Emmerich prepara un'invasione di mammuth

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BeatAurora
00venerdì 2 novembre 2007 12:29
«Costano quanto tre Brad Pitt»



ROMA - Costa più avere un mammuth per un film che non un attore famoso. Se a dirlo è il re dei colossal catastrofici e fantascientifici, Ronald Emmerich, ci si può credere. Il regista di The Day After Tomorrow - L'alba del giorno dopo e di Indipendence Day ha presentato a Roma il suo nuovo film, 10.000 a. C., che uscirà il prossimo marzo, prodotto dalla Warner Bros. «Quanto costa il mammuth del mio film? Sicuramente quanto tre Brad Pitt», ha detto Emmerich. Questa volta il regista tedesco si è avventurato nel mondo della preistoria per raccontare la storia di un giovane cacciatore (Steven Strait) agli albori della civiltà, impegnato a salvare il suo popolo e la sua amata (Camilla Belle) dalla schiavitù alla quale sono stati costretti da una società più evoluta e feroce, costruttrice di enormi piramidi. Nel cast ha voluto mammuth digitali del tutto simili a quelli originali: alti tre piani e con zanne lunghe otto metri.

La pellicola è stata girata tra le montagne della Nuova Zelanda, in sud Africa, in Namibia, in Thailandia e negli studi inglesi per gli effetti speciali. «Non è un documentario o una lezione di storia - ha detto Emmerich - ma solo la mia personale interpretazione dello sviluppo umano». I problemi più grandi sono sorti con i mammuth. «Pensate che per un solo fotogramma - ha rivelato Emmerich - occorrono 10 ore di pre-produzione. Ciò vuol dire che per un secondo di girato ci vogliono ben 240 ore. I peli sono quelli più difficili da realizzare». Anche l'acqua ha creato non pochi grattacapi, perché sembrasse realistica. Nel cast di 10.000 a.C. le star sono solo i mammuth, nessun attore “famoso”. «Un volto noto avrebbe sminuito il valore degli altri visi», ha aggiunto il regista. Il film, ha inoltre promesso Emmerich, non avrà scene di sangue, per rispetto alla mamma che «che era arrabbiatissima quando ha visto i bagni di sangue in Universal Soldier (I nuovi eroi, 1992)».

Emmerich si sente lontano dalla politica degli Stati Uniti e in quanto regista, anche se di blockbuster, è convinto che debba prendersi «la responsabilità e dare dei segnali che possano essere utili alla gente». I suoi modelli cinematografici? «Da giovane amavo Spielberg e David Lean, ma uno dei miei eroi resta sempre Jean-Jacques Annaud», ha confessato il regista.


ilmessaggero
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