, ti ha piantato li col cane a contargli le pulci... fidati di me... ne ho viste di cose io qui..." scrollò la testa quasi dispiaciuto. "Cerca di arrangiarti diversamente o ci creperai li seduto!".

Caron si avvicinò alle guardie
"Credo che lo aspetterò ancora una mezz'oretta, intanto potrei chiedervi dove lavora Yur, so che approdo è una grande città, ma lui fa parte di una gilda di riscossione crediti e poi.." aggiunse sorridendo " alla fine voi avete visto la sua carta d'ingresso..."
abbassò lo sguardo per fissarsi un momento la punta dei piedi, "sapete, se non fosse stato per me non credo che sarebbe riuscito a recuperare l'armatura così facilmente, e ora voi mi dite che non vuole neppure saldare il conto. Non lo trovo affatto giusto, non è giusto che siano sempre i padroni, i superiori ad avere la meglio su chi si spacca la schiena tutto il giorno, su chi si alza all'alba e si corica ben dopo il tramonto..."

Giorno 1 mezzogiorno.

La guardia rise e poi sputò per terra. "Approdo è piena di figli di puttana, se non lo sei muori. E te mi sa che muori. Quello non torna, che cazzo ci guadagna a tornare. C'è una sola gilda di esattori in città. Ci sono più sportelli ed esattori ma tutti fanno fede alla gilda e il capo gilda è Sigurd manodoro, una vecchia con sotto due palle grosse quanto te. Ora con quello che ti ho detto ti ci pulisci il culo dato che non entrerai mai ad Approdo".

"E per curiosità dove posso trovare questa Sigurd Manodoro?" chiese Caron mentre estraeva di tasca un pergamena arrotolata.

"Sigurd Manodoro la puoi trovare o presso uno qualsiasi delle stanze della gilda degli esattori o nella sua Magione, ma li non ci entrerai mai... peggio che entrare ora ad Approdo".

Caron ringraziò ed estrasse la propria patente di segugio mostrandola alla guardia.
"Mi chiedevo se con questa poteste farmi entrare" domandò con fare riverente, ma con negli occhi una certa determinazione.

"Ah, eccone uno... sapete, è il primo che vedo e non pensavo ne venisse uno a dire il vero. Comunque questo lasciapassare non è più valido per Approdo".

Caron apparve quanto meno stupito dall'affermazione della guardia.
"Questo è senza dubbio un risvolto decisamente imprevisto." poi sorrise alle guardie "immagino che voi ora non mi fare passare, d'altro canto voi fate solo il vostro dovere.Arrivederci signore e buona giornata."
Così dicendo si allontanò risalendo la colonna delle persone che apettavano di entrare dalla porta del drago. Superò mendicanti, superò fuggiaschi che scappavano dalla guerra, superò poveri, malati e macilenti.
Si fermò accanto ad un carro telonato carico di mercanzia, evidenetemente di proprietà di un mercante.
"Buongiorno buon uomo. posso disturbarvi nell'attesa del vostro ingresso in città? Immagino voi abbiate un lasciapassare"

"No ser mi spiace. Lascio il carro pieno all'ingresso e un uomo da dentro approdo me ne da uno vuoto. Ce lo scambiamo e io vado a fare un altro viaggio. Evitiamo spese per il lasciapassare e abbiamo lo stesso risultato".

"Un quanto mai ingenioso stratagemma, vi faccio i miei complimenti messere."
Bryen salutò l'uomo con un cenno della mano e si avviò lungo la colonna cercando un mercante, un boscaiolo, un contadino che possedesse un lasciapassare per entrare in città.

Apparentemente, su quella strada nessuno aveva un lasciapassare, alcuni avevano stratagemmi simili a quello del mercante, ma quei documenti erano più unici che rari.

Bryen si guardò in torno in cerca di prelati, di qualche accolito fatto uscire dalle mura per portare ristoro al corpo e all'anima di quella fiumana di credenti che cercavano rifugio ad Approdo.
Cercò degli uomini che con un secchio e un mestolo offrissero l'acqua alla gente in fila, qualcuno che desse assistenza ai malati, che portasse conforto a madri con figli piagnucolanti per la fame e per la fatica.
Anche delle sorelle del silezio avrebbero fatto al caso suo per quello che aveva in mente di fare.

A pochi centinaia di passi, Bryen notò un uomo calvo, senza particolari tratti distintivi che aveva un sacco con del pane ormai raffermo e un ragazzino che lo aiutava a distribuirlo tra i presenti.

"Che la madre benedica la vostra generosità" Bryen si accostò all' uomo che portava il cesto del pane.
"voi non nutrite solo i corpi di questi poveri deselitti, ma riempite anche i loro cuori di speranza, permettete." prese un pezzo di pane dal cesto e lo offrì ad una bambina dalla zazzaera castana, che rapida afferrò il tozzo di pane raffermo. "Ringrazia quest'uomo" disse Caron rivolto alla ragazza, che sorrise all'uomo del cesto e poi si allontanò, il suo posto venne rapidamente preso da un altro ragazzo paffuto che tese la mano grassottella in direzione del Lord di Canto Notturno.
Bryen si diede da fare aiutando a distribuire il pane ai supplicanti, quando orami il cesto era quasi vuoto si rivolse all'uomo. "La vostra opera è encomiabile, vorrei fare di più per questa gente...ditemi se posso esserevi d'aiuto, sono certo che due braccia forti, una mente che sa scrivere e fare di conto e un cuore misericordioso possa offrire qualcosa."

L'uomo sorrise... "Per dare pane secco a questa gente bastano un sacco, io e Jef" disse indicando il ragazzino.
"Piuttosto, ditemi voi che cosa possiamo fare noi per alleviare le vostre tribolazioni".

"Un miracolo forse?" Caron fece un sorriso amaro, "il mio desiderio come quello di tutto qui è quello di entrare entrare in città, se voi conosceste un modo per farmi diventare tanto piccolo da infilare me e la mia Tess nel vostro cesto ve ne sarei grato. Ma non credo, per quanto siate una persona di buon cuore che possiate arrivare a tanto." tese la mano e accarezzò la cagna dietro un orecchio scatenando un mugolio di piacere.
"Per entrare in città da quanto mi è stato detto dalle guardie serve un lasciapassare, un lasciapassare che io non possiedo e che sembra sia più raro della neve in estate, perciò mio buon amico, non so proprio come possiate alleviare le miei tribolazioni, ma qualunque fosse il vostro aiuto ve ne sarei eternamente grato"

Il septon scosse le mani "No no, non correte. Io non posso entrare ad Approdo. Vengo da Duskendale. Ma Jef può aiutarvi. Purtroppo per voi la cagnolina non credo possa rimanere al vostro fianco... che ne dite?".

"Non posso abbandonare il cane preferito di Robert Baratheon, non sono certo che se io gli portassi la testa di Ser Morhoggo delle Cinque Lanterne dicendogli di aver perso Tess lui sarebbe contento!"
fu il primo pensiero che attraversoò la mente di Caron, forse un pensiero esagerato, ma sicuramente un pensiero non troppo distante dalla realtà, non poteva abbandonare il cane del suo signore, ma non poteva certo perdere la sua pista, il suo unico biglietto di ingresso ad Approdo.

"Le vostre parole rallegrano il mio cuore, mi date una speranza. Sarò lieto di incontrare questo Jef, anche se mi piange il cuore abbandonare la mia compagna di viaggio." un'ombra di tristezza attraversò il viso di Bryen. "voi sicuramente nel vostro portare misericordia avrete incontrato qualcuno in possesso del lasciapassare, qualcuno in grado di portare all'interno della città la mia Tess. Qualche mercante con un grande carro, qualche contadino che rientra con le proprie merci. Vorrei che voi intercedesse per Tess per mio conto, la speranza è che grazie alla vostro contato, Jef, io possa ritrovare il cane una volta superate le mura." fece un sorriso bonario all'uomo e gli porse il guinzaglio di corda a cui era legata Tess.
Si chinò e abbraccio la cagna coccolandola sul collo, "piccola ci vediamo dentro la città, poi estrasse da tasca un piccolo quadratino di carne secca e la offrì all'animale.
"Allora posso contare su di voi? Posso abusare della vostra gentilezza ancora una volta?" chiese ancora tendendogli il guinzaglio.

"Ehi tonto!" disse il ragazzino di fianco al septon. "Sono io Jef. E il cane rimarrà qui col septon, non temere. Ora però dobbiamo andare o non entreremo più fino a domani. Sei pronto?".

"Certamente, fammi strada ragazzo"

Bryen non aveva fatto casa al nome del bambino, non era abituato a far caso al nome dei servi. Da oggi però forse ci avrebbe fatto attenzione, avrebbe fatto attenzione a chiunque gli era accanto. La sua arroganza da nobiluomo, la sua arroganza da alto lord aveva macchiato le sue mani con il sangue di un uomo innocente, la sua superbia ora gli aveva quasi fatto perdere la pista.
Umile, sarebbe dovuto diventare più umile, più umano!

Giorno 1 Mezzanotte (Background turno 6)

Jef lo portò sulla scogliera e lo guidò all'interno tramite dei cunicoli, apparentemente segreti, sotto la Fortezza Rossa.

In qualche ora e con grande attenzione, entrò in Approdo.