Darren Barbianca arriva a Salt Pans

Darren Barbianca era appena giunto a Salt Pans. Un piccolo villaggio, dominato da un castello e dotato di un piccolo porto. Niente di paragonabile ai grandi porti del sud o della capitale, ma comunque frequentato da qualcuno.

Se come pensava l'assassino era passato di qui per imbarcarsi, qualcuno lo avrebbe notato sicuramente.

Decise di presentarsi ad una delle guardie sulla va di ingresso.

"Buon uomo, mi perdoni. Il mio nome è Darren Barbabianca, e sono giunto fino a Salt Pans in qualità di Segugio di Lord Manfred. Sto indagando sulla morte del principe Raeghar, che addolora tutti i nostri cuori."

Darren mostrò anche la lettera di via, per corroborare la sua storia.

"In particolare sto seguendo le traccie di una persona che ha lasciato Harrenhal sotto mentite spoglie. Ha rubato l'identità di un popolano conosciuto come Leo Quattrodita, perché gli mancava un pollice.

Ho il sospetto che voglia imbarcarsi per l'Est, e dobbiamo impedirglielo."

"Leo era al porto ieri, voleva imbarcare della merce. Poi non vedendo una nave che gli andasse a genio è andato alla locanda, o almeno penso. In giro non l'ho più visto".

"a proposito di locanda amico mio, il prossimo boccale bevilo alla mia salute!" Disse Darren, allungando una monete alla guardia.

Subito dopo si diresse alla locanda, in cerca di Leo. Probabilmente stava aspettando una nave abbastanza robusta per attraversare il mare stretto, e avrebbe dovuto anticiparlo.

Entrò. Dentro vi erano il locandiere, una cameriera, un menestrello, due cavalieri al bancone e una decina di avventori ai tavoli.

A colpo d'occhio non vi era nessuna traccia di Leo Quattrodita.

Si diresse a colpo sicuro verso il locandiere.

"Buonasera Oste. Prenderò il pasto della casa, una birra scura e..."

disse porgendogli un nutrito pugno di monete

"e qualche informazione. Non è che ultimamente è arrivato in città qualche straniero? Sto cercando un tale Leo Quattrodita."

"Leo non è uno straniero. Sono oltre vent'anni che fa la spola tra Harrenal e qui. Ha preso una stanza ma non è ancora uscito".

"Ser perdonatemi ma il suo dito di legno l'aveva... anche se era meno loquace del solito... e onestamente io non vi conosco... lasciarvi andare in camera... mi spiace, non posso accontentarvi".

"Non c'è problema buon uomo, mi toccherà tornare con una guardia in questo caso. Leo è ricercato per un omicidio, ad Harrenal."

Detto questo, Darren scruta gli occhi del Locandiere ed accenna ad andarsene.

Il locandiere rise. "Se... come no... Leo non schiaccerebbe un tavano intento a succhiargli il sangue dal cazzo... figuriamoci un omicidio. Comunque, torna con le guardie e hai tutte le porte aperte. Anzi se vui te le mando a chiamare dal garzone".

"E digli anche di far presto. Ma sii discreto: Leo non è chi dice di essere, e non voglio allarmarlo. Inventa una scusa... Nel frattempo, teniamo d'occhio le uscite, se dovesse svignarsela."

Il locandiere fece come Darren chiese, anche se controvoglia. Quando arrivarono le guardie controllarono la carta di viaggio del Barbabianca e poi salirono alla camera. Era una camera economica, poco più di uno sgabuzzino, con una piccola finestrella protetta da un inferiata. Sul letto un cumulo di vestiti e un dito di legno.

Darren decise di investire non più di 10 minuti in cerca di indizi. Il tempo era fondamentale e Leo aveva già cambiato identità.

Scaravoltò i vestiti, controllò sotto (e dentro) al materasso, fece staccare i battiscopa e picchiò sulle assi del pavimento in cerca di nascondigli.

Nella camera non trovò nulla che potesse essere utile.

Darren seguito dalle guardie decise di interrogare il locandiere:

"Il vero Leo è morto, ho trovato il suo cadavere vecchio di giorni ad harrenal, nascosto in una fogna. L'impostore è sospettato per l'assassino del principe Raeghar, quindi non devo spiegare la gravità della situazione.

Devo sapere precisamente quando è arrivato Leo, se ha detto o fatto qualcosa di sospetto, e se è possibile che sia uscito dalla locanda prendendo l'identità di qualcun altro, una cameriera o un avventore."

Nel frattempo fece cenno a una delle guardie di avvertire i colleghi al porto, per ritardare con qualche scusa la partenza di qualsivoglia nave. Anche i cittadini in partenza via terra andavano monitorati.

Purtroppo le guardie dissero a Darren di non avere l'autorità ma soprattutto la forza di impedire la partenza di una nave dal porto. Il locandiere, dal canto suo, fu del tutto inutile fino a che disse che però Leo era giunto con carretto e cavallo.

"Presto, andiamo alla stalla! Forse il carretto ed il cavallo hanno qualche indizio utile per noi!"

Trovarono solo il carretto. Lo ispezionarono e trovarono solo un brandello di stoffa gialla in una scheggiatura laterale del legno.

Stoffa gialla... veniva forse dall'abito del fuggitivo? Darren cercò di ricordare se potesse far parte delle vesti che il finto Leo indossava durante la fuga, ma non l'aveva visto lui di persona.

Decise di recarsi al molo, per scoprire se di recente "Leo" aveva cercato un passaggio.

Trovò un gruppetto di marinai che giocava a Cyvasse sulla banchina tra due navi ormeggiate.

"Ahrr, finalmente dei veri uomini di mare!"

Sembravano soldatini spauriti, ma Darren faceva della cortesia la sua moneta di scambio principale. In fondo era gratuita.

"Mi dispiace interrompere un attimo la vostra partita, signori. Sono in cerca di un tale Leo Quattrodita, mi dicono che sia arrivato a Salt Pans poco tempo fa in cerca di un passaggio per nave.

Lo avete incrociato? Sapete dove si trova?"

"E io con chi ho l'onore di parlare?" disse uno dei giocatori, un vecchio lupo di mare.

"Marinaio, hai davanti Darren detto il Barba bianca! Se non hai sentito parlare di me, ti basti sapere che solco i mari da prima di aver smesso di bere il latte di mia madre, e che sono uomo fidato di Lord Quellon Greyjoy.

In quanto suo fido, egli mi ha appuntato come segugio di casa Greyjoy, e sto ora investigando la morte del principe Raeghar.

Leo, o chi si spaccia per lui, è il mio maggior indiziato. Cosa potete dirmi a riguardo?"

Darren mostrò anche la lettera di via, per essere certo di essere preso sul serio.

Tornato sul molo affiancato dai suoi scudieri vide lo stesso gruppo di marinai che giocava a cyvasse che aveva già interrogato prima parlare con un uomo.
“Un pirata delle Isole di Ferro” disse tra sè Stevron, e riconobbe in effetti uno degli altri Segugi che oltre a lui era stato incaricato di indagare sull’omicidio di Rhaegar.
Decise però di stare a guardare un attimo, e facendo il segno del silenzio ai suoi si nascose dietro a delle vecchie casse a pochi passi per sentire, ma comunque abbastanza distanti per non essere visti.

Il più del gruppo prese la parola. "Aye marinaio, io invece ci sono nato su una fottuta barca. Mia madre mi ha sbattuto sul ponte di una nave ed è morta. Mio padre era il capitano di quella bagnarola e io sono diventato capomastro di quella barca che vedi li. Ora che ci siamo raccontati chi cazzo siamo e cosa facciamo, torniamo al fatto che quel foglio di carta per me ha la valenza di una foglia di fico. Però Leo è un mio amico, commercia con noi da sempre. Se si è ficcato in qualche guaio mi dispiace. Però amico Leo è venuto al mole chiedendo informazioni di una nave Braavosiana, la Figlia del Titano. Solo che sono mesi che non la si vede qui a Salt Pans. Allora ha voltato e se ne è ritornato da dove è venuto". Stava finendo di parlare quando sulla tolda della nave vicino alla loro scoppiò un bel trambusto.

Il trambusto che scoppió all’improvviso fece distrarre tutti.
Anche il pirata di Ferro si giró verso l’origine di quel rumore.
Ser Stevron sguainò la sua spada e si mosse rapido.
Quel Greyjoy gli avrebbe detto quello che sapeva o sarebbe morto portando al suo Dio bagnato i propri segreti.

"Giovanotto, ti è dato di volta il cervello? Cosa credi di fare!?

Io sono qui con il permesso di casa Tully!"

Esclamò Darren, sguainando la sua spada per buona misura.

"Signori temo Ser orecchie lunghe ci stesse maldestramente spiando, e non so a voi, ma me gli spioni non piacciono!"

“Casa Tully non vi ha dato alcun permesso messere” rispose Stevron.
“Io qui vedo un pirata delle Isole di Ferro, signori. Mentre tutti voi appartenete o siete ospiti dei lord del Tridente che io rappresento.
Ho ancora quella borsa con me marinai. Forse qualcuno intende guadagnarsela”.

"Guardie, guardie!!" Urlò Darren, cercando di attirarne l'attenzione.

"Voi siete tanto scortese quanto menzognero, Ser. Io il permesso ce l'ho [sventola la lettera di via] e voi state interrompendo un'indagine ufficiale ordinata proprio ad Harrenal.

Invece non avete neanche la decenza di presentarvi prima di lanciare accuse!

Vedo che non vi fate problemi ad accusarmi di pirateria, ma io vivo seguendo le leggi del luogo che attraverso, e non ne ho infranta alcuna.