Giri in val Trebbia

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pedra85
00mercoledì 15 giugno 2011 22:53
Pentathlon Bobbiese, il 22 maggio

Bobbio
, una cittadina alla quale non lego bei ricordi ciclistici. Il mio primo giro partendo da questo antico centro della val Trebbia è terminato precocemente sotto il diluvio dopo aver sbagliato strada, il secondo invece (che era il rifacimento del primo) è stato accorciato dopo una lunga discesa completamente sterrata. Questa volta la disavventura capita a Varzi, quando passo lanciato davanti ad una macchina della polizia locale con autovelox incorporato: 170€ e 3 punti sulla patente, tutto sommato meritati sebbene fossi in uscita dal paese. Il resto del giro però è stato addirittura meglio del previsto.

I kilometri sulla carta sono poco più di 100, ma confido di trovare ualche bivio per aumentare il gruzzoletto.
E’ una giornata serena e calda, parto in tarda mattinata solcando subito l’ asfalto della val Trebbia, immersa nel verde delle sue gole con le sue acque blu scure già luogo di ritrovo di alcuni bagnanti. Il vento leggero da nord che qui si incunea tra i monti mi spinge velocemente a Corte Brugnatella, dove parte la prima salita verso il passo Mercatello, relativamente vicino a casa ma che mai prima d’ora ho percorso. Il traffico motociclistico della statale è un ricordo lungo questa strada pedalabile con sporadiche viste sul fiume e sul paese appena abbandonato. Con più i kilometri aumentano, più la pendenza cala, sino ad arrivare ad un falsopiano che tira un po’ e che mi porta velocemente all’ alto dei 1053m del valico.
Sosta pipì, foglio di giornale per essere scrupolosi e via in discesa, sperando di non mancare il bivio per la seconda salita, ben più temibile.
Noto in tempo il bivio per Solaro/Mareto, tolgo casco e guanti per limitare l’ abbronzatura ridicola e salgo arrivando in fretta al primo paesino. Ricordo bene il tratto successivo, una stradina sinuosa e stretta che sale improvvisa tra i campi, mettendo in sequenza 3 o 4 dolorose coltellate. Fortunatamente questo versante del monte Albareto è più breve di quanto pensassi, la discesa a Mareto e quindi verso Farini inizia dopo uno sforzo non eccessivo. Molte curve mi accompagnano verso la val Nure, ma dopo un bel pezzo mi rendo conto di essere ancora in discesa, ma quanto diamine è lunga? E’ vero… qui siamo in pieno Appennino, un paradiso per gli scalatori!

Che stupido! Mi ero studiato una deviazione, ma essa parte da Ferriere, e non è dove sono sceso… Pazienza, vedo il cartello per il passo Linguadà e decido che sarà questa la deviazione extra, al massimo potrò accorciare più avanti. Come per il Mercatello, questo colle è pedalabile e costante, almeno sino a quando raggiungo Groppallo ed il suo castello ben visibile dalla bassa valle. In paese chiedo lumi e scopro che la salita è praticamente finita, per il colle geografico mancano diversi kilometri di falsopiano e saliscendi, che per onor di ufficialità percorro. Ritorno sui miei passi e mi spiegano che la strada del monte Santa Franca scende poi a Bettola, c’è solo un pezzo in salita prima della vetta. Scoprirò a mie spese che codesto tratto è di 3km con pendenza media che stimo al 10%! Un bel muretto, non c’è che dire.
In discesa incontro una signora ciclista che mi fa da guida, indicandomi il bivio corretto verso la mia meta e tenendomi compagnia sino al ritorno in valle, dove ci accoglie un clima piuttosto caldo. Ci salutiamo ed entro nel bar a fianco per una brioche di scrupolo, dall’ abbondante colazione ho mangiato giusto un pacchetto di crackers al Linguadà.

La prima volta che ero passato sui 760m del passo del Cerro ero con Tangy e Marco in una giornata di pioggia, ora invece salgo dal versante inverso con un clima opposto, la borraccia riempita al bar impiega pochi minuti a svuotarsi nella mia bocca. Della salita ho poco da dire, inizia impegnativa e termina su una carreggiata più stretta e rugosa, riparata da un bosco che sostituisce i campi di grano delle quote più basse. La discesa non è brutta, ma il Piacentino fa a gara col Pavese su chi ha le strade peggiori, sono tante le buche che devo evitare!

Ora ho 2 alternative, o scendo a Perino e ritorno a Bobbio lungo la val Trebbia, oppure sfido Pradovera ed il suo bel dislivello. Arrivo al bivio della decisione un minuto prima della mia deadline delle 17 (che comunque non avrei rispettato), seguo la ruvida via lungo il rile sinchè un cartello di divieto d’ accesso non mi blocca. Ritorno indietro e scelgo la direzione giusta, quella che sale decisa con diversi tornanti. Sono assetato e senz’ acqua, quando trovo una fontana fresca mi ci butto e mi riempio talmente lo stomaco che il pezzo successivo, quello più facile che porta ad Aglio, è impegnativo a causa della massa extra nella pancia. Dopo una leggera discesa entro in un bosco ed inizio a faticare seriamente, qui si sale all’8/9% e la strada percorsa è già parecchia.
A Pradovera mi immetto sulla strada del Santa Barbara, dopo una discesina si reinizia a salire in modo deciso, attraversando in un punto un bosco talmente fitto da oscurare il sole e continuando dal passo Santa Barbara sino al monte Aserei, a 1260m.

Mi fermo 5 minuti in cima per bere (negli ultimi 30km ho ingerito almeno 1,5l d’ acqua) e per pulire gli occhiali sporchi di sudore usando lo scontrino della brioche, il sole si sta abbassando e davanti a me ci sono 1000m di dislivello in discesa, nella quale è vivamente consigliato vederci bene. Questi ultimi kilometri sono piacevoli, con la dovuta cautela evito qualche buca o tratto sabbioso ed arrivo a Bobbio, dove mi fermo ad una fontana per pulirmi la faccia e dove finalmente termino le fatiche odierne.

In totale 147km, 3600m di dislivello (record personale), con partenza alle 11:40 ed arrivo alle 19:00, mangiando in tutto 2 brioche ed un pacchetto di crackers.
Il giro non è paesaggisticamente eccezionale, però la qualità del percorso lo rende consigliabile agli amanti del dislivello.

Questa la traccia con Santa Franca e senza il passo Languadà:   http://tracks4bikers.com/tracks/show/51778
Consigli:
Il giro può essere proposto con diverse gradazioni di difficoltà, dalla versione “mezzofondo” con soli Mercatello e passo del Cerro (89km e 1600m), alla versione che propongo come traccia gps (133km e 3400m). Se si vuole aggiungere una terza salita, secondo me è la scelta migliore è Groppallo/Santa Franca, altrimenti Solaro/Mareto.

Il blu Trebbia appena usciti da Bobbio

Strappo cattivo verso il monte Albareto

Panorama su Bettola e val Nure

Aglio, verso Pradovera

pierole1
00venerdì 17 giugno 2011 00:14
E bravo Pedra. [SM=g27987]
Un giro tosto su strade davvero poco frequentate.
La salita di Groppallo e poi del Santa Franca vorrei andarla a fare per ora ho dei ricordi automobilistici. A Groppallo poi ottimi tortelli e salumi al ristorante albergo locale. Il passo di monte Albareto ha davvero tre o quattro rasoiate ma credo sia più duro da Mareto anche se non tanto lungo. Ma dal Santa Barbara la salita al monte Aserei e la discesa a Coli che cos'è, la Sella dei Generali? E la strada in che condizioni è?
Certo che i tuoi orari sono molto particolari, non credo siano tanti ad iniziare un giro di questa portata alle 11.40 chapeau
oldscat
00venerdì 17 giugno 2011 06:38
Sella dei Generali e dintorni
Provo a fare un pò di chiarezza.

Premessa: qui come altrove la segnaletica fà pena.

La zona della quale stiamo parlando comprende il vasto altipiano sommitale del Monte Aserei (mt 1432) posto sul crinale Nure-Trebbia.
Partendo da Mareto, lasciando sulla sinistra il bivio per Nicelli-M.te Albareto (secondo me più abbordabile da questo versante) la strada asfaltata risale facilmente verso il crinale sul quale incontra la strada che dal Passo della Cappelletta conduce alla frazione di Campagna. Poco fuori Mareto c'è un invitante bivio a sinistra (non ricordo che indicazione vi sia): stanne alla larga, diviene ben presto sterrato (di quelli brutti) e porta alla Sella dei Generali.

Torniamo alla nostra stradina Cappelletta-Campagna. Seguendo per Campagna dopo 500 mt. si prende il bivio a destra per Pianadelle-Pradovera lasciando perdere il proseguimento della strada che, guarda caso ci riporterebbe, sempre sterrata, alla Sella dei Generali.

Si perde quota e si arriva sulla provinciale che collega Farini a Coli attraverso il Passo della Cappelletta (che a questo punto ci lasciamo a sinistra) Pradovera-Passo di Santa Barbara.
E' questa la direzione che si deve seguire. Prima di Pradovera vi segnalo a sinistra un bivio che ci catapulterebbe a Perino via Aglio Villanova percorrendo l'angusta e selvaggia valle dell'omonimo affluente del Trebbia.
Nella trattoria di Pradovera, secondo il pensiero attualmente dominante, si trovano i migliori tortelli della provincia. Ma a noi interessa solo la fatica pertanto puntiamo verso il crinale che raggiungiamo al Passo di S.Barbara (o Angelone). Da qui possiamo scendere direttamente verso S.agostino-Fontana-Coli, oppure girare a sinistra, salire ancora un pò prima di raggiungere l'agognata Sella dei Generali. A sinistra c'è la strada sterrata che scende verso Mareto (il primo tratto è tanto bello quanto fà schifo il secondo); a destra lunga e panoramica discesa verso Coli.

E' più difficile da spiegare che da fare.
CiclistaperCaso@
00venerdì 17 giugno 2011 08:58
Re:
pierole1, 17/06/2011 00.14:

E bravo Pedra. [SM=g27987]
Un giro tosto su strade davvero poco frequentate.
...

Certo che i tuoi orari sono molto particolari, non credo siano tanti ad iniziare un giro di questa portata alle 11.40 chapeau




Oltre ai meritatissimi COMPLIMENTI Pedra (un gran bel giro veramente e, soprattutto, un territorio che, se solo fosse un pò più vicino a casa mia, farei immediatamente diventare la mia abituale palestra di allenamento ... poco traffico, tante stradine, tante salite e possibilità di cambiar percorso real time ...), oltre ai complimenti dicevo, noto con stupore anch'io l'orario di partenza [SM=g27989] [SM=g27989] [SM=g27989]

Io ieri sono uscito di casa in bici alle 8,40 ed il caldo quasi, quasi mi ha ucciso ... figuriamoci se fosse stato 3 ore dopo [SM=g27995] [SM=g27995] [SM=g27995]

Ciao

Giorgio

P.S.: belle anche le foto ... sono paesaggi davvero incantevoli quelli delle colline piacentine che fanno tornare in pace con te stesso.

Ri-Ciao
pedra85
00sabato 18 giugno 2011 00:31
Grazie CpC, ma tu ti sottovaluti troppo, cosa vuoi che sia un giro così per chi compie traversate Brescia/Liguria mettendoci diverse salite e tenendo i 34 di media in pianura?

Il Piacentino... queste zone in fondo non sono nemmeno lontane dalla pianura, ma come parti ti trovi salitoni che arrivano a 1000m di dislivello, su strade effettivamente tranquille e con diverse alternative, anche se non sono labirintiche come il nostro Oltrepò.
Peccato per le strade tenute "ad minchiam" e per una cartellonistica eccessiva che indica qualsiasi frazione, ma non i paesi più importanti.


Ma dal Santa Barbara la salita al monte Aserei e la discesa a Coli che cos'è, la Sella dei Generali? E la strada in che condizioni è?



I cartelli la indicano come Monte Aserei, ma è appunto la Sella dei Generali (mi fido di Oldscat). E' una strada abbastanza bella, bisogna fare attenzione a qualche buca ed a qualche tratto con tracce di sabbia, ma complessivamente è piacevole e molto migliore del Santa Barbara.
pedra85
00lunedì 27 giugno 2011 21:51
Ottone e val Trebbia

29 Maggio

E’ sabato e domani ho voglia di dormire sino a tardi e di pranzare a casa, però voglio anche incamerare un bel giro con molto dislivello in posti nuovi. Riesco velocemente a quadrare il cerchio con una soluzione accettabile per entrambi i miei scopi.
Parto alle 13:50 da Varzi dopo una breve trasferta, l’ obbiettivo del giro è Ottone, paesino in alta val Trebbia che purtroppo non sono ancora riuscito a vedere. L’ itinerario è ovviamente condito da qualche nuova salita, tra cui una che secondo le mappe scende proprio ad Ottone, ma che sembra essere parzialmente sterrata.

Inizio col passo Brallo, 550m di dislivello spalmati in 17km con punte del 7%, constato felice che quel tratto iniziale in cui nel 2009 mi impegnavo per non scendere sotto i 20 all’ ora, adesso scorre con più facilità oltre i 21. Sulla salita c’è poco da dire, ogni tanto scende un poco o spiana, poi prosegue regolare al 5/6% sino allo scollinamento verso la val Trebbia. Io però sono diretto ai Piani di Lesima, tratto di salita di tutt’ altra caratura con drittoni al 9% e panorami grandiosi sulla valle sottostante. Superato il centro turistico la strada si trasforma, ora pedalo nel bosco su una carreggiata molto ruvida e talmente stretta da sembrare una pista ciclabile. La discesa è una via semi dimenticata per veri intenditori, 5km al 10% medi con stretti tornanti, buche, saltellamenti continui ed ancora pochissimo spazio di manovra, tanto che l’ unico veicolo che ho incrociato ha dovuto farsi da parte per farmi passare.
A Zerba rientro nella civiltà, il tratto che scende in val Trebbia è bello e divertente, nonchè spettacolare. A Traschio svolto in direzione opposta ad Ottone, tento la sorte con la salita da Losso a Santa Maria, sperando che il collegamento con Ottone Soprano sia percorribile. Questo pezzo è un tornante così continuo da far girare la testa, ma le condizioni del bitume e la sporcizia presente lasciano a desiderare. In cima potrei continuare su una sterrata (lo sapevo!), ma non voglio rischiare di infilarmi in avventure escursionistiche e perciò ricurvo numerosissime volte sino ad essere nuovamente in val Trebbia, questa volta però verso Ottone, raggiunto in pochi minuti.

Il paese è carino, abbastanza vivo per essere lontano da luoghi importanti, una veloce biciclettata attraverso le sue vie mi permette di conoscerlo prima di affrontare un’ altra salita, quella che mi porta con regolarità sino al crinale della val d’Aveto, un saliscendi stupendo che ho affrontato nel senso opposto lo scorso Settembre.
L’ Aveto ha creato queste gole col passare dei millenni, l’uomo ne ha risalito gli argini e ci ha costruito paesi aggrappati alla roccia. La discesa direi che è bella, ma mi capita troppo spesso di sentire la ruota anteriore scossa da alcuni sassolini mentre è piegata in curva, e la cosa mi innervosisce parecchio, non mi era mai successo con questa costanza. Devo sbrigarmi perchè ho giusto un pomeriggio allungato a disposizione e manca ancora l’ ultima salita al Brallo. Sulla carta non è nulla di proibitivo, ed in effetti nemmeno sotto le ruote è particolarmente difficile, ma il suo asfalto a tratti ruvido, le pendenze iniziali che raggiungono l’ 8% e la lunghezza superiore ai 10km, uniti ad una gamba ormai affaticata, rendono questi 550m verticali impegnativi. Fortunatamente l’ ultimo tratto è un falsopiano in quota e la successiva discesa è divertente, con giusto qualche strappo a rompere il ritmo.

Alla fine è stato un buon giro, ottimo se considero che è stato un ripiego, i kilometri totali sono 114 per 2750m di dislivello e 5 ore nette di pedalata, più 20 minuti tra fotografie e visita ad Ottone.

Consigli:
Essendo un giro di riserva, propendo maggiormente per altri itinerari. Però anche questo è bello, basta evitare l’ inutile salita da Losso a Santa Maria.
La strada dei Piani di Lesima è affascinante, ma l’ asfalto è rovinato, è meglio passare per Cima Colletta/Giovà/Zerba.
Credo che questo giro in senso opposto sia migliore, ma più duro.
Questa la traccia: http://tracks4bikers.com/tracks/show/55091

Affioramenti ofiolitici nei pressi del Brallo di Pregola

Guardando in basso dalla strada Brallo – Corbesassi

Ultimo tratto di salita dopo i Piani di Lesima

La strada della val Trebbia tra Ponte Organasco e Traschio

La strettissima discesa verso Zerba

La val d’Aveto sopra Cerignale

Resta_in_sella
00martedì 28 giugno 2011 08:43
pedra85, 27/06/2011 21.51:

29 Maggio

E’ Alla fine è stato un buon giro, ottimo se considero che è stato un ripiego, i kilometri totali sono 114 per 2750m di dislivello e 5 ore nette di pedalata, più 20 minuti tra fotografie e visita ad Ottone.




Non sono d'accordo, secondo me questo è un giro "prima scelta", non un ripiego. Per i luoghi densi di suggestione, per le strade solitarie e sì, anche per il dislivello (non tutti siamo degli over-3000-men!!!).

Cima Colletta fino a qualche tempo fa era ridotta ad una mulattiera, non credo sia una buona alternativa a meno che nel frattempo non l'abbiano sistemata (forse qui sul forum qualcuno può informarci)
Ciao!
pedra85
00martedì 28 giugno 2011 09:08
La considero una trasferta di "ripiego" perchè è principalmente su strade che già conosco e parzialmente nelle mie zone abituali, concordo però che sia un bel giro, migliore di quanto pensassi.
La strada di Cima Colletta non era messa molto bene, ma in confronto la discesa per Zerba è un grattaformaggio con sassi e passaggio limitato, roba da far surriscaldare i freni e mandare in acido lattico le mani!
pedra85
00lunedì 29 agosto 2011 22:13
A caccia di salite

24 Luglio

Non avendo altri progetti pronti realizzabili in giornata tiro fuori dal taschino questo giro , lo scopo è quello di scalare alcune sperdute salite tra Brallo, val Trebbia e val Boreca, strade che portano a dimenticate frazioni terminando lì il loro corso. Detta così sembra un giretto facile, ma il dislivello è ampiamente sopra i 3000m ed anche i kilometri non sono pochi.

Parto da Varzi in direzione S. Margherita Staffora per poi entrare nella parte alta della valle Staffora, dove il torrente ancora selvaggio scorre tra 2 alte file di monti che raggiungono i 1700m di quota. E’ veramente da tanto che non passo su queste strade e le ritrovo ruvide come anni fa, sembra di pedalare su una grattugia sino a Pianostano, poi la grattugia comincia ad essere ripida sino a Cencerate, paesino vitale rispetto alla sua distanza dai centri abitati più importanti. Quelle poche volte che sono passato qui svoltavo a destra verso Cima Colletta, stavolta vado dritto verso Bocco ed il Brallo, pedalicchiando su pendenze nettamente più facili su una stradina che segue l’ orografia e che regala interessanti scorci sulla provinciale del Pian dell’ Armà, dall’ altra parte della valle. Non la ricordavo così bella, 8 anni fa non mi aveva sorpreso come oggi, nonostante quello fosse stata la prima trasferta ciclistica con auto, una settimana dopo aver ottenuto la patente ed ultimo giro della rovente stagione 2003.

Al Brallo iniziano le novità: Someglio scende ripida dal passo attraverso una larga strada in una pineta, risalire richiede un certo impegno. A Colleri scendo di nuovo verso Collistano, più facile della precedente ma pur sempre con tratti a doppia. Riscopro la divertente discesa verso Ponte Organasco, la risalita in val Trebbia che è una salita a tutti gli effetti e finalmente trovo la novità di Oneto, la 3° del giorno, che contrariamente ai miei pensieri è ottimamente asfaltata e fresca.
In cima scendo a Cerignale, ma mi rendo conto di aver percorso una potenziale nuova ascesa e quindi ritorno sui miei passi. A Traschio davanti a me c’è il passo del Giovà via Zerba, del quale ho ricordi di fatica negli ultimi 2km dei 21 complessivi. La prima deviazione arriva poco dopo e mi porta a Tartago, frazione isolata sull’ altro lato della valle, situata nell’ unico punto non ricoperto da un fitto bosco. Scendo un pelo e supero un ponte strettissimo con la superficie in ferro, poi salgo e fatico su una viuzzula rovinata e ripida. Tartago, come altri paesi così fuori dal mondo che hanno mantenuto il loro aspetto del XX secolo, sta rivivendo una nuova esistenza grazie a benestanti milanesi che li hanno ricolonizzati nei periodi di festa, luoghi agli antipodi di quelli per loro abituali. Anche lo spirito è lo stesso di un tempo, è un attimo per fare conoscenza e per ritrovare quel contatto umano ormai perso tra SUV e traffico (i primi presenti anche qui).

La novità successiva non era prevista ed è la diga della val Boreca, un sentiero asfaltato che termina 200m sotto Zerba ai cancelli dello sbarramento sul torrente, via non segnata in alcuna cartina e piuttosto impegnativa nel primo tratto. Dopo Zerba ci si rilassa col falsopiano in ombra e panoramico sulla stretta e boscosa val Boreca, l’ ultima novità arriva solo dopo alcuni kilometri ed è Belnome, paese simile a Tartago frequentato da qualche turista del weekend che ha acquistato le antiche case in pietra. Di salite ce ne sono 2, quella che dal ponticello sul torrente porta a Belnome e quella che dallo stesso punto ritorna alla strada per il Giovà, portando ad 8 le aggiunte al mio elenco.
A Pej inizia l’ “incubo” del tratto finale, ma la condizione è ancora buona e non ho problemi dove si raggiunge il 10%. Salta l’ ipotesi monte Lesima, ritorno per il Pian dell’ Armà affrontanto quella discesa di 900m di dislivello che credevo essere stata sistemata ed invece ha solo brevi tratti riasfaltati con molte delle vecchie buche preesistenti, alcune delle quali larghe i 2/3 della carreggiata. Fortuna che dopo Cegni la situazione migliora ed il ritorno a Varzi è molto più tranquillo. Per finire mi gratifico con un gelatino in piazza, in tutto il giro ho mangiato 6 biscotti senza avvertire problemi di alimentazione.

In totale 137km e 3650m di dislivello, il 2° di sempre.
Consigli: dal punto di vista ciclistico i paesini come Tartago e Belnome non meritano, seppure una giornata lassù sia quanto di più rilassante ci possa essere. Si può seguire questo itinerario: Varzi-S.Margherita-Pianostano-Cencerate-Bocco-Brallo-Ponte Organasco-Traschio-Zerba-Giovà-Armà-S.Margherita-Varzi, già abbastanza impegnativo e bello.

La strada che da Cencerate sale al Brallo via Bocco


Vista da lontano della salita al Pian dell’ Armà

L’ impressionante monte Lesima visto da Oneto

Resta_in_sella
00martedì 30 agosto 2011 22:32
Visto che ultimamente le discussioni sulla Val Trebbia vanno di gran moda, non voglio restare indietro. Mi scuso per eventuali foto "ripetitive"...

Le descrizioni magistrali di Oldscat di alcune strade mi tornavano in mente da mesi. In particolare quella relative alla panoramica di Cerignale. Domenica mattina. alla partenza da casa, per la verità non avevo ancora stabilito il percorso. L’auto però mi portava oltre Pavia, verso i colli in un mattino dalla luce d’oro, e io non mi opponevo affatto. Lasciata andare ancora un po’ la carriola a motore, mi fermo a Godiasco e qui il giro ha preso forma nella mia mente ancora annebbiata. L’aria è fresca, il cielo limpidissimo, i contrasti di luminosità e di temperatura fra le zone al sole e quelle all’ombra sono taglienti. Salgo verso Varzi e da qui mi porto a Casanova Staffora. Voglio ripetere una salita che ho percorso una sola volta, quella di Pian del Poggio da Pianostano, passando per Casale Staffora. Un po’ dura all’inizio, poi pedalabile, apre grandiosi panorami sulla Val Staffora e sul Monte Lesima.
Qui siamo allo scollinamento, cioè al Passo del Giovà:


Pochi metri più in là ci si affaccia sulla Val Boreca con scorci sempre emozionanti:


Il Monte Alfeo:


La strada, giù verso Zerba, purtroppo è in condizioni pietose. Molti tratti, anche se asfaltati di recente, sono gravemente danneggiati da cedimenti della carreggiata. Temo che gli Enti locali, con gli scarsi fondi a loro disposizione (fondi non certo destinati ad aumentare nel prossimo futuro) difficilmente potranno accollarsi una manutenzione così onerosa.

Poco prima di Zerba c’è un terrazzino panoramico che si affaccia direttamente sullo strapiombo. E’ un posto che invita alla contemplazione, da lì si abbraccia tutta la Val Boreca. Mi fermo lì a mangiare un panino, il sole è caldo, l’aria asciutta e cristallina, i profumi delle piante sono esaltati da questo clima.


Giunto a valle, percorro un po’ di Val Trebbia fino a Ponte Organasco e qui cerco il cartello sulla destra per Cerignale. La salita è sempre pedalabile, gradualmente porta da 350 m slm a circa 1000 e serpeggia sul crinale


aprendo panorami sempre più grandiosi, anche se , devo dire, in questa stagione spesso occultati dalla vegetazione.


Il castello di Cariseto:


e arrivo a Selva, dove un’altra reminiscenza Oldscattistica mi tormenta: il “Moloch” di Lisore.


Per questa volta guardo il Moloch dall’alto in basso:


l’unico vero problema è il surriscaldamento dei cerchi, per cui mi fermo spesso per ammirare il paesaggio e scattare qualche foto:


Lisore:


La Val d’Aveto mi è cara, come ad altri qui sul forum (mia zia è di Vicosoprano, dove ho passato alcuni memorabili mesi della mia infanzia). Qualche mese fa era stata lanciata l’idea di un giro fra forumisti in questa zona, che finora non si è concretizzata: la ripropongo!

A seguire: fondovalle della Val d’Aveto, Corte Brugnatella, un po’ in su per la Val Trebbia, prima di Ponte Organasco a destra per Lago e verso il Brallo.

Purtroppo il clima secco mi ha gradualmente disidratato nonostante io abbia bevuto regolarmente a tutte le fontanelle. E in più sto andando anche in crisi di fame, cosa che mi succede di rado. Ma ultimamente sono perseguitato da attacchi di fortuna sfacciata: immediatamente a bordo strada vedo un macchione di rovo carico di frutti neri e maturi. Mi ingozzo di more che, come nel famoso racconto zen, non mi sono mai sembrate così dolci, e riparto. Prima del Brallo l’arsura riprende a tormentarmi, riempio la borraccia alla fonte solforosa di Feligara, l’odore di uova marce non invita ma la sete ha il sopravvento.

Scollinato il Brallo resta la lunghissima discesa verso Godiasco. Alla fine 10 km e 2720 m di disl, ma soprattutto il ricordo di una giornata irripetibile.







Resta_in_sella
00martedì 30 agosto 2011 22:32
Doppio invio... [SM=g27995]
Crazy Rider
00mercoledì 31 agosto 2011 01:12
Re:
Resta_in_sella, 30/08/2011 22.32:

Doppio invio... [SM=g27995]



Scollinato il Brallo resta la lunghissima discesa verso Godiasco. Alla fine 10 km e 2720 m di disl, ma soprattutto il ricordo di una giornata irripetibile.

Oltre al doppio invio ti sei mangiato una cifra.
Poco importante (viste le belle foto di bellissimi posti e l'evidente soddisfazione che ancora sprizza dalle tue parole) ma non era possibile non notarlo.
Crazy Rider
00mercoledì 31 agosto 2011 01:26
@ pedra
Fra te e Resta_in_sella mi avete fatto rifare gli occhi: bellissime foto e molta carne al fuoco. Complimenti!
Resta_in_sella
00mercoledì 31 agosto 2011 08:10
Crazy Rider, 31/08/2011 01.12:

Resta_in_sella, 30/08/2011 22.32:

Doppio invio... [SM=g27995]



Scollinato il Brallo resta la lunghissima discesa verso Godiasco. Alla fine 10 km e 2720 m di disl, ma soprattutto il ricordo di una giornata irripetibile.

Oltre al doppio invio ti sei mangiato una cifra.
Poco importante (viste le belle foto di bellissimi posti e l'evidente soddisfazione che ancora sprizza dalle tue parole) ma non era possibile non notarlo.



Pendenza media 272% [SM=g27989] [SM=g27989]
grigua
00mercoledì 31 agosto 2011 14:13

Belle le foto e bello il giro, praticamente ricalca in parte, ma al contrario, l'itinerario che mi ha fatto fare Sergio giovedì scorso, anche se il tuo è risultato molto più impegnativo per chilometri e dislivello.

Ciao!

CiclistaperCaso@
00mercoledì 31 agosto 2011 14:21
2 SPLENDIDI reportage ...

Ho appena concluso (fuori tempo massimo rispetto alla pausa pranzo classica [SM=g27995] [SM=g27995] [SM=g27995] ) la lettura dei vostri post, Ezio e Stefano.

Complimenti per i giri che avete fatto: avete scelto posti bellissimi nei quali la natura tendenzialmente la fa ancora da padrona. Posti immersi nel verde, come documentano le vostre fotografie.

Insomma, se non sarà nei prossimi mesi, almeno nel 2012 un giro del forum in Val Trebbia, Val d'Aveto e da quelle parti bisognerà davvero farlo. [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]

Ciao

Giorgio
walter.rancati
00mercoledì 31 agosto 2011 14:29
Re:
Resta_in_sella, 30/08/2011 22.32:



Per questa volta guardo il Moloch dall’alto in basso:






Tornante da brivido [SM=g27990]
Resta_in_sella
00mercoledì 31 agosto 2011 21:07
CiclistaperCaso@, 31/08/2011 14.21:


Ho appena concluso (fuori tempo massimo rispetto alla pausa pranzo classica [SM=g27995] [SM=g27995] [SM=g27995] ) la lettura dei vostri post, Ezio e Stefano.

Complimenti per i giri che avete fatto: avete scelto posti bellissimi nei quali la natura tendenzialmente la fa ancora da padrona. Posti immersi nel verde, come documentano le vostre fotografie.

Insomma, se non sarà nei prossimi mesi, almeno nel 2012 un giro del forum in Val Trebbia, Val d'Aveto e da quelle parti bisognerà davvero farlo. [SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]

Ciao

Giorgio



Effettivamente l'appennino in questa zona colpisce per la natura selvaggia (è presente anche il lupo), e le strade sono pressoché prive di traffico. Coraggio, organizziamo questo ritrovo del forum!
pierole1
00giovedì 1 settembre 2011 18:36

Davvero belli i post di Stefano ed Ezio [SM=g28002]
Avevo già notato l'indicazione Oneto ma l'avevo sempre trascurata credendo fosse una strada cieca, penso prima o poi di farci un salto. Belle le deviazioni risalendo la val Boreca. Peccato che non esista la possibilità di andare direttamente da Tartago a Belnome.
Per quanto riguarda il "Moloch" di Ezio (complimenti per il bel giro e le foto), bisogna andarlo a sfidare, settembre ed anche ottobre sono mesi che ancora lo permettono, non farà caldo ma nemmeno si gela e il tempo quando è bello è in genere stabile. [SM=g27985]
CaSe63
00venerdì 2 settembre 2011 08:52
Uso questa discussione per un piccolo resoconto "quasi" in tema. L'altroieri, insieme all'amico Celestino Marini di Godiasco che alcuni del Forum conoscono, io e Flavio siamo partiti da Marsaglia per un bell'anello così concepito: Passo del Mercatello, Ferriere, Passo Zovallo-Tomarlo, Santo Stefano d'Aveto, Pievetta, Marsaglia.
Splendida giornata, temperatura ideale, traffico quasi inesistente. Solo qualche nuvola al Passo del Tomarlo.
Flavio ha retto bene l'impegno: nei primi 45 km, 35 sono in salita!
Eccolo in azione al Passo Zovallo:


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E al Tomarlo:


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Totale km: 89
Dislivello: 1679 m
Ciao.


gnaldi
00venerdì 2 settembre 2011 12:14
Re:
CaSe63, 02/09/2011 08.52:

Uso questa discussione per un piccolo resoconto "quasi" in tema. L'altroieri, insieme all'amico Celestino Marini di Godiasco che alcuni del Forum conoscono, io e Flavio siamo partiti da Marsaglia per un bell'anello così concepito: Passo del Mercatello, Ferriere, Passo Zovallo-Tomarlo, Santo Stefano d'Aveto, Pievetta, Marsaglia.
Splendida giornata, temperatura ideale, traffico quasi inesistente. Solo qualche nuvola al Passo del Tomarlo.
Flavio ha retto bene l'impegno: nei primi 45 km, 35 sono in salita!
Eccolo in azione al Passo Zovallo:


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E al Tomarlo:


Uploaded with ImageShack.us
Totale km: 89
Dislivello: 1679 m
Ciao.






Capperini, tostissimo tuo figlio!!!!
pierole1
00venerdì 2 settembre 2011 18:34
Un gran bravo a Flavio, davvero notevole exploit [SM=g28002]
grigua
00venerdì 2 settembre 2011 20:33
pierole1, 02/09/2011 18.34:

Un gran bravo a Flavio, davvero notevole exploit [SM=g28002]



Dopo averlo visto in azione ad Oramala, non posso che confermare: grandissimo!!!

[SM=g28002] [SM=g28002] [SM=g28002]

CaSe63
00domenica 4 settembre 2011 07:15
Ieri ho provato a percorere la deviazione che da Lago porta direttamente a Bobbio passando per Rossarola. In pratica, arrivando da Pratolungo in direzione Marsaglia bisogna prendere la deviazione a sinistra per Rossarola. La strada rimane grossomodo in costa e permette una bella visione della Val Trebbia dal versante opposto per poi scendere decisa su Bobbio negli ultimi 5 km. Lo stato dell'asfalto è quasi discreto, tranne un tratto sterrato di una decina di metri dovuto a una frana, che ho preferito prudenzialmente percorrere a piedi.
Chiesetta semidiroccata dopo Rossarola:



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Uno sguardo verso la Val Trebbia:



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Per chi volesse percorrerla in senso contrario, appena usciti da Bobbio bisogna prendere a destra seguendo l'indicazione per Carana.
Ecco il link del giro: http://connect.garmin.com/activity/111467895
Ciao.
Sergio
pierole1
00domenica 4 settembre 2011 09:01
Grazie per l'informazione. [SM=g28002]
Una buona variante rispetto ai consueti percorsi.
pedra85
00domenica 4 settembre 2011 16:42
E anche piuttosto dura se si sale da Bobbio, credo che siano un paio di km al 10% prima che la salita si rilassi rimanendo a mezzacosta sino quasi a Lago.
Peccato sia poco panoramica a causa del fitto bosco, non mancherebbero stupende vedute sul blu Trebbia centinaia di metri più in basso
Resta_in_sella
00venerdì 16 settembre 2011 21:48
Moloch e i suoi fratelli
Discussione ricchissima di spunti, questa. E di imprese di tutto rispetto che coinvolgono ciclisti stagionati, giovani e giovanissimi (bravo Flavio!).

Ormai sono contagiato dal virus della Val Trebbia e ancor più della Val d'Aveto, sono diventato portatore insano dello stesso, e sono soggetto a crisi sempre più acute del morbo.

Per cui, domenica 11 settembre, eccomi impegnato in una mia personale variazione sul primo giro descritto da Pedra.

Partenza da Borgonovo Val Tidone, su per la valle e a Pianello a sx per il Passo della Caldarola. Segnalo che la carreggiata ha ceduto in tre punti, si passa lo stesso ma attenzione! Dopo la facile discesa verso la Val Trebbia, via per Bobbio e qui a dx per la variante di Rossarola, che presenta alcuni km iniziali parecchio duri. Certo, potevate avvertire che ci sono quasi 500 m. di dislivello... altro che variante, questa è diventata direttamente la seconda asperità di giornata.

Qui la Val Trebbia dalla strada di Rossarola

Segue, dopo la chiesa diroccata fotografata da CaSe63, una piacevole discesa verso Lago e Corte Brugnatella.

Infilata la Val d'Aveto, raggiungo Salsominore dove mangio i panini sulla piazza mentre studio il tabellone con la mappa della zona.

Constatato che da lì si può salire al Mercatello, torno indietro per poche centinaia di metri ed attacco la salita di Casale e Brugneto, che è appunto uno dei versanti del Mercatello. Il più duro, guarda caso. Se non sei sopra il 10% sei poco sotto, e questo per parecchi km. E, dato che il Moloch di Lisore è proprio lì di fronte, dall’altra parte della valle, mi convinco che questo deve essere un suo fratello minore. La strada ha in compenso l’asfalto appena rifatto e perfetto, se si esclude un tornante malamente sterrato verso i 700 m. di quota. Per fortuna la pendenza va scemando negli ultimi km.

Dopo alcuni km di discesa, prendo a sinistra per Solaro. Sono totalmente ignaro di quello che mi aspetta. La strada inizia tranquilla e sorniona come certi gatti che poi quando meno te l’aspetti ti graffiano di brutto.

Infatti , appena entrato in paese mi ritrovo ad arrancare per pendenze disumane, che si ripresentano a tratti, su fino ai 1195 m. del Passo di Monte Albareto. Un altro parente del nostro Moloch, indubbiamente.

Il cielo è parzialmente nuvoloso e non fa molto caldo, comunque non smetto di bere rifornendomi a tutte le fontane (frequenti) che incontro.

Una caratteristica di questa zona è la mancanza totale di indicazioni stradali. Mareto, per dire, non ha un cartello che indichi il nome del paese. A molti bivii si incontrano segnali improvvisati da qualcuno del posto, che indicano le frazioni più improbabili ma che non sono di alcun aiuto per capire in che direzione stiamo prendendo.

Chiedendo a un Maretino (Maretese? Maretano?) trovo comunque la strada giusta senza fiondarmi a valle come aveva fatto Pedra prima di me (e come stavo per fare anch’io!). La direzione è Campagna – Pianadelle – Pradovera. E, tanto per cambiare, in salita. Obiettivo il Passo di Santa Barbara, il famoso Angelone con i suoi 1151 m., dove arrivo sinceramente provato.


Dopo il passo ci si trova in un ambiente molto particolare, una pineta che riempie l’aria di tutti i suoi effluvi balsamici, che cresce in una landa rocciosa, ingombra di macigni dalle forme tormentate e sormontata da pareti spoglie e corrose.


Avendola già fatta abbastanza lunga, non vi racconterò della discesa verso Bobbio per la linea di massima pendenza (asfalto da dimenticare) che sfocia direttamente sul ponte romano.

Il menu prevedeva ancora parecchi km di pianura, che purtroppo si rivelano molti più di quanto pensassi.

Ripensando a questo giro è come se avessi consumato un pranzo di 6 portate, senza potermele gustare tutte con calma. Ho già voglia di ritornare, magari per percorrere il giro al contrario.

Totale 171 km e 2883 m. di disl.


pierole1
00sabato 17 settembre 2011 15:29
Ottimo percorso Ezio, ormai sei uno specialista di Aveto Trebbia e penso che ormai è l'ora del Moloch visto la tua performance. Qualche anno fa anch'io avevo percorso il tratto Salsominore Brugneto Monte Albareto e lo ricordo esattamente come tu lo hai descritto, tornante sterrato sulla salita che porta a Brugneto e indicazioni stradali inesistenti. L'avrai notato scendendo, ma anche da Mareto il passo di Monte Albareto in quanto a pendenze, anche se brevi, non scherza,se vuoi fare il percorso al contrario invece di arrivare a Bobbio puoi deviare prima verso Perino e prima del paese deviando a destra per Filippazzi dovresti congiungerti con la strada proveniente da Bobbio prima del passo di Santa Barbara.Se superi Perino puoi deviare a destra per Aglio ed arrivi vicinissimo a Pradovera già sulla strada che porta a Mareto.
Buon Moloch [SM=g27988]
CaSe63
00domenica 18 settembre 2011 10:03
Re: Moloch e i suoi fratelli
Resta_in_sella, 16/09/2011 21.48:

Discussione ricchissima di spunti, questa. E di imprese di tutto rispetto che coinvolgono ciclisti stagionati, giovani e giovanissimi (bravo Flavio!).

Ormai sono contagiato dal virus della Val Trebbia e ancor più della Val d'Aveto, sono diventato portatore insano dello stesso, e sono soggetto a crisi sempre più acute del morbo.

Per cui, domenica 11 settembre, eccomi impegnato in una mia personale variazione sul primo giro descritto da Pedra.

Partenza da Borgonovo Val Tidone, su per la valle e a Pianello a sx per il Passo della Caldarola. Segnalo che la carreggiata ha ceduto in tre punti, si passa lo stesso ma attenzione! Dopo la facile discesa verso la Val Trebbia, via per Bobbio e qui a dx per la variante di Rossarola, che presenta alcuni km iniziali parecchio duri. Certo, potevate avvertire che ci sono quasi 500 m. di dislivello... altro che variante, questa è diventata direttamente la seconda asperità di giornata.

Qui la Val Trebbia dalla strada di Rossarola

Segue, dopo la chiesa diroccata fotografata da CaSe63, una piacevole discesa verso Lago e Corte Brugnatella.

Infilata la Val d'Aveto, raggiungo Salsominore dove mangio i panini sulla piazza mentre studio il tabellone con la mappa della zona.

Constatato che da lì si può salire al Mercatello, torno indietro per poche centinaia di metri ed attacco la salita di Casale e Brugneto, che è appunto uno dei versanti del Mercatello. Il più duro, guarda caso. Se non sei sopra il 10% sei poco sotto, e questo per parecchi km. E, dato che il Moloch di Lisore è proprio lì di fronte, dall’altra parte della valle, mi convinco che questo deve essere un suo fratello minore. La strada ha in compenso l’asfalto appena rifatto e perfetto, se si esclude un tornante malamente sterrato verso i 700 m. di quota. Per fortuna la pendenza va scemando negli ultimi km.

Dopo alcuni km di discesa, prendo a sinistra per Solaro. Sono totalmente ignaro di quello che mi aspetta. La strada inizia tranquilla e sorniona come certi gatti che poi quando meno te l’aspetti ti graffiano di brutto.

Infatti , appena entrato in paese mi ritrovo ad arrancare per pendenze disumane, che si ripresentano a tratti, su fino ai 1195 m. del Passo di Monte Albareto. Un altro parente del nostro Moloch, indubbiamente.

Il cielo è parzialmente nuvoloso e non fa molto caldo, comunque non smetto di bere rifornendomi a tutte le fontane (frequenti) che incontro.

Una caratteristica di questa zona è la mancanza totale di indicazioni stradali. Mareto, per dire, non ha un cartello che indichi il nome del paese. A molti bivii si incontrano segnali improvvisati da qualcuno del posto, che indicano le frazioni più improbabili ma che non sono di alcun aiuto per capire in che direzione stiamo prendendo.

Chiedendo a un Maretino (Maretese? Maretano?) trovo comunque la strada giusta senza fiondarmi a valle come aveva fatto Pedra prima di me (e come stavo per fare anch’io!). La direzione è Campagna – Pianadelle – Pradovera. E, tanto per cambiare, in salita. Obiettivo il Passo di Santa Barbara, il famoso Angelone con i suoi 1151 m., dove arrivo sinceramente provato.


Dopo il passo ci si trova in un ambiente molto particolare, una pineta che riempie l’aria di tutti i suoi effluvi balsamici, che cresce in una landa rocciosa, ingombra di macigni dalle forme tormentate e sormontata da pareti spoglie e corrose.


Avendola già fatta abbastanza lunga, non vi racconterò della discesa verso Bobbio per la linea di massima pendenza (asfalto da dimenticare) che sfocia direttamente sul ponte romano.

Il menu prevedeva ancora parecchi km di pianura, che purtroppo si rivelano molti più di quanto pensassi.

Ripensando a questo giro è come se avessi consumato un pranzo di 6 portate, senza potermele gustare tutte con calma. Ho già voglia di ritornare, magari per percorrere il giro al contrario.

Totale 171 km e 2883 m. di disl.





Bravo Ezio! Mi fa piacere che tu abbia provato la variante di Rossarola, dovrò provare a farla anche io in salita. Comunque l'impressione che avevo avuto in discesa era corretta: i primi km sono tosti.
Per quel che riguarda Lisore, invece, non farti impressionare troppo: è una salita dura, è vero, ma nulla di impossibile. Basta affrontarla con rispetto.
Ciao.
Sergio


CaSe63
00lunedì 19 settembre 2011 22:14
Una proposta per domenica 25/9 da parte mia e di Pierole, in particolare a Ezio-Resta in sella, ma estendibile a tutti gli interessati: e se andassimo in Val d'Aveto a fare Lisore ( e poi anche altro, ovviamente)?
Vediamo un po' chi ci sta.
Ciao.
Sergio (e Piero)
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