Eragon
Usa/Gran Bretagna
1h e 44'
Fantastico
Regia: Stefen Fangmeier
Anno: 2006
20th Century Fox
Uscita: 22-12-2006
Attori Protagonisti:
Edward Speleers
(Eragon)
All'inizio di tutti i tempi vennero formati i Cavalieri dei Draghi. Sotto la loro protezione vennero costruite imponenti città e la ricchezza si diffondeva nel mondo fantastico di Alagaesia, ormai in disgrazia e sotto la tirannia di Galbatorix. Un giorno il giovane Eragon trova nella foresta una liscia pietra blu che, in realtà, altro non è che un cucciolo di drago. Eragon capisce subito quale sarà il suo destino. Riuscirà il giovane a dimostrare di essere degno erede dei leggendari Cavalieri dei Draghi?
"Eragon": Non si spegne la speranza
Non un film di draghi, ma una favola natalizia in cui la protagonista è una coppia davvero inedita: lui biondo e aiutante, lei apprensiva e gelosa... e 'draga'! Nemmeno "Dragonheart" - il riferimento forse più prossimo, rispetto ai vari - aveva osato tanto, ma l'audacia è relativa. Del libro originario restano le linee principali e la conclusione, pronta per successive (una? due? ...tre?!) narrazioni, a seconda del gradimento incontrato, ma poco altro...
Emendate le eccessive violenze che potevano sconcertare pubblici di altre precedenti offerte natalizie (o 'simil') per i più giovani, si puògodere di uno strutturato gioco di ruolo, cui manca però il manuale delle istruzioni. Quello che colpisce di più infatti è la rapidità con la quale tutto viene descritto e trattato. Nei primi venti minuti abbiamo già visto tutti i personaggi principali e nemmeno a metà del film uno di loro sparisce persino di scena. La sintesi colpisce anche l'evoluzione dei due protagonisti, singolarmente e nella loro relazione, lasciando un po' perplessi e diuspiaciuti insieme dato che sono una discreta parte del prodotto finale.
Edward Speleers non fa rimpiangere la scelta di un quasi esordiente, per un ruolo che potrebbe legarlo (con i soliti rischi, per sé e per noi) a uno stereotipo, e 'Saphira' risulta ottimamente pensata e realizzata, anche nelle mutazioni, soprattutto caratteriali: forse il 'caracther' più approfondito tra tutti. Il resto del cast non fornisce sorprese - ché son tutti attori conclamati - ma forse stavolta, tra i vari Malkovich e Irons, si fa ricordare un Carlyle particolarmente espressivo, capace di dar vita a un personaggio chiave più di effetti e trucco necessari.
La parte femminile di questo universo però resta un po' nell'ombra, purtroppo, ma fu così anche per "Il Signore degli Anelli" e "Guerre Stellari" (che ben più dell'altro può vantare forti analogie a livello narrativo, presente e a venire), almeno all'inizio.
Vedremo se il successo permetterà a Fangmeier - o chi per lui - di proseguire l'opera chiarendone le parti lasciate oscure, sviluppando quelle lasciate incomplete e determinandone una appartenenza più definita. Fino ad allora il giudizio resta questo, nella speranza ("A new hope", tanto per capirsi...) di non aver assistito a un nuovo 'Narnia'.
di: Mattia Pasquini