Due stupende poesìe a pari merito questa settimana:
LO SCRIGNO DEI RICORDI- VERSOLIBERO
Li hai mai portati al mare
i tuoi ricordi, a bagnarsi di lacrime salate?
O li hai lasciati al vento, per sgualcirli,
come di maggio petali di rose?
Li avvolgi d’inverno in qualche scialle,
o forse, salvandoli dal gelo,
li scaldi di sera intorno al fuoco?
Li sfogli ogni giorno come un libro,
o chiusi nei cassetti alla lavanda
aspetti che respirino la pace
di sere confortate da preghiere?
Sono fosforescenti, nella sera
magari come lucciole leggere
che giocano felici in mezzo al buio?
O come un filo te li avvolgi a un dito?
Li hai visti mai salire in paradiso,
o speri che fino all’ultimo dettaglio
l’inferno li bruci a poco a poco?
Ti sembrano diademi di brillanti,
oppure sassi, e rocce di montagne
a fatica sollevate sulle spalle?
O vivono piaggiati lungo il cuore,
e tra gli esploratori dei fondali?
Si sono liberati dalle offese?
Quale ricordo brilla sulla fronte,
come un occhio che scruti l’infinito?
Quale -opaco come ormai una spoglia-
Era il colore del tuo sogno alato,
perso per sbaglio nell’indefinito?
Li adagi su barchette in processione
di carta colorata sopra il fiume?
O li travolge spesso la corrente?
Ti chiedono di farli allontanare,
o riflettono -i ricordi- cielo e stelle
e luna grande su di un mare di velluto,
o solo terra, ingrata e desolata?
O solo guerra,
angeli soli, tristi e spaventati?
……Io sì che mi sarei bagnata
nel mare di lacrime in tempesta,
per salvarli dal fuoco e averli nella mano.
Li avrei messi nel fiato dei sassofoni,
su un’arpa, sopra un pianoforte,
in un flauto solitario nella sera,
o forse sulla punta delle scarpe,
ballerina in una stanza tutta sola.
Li avrei messi nel filo del telefono
o assieme alle parole che non dico,
con quelle che coloro con fatica,
con amore, con gioia o con dispetto.
Li avrei conservati fra le pagine dei libri,
nei diari, in tutte le conchiglie,
chiedendo al tempo il sacro suo rispetto.
……Peccato le parole non sappiano vestirli
d’oro, di platino, di candidi merletti…
Peccato -o per fortuna- il tempo ancora detta
l’urgenza del presente e del futuro,
le nuove fantasie, l’entusiasmo dei progetti.
E allora cerco in me qualche cantuccio,
uno spazio nuovo ignaro e ancora intatto,
e sogno -in ogni anniversario di bambina-
che ogni cuore triste diventi meno amaro.
Rosanna
THE OLIVE GARDEN-Rebecka
In quel corteo di ancelle
che danza sulla nostra testa
la Luna, Dolce Signora, nasconde il suo volto
in questo gravido giardino di ulivi,
scosto i rami ed intravedo gli occhi tuoi
che oscurano la più lucente delle notti,
di quel sussurro muore la mia carne
in un segreto che di brividi trasale,
è l’emozione di sentir la verità
che rotola fugace dalla tua bocca,
nascondo ciò che il tuo potere scopre
le nudità fiorite del mio corpo,
letto fiorito di campagne
giaciglio dell’amore che mi mostri
spremendo olive sulla mia pelle,
viziata da olio, sfinisco l’amore
in grembo alla Terra che ci ha partoriti,
gioisco dell’odore che non ti abbandona
neppure quando ormai è giunta l’alba.
Reb