La colpa

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--Electra--
00lunedì 27 settembre 2004 13:59
Salve!! Sono la tizia nuova e ho deciso di postare su questo sito la mia ff. Spero che a qualcuno piaccia. Per il momento ne posterò un paio di capitoli, per i rimanenti aspetterò le vostre opinioni. Saluti!![SM=x117108]

LA COLPA

No,questo non può accadere…deve essere un incubo, certo, un incubo. Devo svegliarmi…una volta sveglia mi basterà allungare un braccio per sentire il suo corpo caldo accanto a me. Svegliati! Svegliati Hermione!! Perché…perché è accaduto? Sposto lo sguardo dal suo corpo che sta lentamente perdendo calore a lui…lui, colui che ha ucciso l’unico uomo che io abbia mai amato…lui, colui che ha ucciso il padre della creatura che porto in grembo. I miei occhi tornano a fissare il suo corpo…amore, tu non lo sapevi ancora…e ora non te lo potrò più dire. So che avrei visto i tuoi bellissimi occhi inumidirsi di lacrime e il sorriso piegare le tue labbra al pensiero che saresti divenuto padre…e poi mi avresti abbracciato e baciato e avremmo fatto l’amore ridendo. Sento le lacrime cominciare a bruciarmi gli occhi, ma non piangerò! Gli occhi ora fissano la figura in piedi di fronte a me…no amore, non piangerò davanti a colui che ti ha ucciso…non piangerò davanti a colui che era il nostro migliore amico!!

DUE ANNI PRIMA, SETTEMBRE.

Mi sembra quasi impossibile il non dovere prendere quel treno, il treno che otto anni fa per la prima volta mi ha condotto a Hogwarts, il treno che otto anni fa ha visto nascere la nostra amicizia…la nostra, già perché Harry, Ron ed io siamo ormai tre pezzi di un solo puzzle. Nessuno è mai riuscito a dividerci e nessuno ci riuscirà mai.
Harry…Ron…Dio, non ricordo nemmeno chi ero prima di incontrarli, già perché dalla loro apparizione nella mia vita tutto intorno a me e dentro me è cambiato. La ragazzina che considerava i libri tutto il suo mondo e che giurava che non avrebbe mai avuto bisogno di nessuno, che non si sarebbe appoggiata a nessuno, è scomparsa otto anni fa. Otto anni sono bastati a fare di quella ragazzina una donna il cui bene più prezioso è rappresentato dai due uomini che portano il nome Harry e Ron, una donna incapace di muoversi, perfino respirare se lontana da loro.
Anche adesso voi siete con me. Non volevate, ma non avete potuto sopportare di vedermi con gli occhi pieni di lacrime e così alla fine avete acconsentito…e già, vi conosco e so come convincervi a fare ciò che desidero, e nonostante sappiate benissimo che non sono vere lacrime non riuscite mai a impedirvi di sorridere e, scompigliandomi amorevolmente i capelli, accettare la mia richiesta.
- Sia chiaro Hermione, questa è l’ultima volta che ci convinci con i tuoi piagnistei – sì, come no…Ron mi guarda da sopra la spalla, infatti sto camminando leggermente dietro di loro.
- E dai, Ron non trattarmi così. Non ho piagnucolato, mi faceva semplicemente piacere che mi accompagnaste al mio primo giorno di lavoro -.
- Hermy, non puoi trascinarci con te tutte le volte che devi fare qualcosa che esula dal tuo mondo di libri -. Le parole di Harry riportano a galla tutte le mie insicurezze. Mi fermo improvvisamente, Harry e Ron scambiandosi una rapida occhiata smettono di camminare e mi puntano gli occhi addosso. Sanno cosa sta per accadere, sanno che le parole di Harry hanno ferito il mio spropositato orgoglio e sanno che ora reagirò.
Faccio un profondo respiro nel tentativo di trattenere i fremiti che cominciano a scuotermi il corpo e le lacrime che, le sento, stanno facendo capolino dagli occhi. Piagnucolare, come dicono loro, fa parte della mia strategia per portarli a fare ciò che desidero, ma piangere sul serio…quella è un’alta cosa e non lo sopporto.
- Punto primo, NON chiamarmi Hermy. Punto secondo, io non mi rifugio in un mondo di libri. Terzo, non vi trascino proprio da nessuna parte e quarto…- faccio un respirone per prendere quanta più aria nei polmoni – SIETE DUE STRONZI!!!! Andatevene, non vi voglio certo costringere alla tortura di accompagnarmi, non ho bisogno di voi! -
Riprendo a camminare con passo spedito, li supero senza degnarli di uno sguardo. Loro rimangono fermi, credo che siano indecisi sul da farsi…eh, eh, ora accorgendosi di avermi offesa, mi raggiungeranno e mi chiederanno di scusarli. Logicamente io farò un po’ la difficile aumentando i loro sensi di colpa, ma poi…- D’accordo, allora se non hai più bisogno di noi andiamo al lavoro. Buona giornata!-
Non ci posso credere, mi girò così velocemente che per un momento temo di essermi svitata la testa. Harry, il bastardo che ha parlato un secondo fa mi sta guardando con un sorrisetto malizioso in volto poi si volta e comincia a camminare. Ron sposta gli occhi da Harry a me…sembra indeciso, bene!! Non mi abbandonerà anche lui! Torna a guardare di nuovo Harry e…sorride, oh no, non vorrà…- Beh, allora ciao! Stasera ci racconterai come è andata! –
Me ne sto immobile…non è possibile…migliori amici…le persone dalle quali andare quando ho bisogno di aiuto…indivisibili….- Bas…BASTARDI!!!! –
Mi volto velocemente verso l’edificio alle mie spalle e comincio a camminare con la falcata di un rinoceronte. Incrocio un ragazzo (abbastanza carino per la verità) che mi osserva un momento per poi rivolgermi un sorriso pieno di speranze… illuso.
- Ehi, bellezza! Il tuo ragazzo ti ha dato buca? Se vuoi potrei consolarti io -.
Questo è troppo, non solo ho due EX-amici bastardi fino all’osso, no! Ora ci si mette anche questo play-boy da strapazzo.
- Ora te la do io la buca!!!- Il secondo successivo il ragazzo è sotterrato fino al collo in una buca comparsa sotto i suoi piedi dal nulla. Cara vecchia magia! Cosa farei senza! Con la poca lucidità che mi rimane, riesco a considerarmi fortunata per essermi lasciata andare ad uno sfogo simile in una zona abitata da maghi, altrimenti sarei stata davvero nei guai.
Poco prima di varcare il portone dell’edificio mi pare di sentire delle risate trattenute provenire dalla direzione presa da Harry e Ron.

FINE CAPITOLO.


La colpa: Cap.2

Entro in casa e cammino con passo malfermo fino al divano dove mi faccio cadere di peso. Tolgo il cappotto e lo lancio in mezzo alla sala, poi è la volta del foulard di seta nero il quale, mentre lo tiro con la mano destra per levarmelo, mi si attorciglia alla gola rischiando di causarmi una morte prematura per soffocamento.
Mi sdraio supina sul nostro comodo divano e, prima uno poi l’altro, i miei stivali neri vengono lanciati in aria ricadendo poi con un tonfo contro la porta d’entrata.
Chiudo gli occhi…sono distrutta, sono le otto e mezzo di sera e ho appena terminato la mia prima giornata di lavoro…per fortuna!! Un disastro, ecco come è andata oggi. Poco prima di sprofondare nell’oblio del sonno mi viene in mente che dovrei trovare una balla da raccontare ai miei due coinquilini che appena tornati a casa, il che dovrebbe accadere tra poco, sicuramente mi tempesteranno di domande.
- Hermione…Hermione…- chi è che mi chiama? Sto dormendo così bene…chiunque tu sia lasciami in pace….
- Ehi, bella addormentata ti svegli o ti devo baciare?-
Nel dormiveglia, con gli occhi chiusi e con la bocca impastata dal sonno riesco ad emettere dei grugniti vagamente somiglianti ad una risposta. - Solo…solo…se sei…un Ahmmm (sbadiglio ndElectra) bel ragazzo.
- Ehi Ron, siamo sicuri che stia dormendo e che non stia semplicemente fingendo per approfittare della tua offerta?- Harry, sento le sue risatine provenire dal centro della sala…probabilmente è stravaccato su una sedia con le gambe accavallate e sbattute sul tavolo. Lo odio quando si siede in quel modo e naturalmente questo lo spinge a continuare. Un momento, se Harry è là allora il respiro che mi solletica la guancia deve essere di Ron, ma…perché mi è tanto vicino?
- Ron, Ron?- Harry chiama Ron, ma lui non sembra sentirlo, non so perché ma il fatto di saperlo così vicino al mio viso mi agita.
- EHI, RON!!!- è una mia impressione o la voce di Harry ha assunto un tono minaccioso e irritato?
- Non vorrai mica baciarla sul serio, guarda che quella è sveglia da un pezzo-. Lo sapevo, mi ero sbagliata, la voce di Harry è calda e profonda come al solito…sarà stata una mia impressione.
Ron non accenna a rispondere…apro gli occhi di scatto e…mi ritrovo il suo viso ad un centimetro dal mio. - AHHHHH!!!! Cosa cavolo stai facendo? – Ron mi osserva in silenzio, i suoi occhi…nei
suoi occhi per un solo istante mi è parso di scorgere come…un’ombra. Si solleva e fa un sorrisone. Sarò io che oggi mi immagino le cose…sarò ancora mezza addormentata.
- Cosa vuoi che facessi, controllavo se per caso avevi tirato le cuoia nel sonno. Harry ti chiamava da mezz’ora…certo che se cadi in coma così a diciotto anni, non voglio immaginare come sarai ridotta a trenta!!-
Guarda Harry e gli strizza l’occhio indicandomi con il pollice. – Abbiamo un bradipo in casa e non lo sapevamo -. Che coglione che è. E l’altro suo degno compare che si mette a ridere….ma ora mi sentono!
Balzo in piedi, Ron per evitare di rimanere coinvolto nella mia mossa atletica nonché improvvisata fa un leggero salto all’indietro inciampando però nel mio cappotto (ancora per terra) che gli si attorciglia, modello pitone, attorno alla sua gamba sinistra causandone una rovinosa caduta a terra.
Lo freddo con uno sguardo glaciale e punto gli occhi ridotti a due fessure all’altro deficiente presente nella stanza che si sta tranquillamente ammazzando dalle risate, mentre, con le gambe incrociate sul tavolo da pranzo, si dondola sulla sedia.
Continuando a fissarlo e scavalcando Ron che si trova ancora seduto per terra mi avvicino a Harry, il quale mi ignora deliberatamente…so a che gioco sta giocando. Sa che detesto i piedi sul tavolo, l’essere presa in giro e, soprattutto l’essere ignorata, ed è per questo che lo fa. Ormai ci sono abituata.
Ron è diverso. Non tenta mai di sfidarmi portandomi all’esasperazione…con lui sì che si può litigare in modo corretto. Urla, insulti, battibecchi compongono il repertorio delle consuete sfuriate con Ron. Ma con Harry no…se provo ad urlare o insultarlo lui per tutta risposta comincia a ridere rumorosamente ignorandomi, col risultato di farmi sentire una bambina che fa i capricci.
Devo agire con la testa senza farmi prendere dall’ira…devo essere fredda e distaccata, in modo da non dargli la soddisfazione di vedermi emettere fumo dalle narici. Harry continua a ridere…io continuo a fissarlo…Harry continua a fare finta di non accorgersi dei miei occhi furenti puntati su di lui…ormai sono ad un metro da lui…Harry, con i piedi incrociati sul tavolo, continua a dondolarsi sulle gambe posteriori della sedia mantenendola in equilibrio. All’inferno la diplomazia e l’aria distaccata!!!! Con il piede destro spingo la gamba destra della sedia leggermente in avanti causandone lo sbilanciamento in dietro. Harry cade pesantemente di schiena sul pavimento. Restiamo a guardarci per un lunghissimo istante, io con un sorrisetto di vittoria in faccia, lui con la bocca ancora aperta e gli occhi sgranati. Alla fine sono riuscita a zittirlo!! Vittoria!!!
Mi volto raggiante verso Ron, che nel frattempo si è rialzato e, seduto comodamente sul divano, osserva silenziosamente la nostra “battaglia” nell’attesa di vederne il vincitore. Sollevo l’indice e il medio della mano sinistra nel chiaro segno della vittoria. Lui mi sorride ma improvvisamente sgrana gli occhi. Velocemente tento di riportare gli occhi su Harry per vederne le mosse quando…mi sento afferrare alla caviglia e buttare a terra. Ora Harry è in piedi sopra di me, le mani infilate nelle tasche dei pantaloni neri, le gambe leggermente divaricate mi bloccano gli arti inferiori impedendomene i movimenti. Lo vedo abbassare il busto fino ad arrivare ad avere il viso poco sopra del mio. Bastardo…mi vuoi umiliare? Ora ti sistemo io! Resto immobile per qualche secondo, poi improvvisamente faccio scattare la mia mano destra verso il suo viso. Harry è però più veloce e riesce a ritirarlo poco prima che io chiuda a pugno la mano e gli sferri il colpo. Bene! Il pugno lo avrà anche evitato, ma le mie unghie sono riuscite a graffirlo!! Sulla guancia sinistra cominciano ad apparire quattro linee parallele dalle quali comincia ad uscire copiosamente il sangue. Accipicchia! Non pensavo di avere delle unghie tanto affilate!
Ron si precipita accanto a noi. Ora non sorride più. Probabilmente teme una qualche reazione di Harry o magari è arrabbiato con me per averlo ferito. Non dice nulla, si limita ad osservarci.
Harry è rimasto sopra di me, porta la mano sinistra alla guancia per poi guardare la macchia rossa che l’ha sporcata. Finalmente (o purtroppo, non lo so ancora) torna a posare gli occhi su di me e …scoppia a ridere!!! Non è possibile! Gli ho fatto dei solchi sul viso tali da potervi arare e lui ride…lo odio!! In un angolino del cuore tuttavia sento un’ondata di sollievo invadermi…è meglio non vedere Harry arrabbiato e soprattutto è meglio non esserne la causa.
Ron pare tirare un sospiro di sollievo e mi sorride con complicità.
- Ehi Ron, la gatta selvatica graffia!- Harry si sposta e mi allunga la mano per aiutarmi ad alzarmi. Io la ignoro e mi sollevo da sola. Lo guardo scocciata. In realtà mi sento in colpa per avere reagito in modo tanto violento alle sue provocazioni.
- Allora…parità? Questa volta nessuno dei due vince? – Aspetto che mi risponda guardando con aria eccessivamente interessata il pavimento.
- Parità!- Allora non è arrabbiato! Con il viso ancora rivolto verso il basso guardo i miei due migliori amici che mi sorridono bonariamente.
- Allora, ci racconti il tuo primo giorno di lavoro?- Ron pare intenzionato a cambiare argomento per togliermi dall’imbarazzo. Oh no! E ora che gli racconto?
- Prima sarebbe meglio disinfettare la ferita di Harry – così nel frattempo mi inventerò qualcosa.
- Non è che vuoi semplicemente prendere tempo? Uno dei due migliori auror in circolazione non necessita di tanta fretta solo per il graffietto di una gattina -. Stronzo! Altro che parità! Eccolo che ricomincia con le stucciate!
- Non mi sembra proprio un graffietto da nulla…sembra che ti abbiano scannato, sanguini come un maiale al macello! – Tiè, e ora come rispondi?
- Poco male, vorrà dire che ci resterà la cicatrice…non mi dispiace avere una cicatrice lasciata da te…-.
Cosa? Cosa intende…Harry prende la bacchetta e fa comparire del cotone e del disinfettante sul tavolo e comincia a pulirsi la ferita. Ron sposta lo sguardo da lui a me…e ancora, per un breve istante mi sembra di intravedere nei suoi occhi un’ombra scura passare.

FINE CAPITOLO.

--Electra--
00lunedì 27 settembre 2004 15:51
La colpa
In attesa di ricevere qualche commento ( e dato che non ho voglia di fare nulla di utile e gradito alla società [SM=g27830] ) posto anche altri due capitoli. Vediamo se qualche pio cuoricino mi scriverà che ne pensa (ovviamente il pio cuoricino gli verrà estirpato in caso faccia commenti poco graditi EHEHEHE [SM=x117108] )


La colpa: Cap.3

- Allora? Questo primo giorno di lavoro come è andato?- Ron si siede accanto a me sul divano e mi guarda con i suoi caldi occhi. Oddio! E adesso cosa faccio? Non posso dire la verità…non posso dire che l’intelligentissima Hermione è stata…Nooo!! Non se ne parla proprio, devo inventarmi qualcosa. Se almeno non ci fosse Harry, a Ron potrei raccontare tranquillamente come sono andate le cose, lui di certo mi capirebbe…ma Harry, già lo vedo rotolarsi sul pavimento in preda alle risata.

- Bene, è andato tutto bene -. Mi alzo e mi dirigo alla finestra. Il tempo sta peggiorando, stanotte scoppierà una tempesta. Cala il silenzio. Ron, lo vedo con la coda dell’occhio, mi osserva con aria scettica. Harry seduto come al solito sulla sedia pericolosamente inclinata all’indietro e con i piedi sul tavolo, continua a disinfettarsi la ferita. Non mi guarda e non dice niente. Brutto segno. Il loro atteggiamento mi dice chiaramente che non si sono bevuti la balla.

Harry posa il disinfettante sul tavolo e, bacchetta alla mano, lo fa scomparire insieme al cotone sporco di sangue. Lo osservo per un breve istante. Sulla guancia sinistra si notano chiaramente quattro graffi che dallo zigomo scendono parallelamente verso la bocca. Devo convincerlo ad andare da un Guaritore che gli faccia scomparire le cicatrici o il suo bel viso resterà segnato.

- La gatta selvatica oltre che graffiare fa anche i capricci…Ron, che dici se gli diamo una grattatina dietro le orecchie si deciderà finalmente a raccontarci la verità?- Ron scoppia a ridere.

- Non sfottere Harry, non ce niente da dire!- Ron si alza dal divano e lentamente si porta alle mie spalle, guarda Harry e muove impercettibilmente la testa nella chiara intenzione di inviargli un messaggio. Harry piega la bocca in un sorriso per niente rassicurante, ovviamente ha recepito perfettamente le intenzioni dell’amico. L’unica che non ha capito niente sono io!! Oddio, cosa hanno intenzione di fare? Ma perché devo vivere con due hauror dell’Ordine?

Prima che possa tentare una fuga, le braccia di Ron si chiudono attorno alla mia vita impedendomi ogni movimento. Sento il suo torace contro la mia schiena, il mento appoggiato sulla mia testa. Non posso vederlo in viso, ma so che è attraversato da un sorriso. Il ghigno di Harry diventa più marcato. Si alza lentamente dalla sedia e comincia ad avanzare verso di me. Tranquilla Hermione, sono i tuoi migliori amici, non ti farebbero mai del male…sento il cuore cominciare a pompare sangue sempre più velocemente e il respiro farsi più affannoso. Ron deve essersene accorto perché rafforza la presa. Con le braccia imprigionate non posso nemmeno sperare di graffiarli.

Non mi piace quando scherzano in questo modo. So che non mi farebbero mai nulla che potesse causarmi dolore…ma quando i loro visi assumono queste espressioni…beh, allora mi ricordo che non siamo più a Hogwarts e che non siamo più bambini. Ho sentito le storie che girano sui miei amici…li chiamano demoni, esseri assetati di sangue. Quando compiono una missione non si fanno scrupoli a rimuovere qualunque ostacolo si frapponi tra loro e il loro obiettivo, sia esso uomo, donna o…bambino. Non ne ho mai parlato con loro, ma sono venuta a sapere dell’assassinio di quel bimbo di otto anni…perché ragazzi, perché? Sono sicura che ci sia una spiegazione ma…ho paura di chiederla. Basta!! Non voglio pensare a come si comportano quando lavorano…se siano davvero spietati assassini o no. Per me rimangono sempre Harry e Ron.

Ma.…a volte, quando le loro espressioni assumono la freddezza che hanno ora…allora non posso fare a meno di provare un brivido lungo la schiena e pensare che forse…

- Allora Hermione…ci vuoi raccontare la verità o preferisci continuare a giocare?” Guardo gli occhi verdi di fronte a me e quasi non riesco a riconoscerli…possono diventare così freddi i tuoi occhi Harry?

Mi costringo a non pensarci e comincio a considerare l’idea di continuare il “gioco”, d'altronde se non voglio raccontare la verità della vicenda non mi rimane altro da fare. Improvvisamente sento le lunghe dita della mano destra di Ron cominciare a sfiorarmi con movimenti lenti e quasi impercettibili il braccio sinistro, il suo respiro si fa leggermente meno regolare e…lo sento inspirare profondamente il profumo dei miei capelli. Non è possibile!! Un tremito mi scuote il corpo e un senso di vertigine mi assale. Ho paura!!!

Gli occhi verdi di Harry, un momento prima freddi e privi di ogni emozione, improvvisamente si accendono di una luce furente….le dita di Ron smettono di accarezzarmi la pelle e il suo respiro torna a farsi regolare.

Harry socchiude per un istante gli occhi e subito dopo questi si illuminano del consueto calore.

- Piccola peste, vuoi proprio sfidarci!- Scoppia a ridere e lancia un’occhiata a Ron che subito prende a farmi il solletico ai fianchi ridendo. Harry si unisce a lui. Io, in preda alle risa, tento di sottrarmi alla loro tortura senza ottenere alcun risultato.

- Ecco cosa succede quando non si dice la verità ai propri migliori amici!-

- Ron…AH AH AH…sme…smettila ti prego, io…AH AH AH…ho detto la…AH AH…la verità-

- Ma allora insisti!!!- Harry accentua il solletico sullo stomaco. Ormai sono sdraiata a terra con loro due addosso. In casa si sentono solo le loro risate e le mie urla.

- BASTA, BASTA!!! D’accordo vi dico tutto….sono stata licenziata…-

Loro smettono di ridere improvvisamente e mi lasciano andare. Si alzano e mi guardano dall’alto.

- Ma…Hermione, come accidenti hai fatto a farti licenziare il primo giorno di lavoro?- Ron pare scandalizzato.

- Diciamo che ci sono state delle incomprensioni tra me e la direttrice del giornale-.

- Delle incomprensioni? Per la miseria …il tuo lavoro consisteva nello svolgere ricerche sulle creature spirituali, che…che cavolo di incomprensioni potevano esserci!!- Ron sembra sul punto di esplodere. Ci credo! Ho passato tutta l’estate ad ossessionarli riguardo la mia assunzione alla famosa rivista culturale “Esseri Magici” e dopo appena un giorno mi sono fatta buttare fuori con la “calda raccomandazione” di non farmi più vedere e con la minaccia di denunciarmi se mi fossi avvicinata ancora alla redazione.

Ron fa un respiro profondo nel tentativo di calmarsi. Harry si limita a sollevare un sopraciglio.

- Ma scusa, quella insisteva sul fatto che gli Enwonzane fossero creature che abitano sugli alberi che crescono presso i fiumi!!!

- E allora?- Harry non pare rendersi conto della gravità della questione. Lo guardo inviperita.

- Gli Enwonzane sono spiriti, SPIRITI non creature, dell’acqua che vivono ALL’OMBRA dei grandi alberi che crescono sulle rive dei fiumi. Vivono quasi sempre nell’acqua in cui è possibile scorgere soltanto i loro lunghissimi capelli che essi utilizzano a mo’ di rete per pescare i pesci di cui si nutrono!- ( non sto inventando nulla, tutte le informazioni sono vere e attendibili. Leggete la nota a fine capitolo. NdElectra ).

Ron strabuzza gli occhi e apre ripetutamente la bocca nell’invano tentativo di parlare. Harry ora alza entrambe le sopraciglia e si porta una mano sugli occhi…poi esplode in un’altra delle sue solite risate. Si piega in avanti tenendosi la pancia con le mani. Ron ed io lo guardiamo con astio.

- Non c’è proprio nulla da ridere sai? Questa scema si fa licenziare per una stronzata e tu ridi? -Guardo sbigottita Ron.

- Stronzata? Gli Enwonzane sarebbero una stronzata?-

Harry continua a ridere e sembra quasi sul punto di avere un attacco cardiaco tanto è viola in volto.

- Ma che accidenti vuoi che importi se gli Envonzeni…-.

- Enwonzane Ron, si chiamano Enwonzane -. Ron assume un preoccupante colore rosso fuoco.

- Ma…COSA CAZZO VUOI CHE MI FREGHI COME CAZZO SI CHIAMANO, il punto è…-.

- Come sei volgare Ron!! -. Del fumo comincia ad uscire dalle sue orecchie e le mani si aprono e si chiudono ripetutamente. Harry è coricato di pancia sul tavolo e si tiene lo stomaco con la mano sinistra mentre il pugno destro colpisce ripetutamente il legno duro ormai in preda alle convulsioni.

- Le ho cercato di spiegare l’errore ma quella deficiente si ostinava a rimanere della sua ERRATA opinione. Alla fine le ho detto quello che pensavo e cioè che era una ignorante e che se si trovava a dirigere una rivista come “Esseri Magici” evidentemente era perché era stata a letto con qualche pezzo grosso-. Incrocio le braccia al petto e sorrido soddisfatta.

Harry cade giù dal tavolo e si contorce sul pavimento come se fosse in preda ad una attacco epilettico. Il corpo è scosso da violente contrazioni e sembra avere un disperato bisogno di ossigeno. Nel silenzio della casa riecheggiano solo le sue risate.

Lentamente si alza. La mano destra premuta all’altezza dello stomacato e il palmo sinistro ad asciugarsi le copiose lacrime causate dal troppo ridere.

- Basta, basta!! Non…AHAHAHA…non parl…AHAHAHAH…non parlare p-più, t-ti prego Hermione…altrim…AHAHAHAHA…altrimenti va a-a f-finire…che…AHAHAHA…che tiro le cuoiaaaaHAHAHAHAHH….IHIHIHIHI…oddio…oddio…aiu…AHAHAHA…aiuto non riesco a smettere…AHAHAHA.-

Fa un respiro profondo e tenta di ricomporsi. Con una mano sugli occhi e qualche altra risata, questa volta più normale, mi si avvicina lentamente, porta un braccio attorno alle mie spalle, stringendomi a lui.

- Hermione Hermione, se non ci fossi bisognerebbe inventarti! Solo tu puoi riuscire a dare della puttana alla direttrice di una famosa rivista e poi meravigliarti che ti abbia licenziato!!! AHAHAHAH….-. Mi libera dall’abbraccio e riprende a ridere.

- Io me ne vado a letto, Ron ti conviene andare a dormire anche tu…noi al contrario di una certa signorina abbiamo un lavoro che ci attende domani….AHAHAH…buonanotte!!!- Sale lentamente le scale e lo vedo scomparire al piano di sopra.

Ron ed io ci guardiamo in silenzio, scuote la testa e…scoppia a ridere anche lui. Prima di seguire Harry mi scompiglia bonariamente i capelli.

- Tu sei tutta matta…farsi licenziare per gli Envonzeni!!-

- Enwonzane Ron! Enwonzane!!-

Mi saluta con la mano e sale al piano superiore. Sento la stanchezza invadermi il corpo, salgo anche io e le scale ed entro nella mia stanza. Dalla camera dei ragazzi, che si trova di fronte la mia sento provenire delle risate.

FINE CAPITOLO.


La colpa: Cap.4


Martedì, 1:45 am.

Sono tre ore che sono stesa a letto e sono tre ore che tento inutilmente d’addormentarmi. Non faccio che pensare a ciò che ho visto, a ciò che ho ascoltato e alla proposta di Lupin…

Cosa devo fare? Devo accettare? Se Harry e Ron lo venissero a sapere si infurierebbero. Lupin è stato chiaro, nel caso lo facessi dovrei mantenere il silenzio, nessuno dovrebbe venire a saperlo, soprattutto loro…già loro, ancora non riesco a credere che abbiano potuto fare una cosa del genere…proprio Harry che a scuola non poteva neppure pensare di umiliare una persona per il puro piacere di farlo…proprio Ron che tremava al solo sentire il nome di Colui che non deve essere nominato, il nome di Voldemort.

Ma perché questa mattina sono andata al Quartier Generale dell’Ordine?



FLASH BACK. Lunedì, 7:15 am.



...Hermione...la colpa....tua...nessuno...destino...il trio...Ron...morte...Harry...amore, vendetta, odio...vi uniranno...dannazione eterna..........lo vorrai....tua scelta.....

Apro gli occhi di colpo. Cosa…ma di chi era quella voce? Cosa diceva? Sento di avere interrotto qualcosa nel momento in cui mi sono svegliata…il problema è che non ricordo cosa.

Chiudo gli occhi sperando di riportare così la mente al sogno…niente, tutto si fa sempre più confuso. Li stringo sforzandomi di concentrarmi…colpa…ricordo solo questa parola, ma che significa? Di chi è la colpa? E soprattutto di che colpa si tratta?

Riapro gli occhi. Inutile, per quanto mi sforzi non riesco a ricordare.

Mi sollevo lentamente dal mio letto caldo portandomi una mano alla fronte. Ho una terribile emicrania! Scuoto piano il capo come a cercare di scacciare un ricordo doloroso. Il cuore batte forte ed è stretto da una morsa d’angoscia. Sento i muscoli tesi e indolenziti come se avessi lottato contro il “fratellino” di Hagrid per tutta la notte e un’incomprensibile irritazione mi invade. Sono nervosa e…furiosa!

Mi alzo dal letto e mi stiracchio cercando di calmarmi. Devo avere avuto un incubo…sicuramente si tratta di un semplice incubo. Mi avvicino alla finestra della mia camera. Da una settimana (dalla notte del mio ultimo litigio con i ragazzi) non c’è stata una sola giornata di sole, infatti…nuvole scure tappezzano il cielo. Proprio uno splendido risveglio, non c’è che dire!!

La casa è silenziosa come tutte le mattine. Harry e Ron saranno al lavoro ormai da un pezzo. Improvvisamente mi viene un’idea!

Corro in bagno e mi faccio una doccia alla velocità della luce. Rientro in camera e comincio a spogliarmi, impugno la bacchetta posata sul comodino accanto al letto e un istante dopo i capelli sono asciutti. Comincio a vestirmi: un paio di jeans neri e un maglione grigio fumo di Ron ( uno degli abiti che ho preso “in prestito” dai miei amici). Un altro lieve movimento di bacchetta e il letto è rifatto in modo impeccabile. Scendo di corsa le scale ed esco di casa.

Come tutte le volte che sono di fretta mi domando perché abbiamo comprato questa casetta. Per carità è carina e confortevole, due piani, una sala, una piccola cucina abitabile, due camere da letto (dotate di un piccolo bagno personale) e un bagno abbastanza grande in fondo al corridoio del secondo piano, però…accidenti, è completamente isolata! A nord di Londra, dista circa tre ore d’auto dalla cittadina più vicina (babbana per altro) e cinque dalla capitale. Attorno si vedono solo colline e ad un paio di centinaia di metri dalla casa si estende una foresta, i babbani le hanno dato un nome, ma fra i maghi è conosciuta come La Foresta della Perdizione…che razza di nome lugubre, è logico che non sia entusiasta all’idea di viverci!!!

Tuttavia costava poco, forse proprio per questi motivi, e quindi abbiamo dovuto chinare il capo di fronte alle nostre esigue finanze.

Andare a Londra con la magia è sempre piuttosto rischioso, avrei dovuto usare il camino, ma sono troppo eccitata all’idea di fare una sorpresa ad Harry e Ron, quindi…per una volta non seguirò la ragione. Mi concentro sul luogo dove voglio andare e lo figuro mentalmente, un attimo dopo mi materializzo in Grimmauld Place, tra i numeri undici e tredici. Penso al numero tredici e l’ingresso del Quartier Generale dell’Ordine della Fenice mi appare davanti.

Le cose sono un po’ cambiate dalla prima volta che vi misi piede, poco più di due anni fa. Ora l’Ordine non è più un’associazione segreta, da quando il Ministero della Magia ha accettato il ritorno di Voldemort ne è stata approvata ufficialmente l’esistenza. Il Ministero la finanzia e le ha delegato il compito di proteggere il mondo della magia e il mondo babbano dall’avanzata di Voldemort e del suo esercito. Nel corso dell’anno passato infatti le schiere del Signore Oscuro si sono notevolmente infoltite fino a raggiungere un numero decisamente preoccupante. I Mangiamorte ora compongono un vero e proprio esercito diviso in tre classi: Mangiamorte di terzo livello (col compito di trovare nuovi seguaci e addestrarli), Mangiamorte di secondo livello (hanno molteplici funzioni, dall’azione punitiva nei confronti dei traditori alle stragi di massa). E infine i Mangiamorte di primo livello…i peggiori! Sono stretti collaboratori di Voldemort e suoi più fidati seguaci. A loro il Signore Oscuro assegna le missioni più complicate e letali, sono i diretti nemici dell’Ordine!

L’ordine della Fenice, pur essendo ufficialmente un dipartimento del Ministero è in realtà un’associazione totalmente autonoma. Non rende conto a niente e a nessuno e le decisioni vengono prese dai soli membri. Nessuno all’esterno dell’Ordine è a conoscenza dei suoi reali compiti ne tanto meno conosce i nomi dei suoi componenti. In realtà si potrebbe dire che è diventata una specie di setta segreta, immune alle leggi e con piena libertà d’azione. Solo l’Ordine può decidere cosa fare e cosa non fare. Gli Auror del Ministero non centrano niente con gli Auror dell’Ordine, che hanno decisamente maggiore potere e libertà d’azione. Gli Auror Special, è così che il Ministero li ha denominati, posseggono il “potere oscuro” e hanno il compito di esercitarlo.

Pur abitando con due di loro, neppure io ho mai saputo in cosa consista questo potere. Harry e Ron, nonostante li abbia pregati di rivelarmelo, si sono sempre rifiutati categoricamente di dirmelo con la scusa dell’obbligo al silenzio…ma ho sempre avuto come l’impressione che non fosse questo il solo motivo…

In onore di Sirius Black la sua vecchia casa è stata mantenuta come sede, pur subendo profonde modificazioni.

Suono il campanello. Nel momento in cui un mago o una strega dotati di permesso, e io ce l’ho essendo coinquilina di Harry e Ron nonché membro “inattivo”, pensano al numero tredici, sia la persona in questione, sia l’edificio, vengono Disillusi rendendo impossibile la loro vista a chiunque. Si tratta di una delle magie più potenti che abbia mai visto!!

Una voce mi domanda l’identità. - Hermione Granger, membro inattivo dell’Ordine della Fenice -.

Pochi istanti dopo la porta si apre. Il piano terra è rimasto esattamente come tre anni fa, con la sola differenza che sono stati rimossi tutti i quadri e le teste degli elfi, ma so per certo che i piani superiori sono stati adibiti a dormitori, per gli hauror impossibilitati a tornare nel loro appartamento.

Come per il Ministero della Magia, anche qui hanno costruito dei sottolivelli nei quali si svolge la vera attività dell’Ordine.

Dal muro di fronte a me vedo comparire una porta e un Remus sorridente mi viene incontro.

- Hermione, che sorpresa! Da molto non ti facevi più vedere! Ma dimmi, come mai sei qui?-

Nella sua voce pacata e gentile mi sembra di percepire una nota di tensione.

- Niente di speciale, volevo solo salutare Harry e Ron. Posso vederli?-

- No…no, mi spiace Hermione, ma sono fuori in missione in questo momento, ma se vuoi puoi aspettarli -. Accetto volentieri e lo seguo oltre la porta dalla quale è uscito poco prima.

- Secondo Sottolivello!- Sento una leggera vertigine e la porta si apre. La stessa voce che mi ha chiesto l’identità all’entrata ci dà il benvenuto al Secondo Sottolivello.

- Hai visto? Basta pensare al piano al quale si vuole andare e subito ci si arriva -. Remus mi fa un largo sorriso.

Una grande stanza si mostra ai miei occhi. Uomini vestiti di blu sollevano la testa per osservarmi.

- Chi sono? – Lupin solleva le spalle – Addetti alle news. Hanno il compito di cercare nel mondo, notizia che possa anche lontanamente fare pensare a Voldemort -.

Li sento parlare in molteplici lingue attraverso quelli che sembrano cappucci di penne. Mi rivolgo verso il mio vecchio insegnante con sguardo interrogativo.

- Ingegnoso vero? Sono pennofoni, permettono di parlare con chiunque nel mondo a patto che abbia un pennofono o un telefono babbano. Molti di loro in questo momento stanno raccogliendo informazioni da enti pubblici o privati babbani. Chissà come reagirebbero i “senza magia” se sapessero che la persona con la quale stanno parlando al telefono in realtà comunica con loro tramite una “penna”!- Ride e mi indica la penna che si muove sulla scrivania nella quale siede un ragazzo di circa venticinque anni che sta parlando in tailandese attraverso il cappuccio.

- Vedi? Il cappuccio serve da auricolare, e la biro automaticamente trascrive sulla pergamena la conversazione -.

Devo avere un’espressione assolutamente stupita perché Lupin sghignazza e mi da una pacca sulla spalla.

- Forza andiamo, li aspetterai nel loro ufficio-. Rientriamo nella porta dalla quale siamo usciti poco prima.

- Settimo Sottolivello!-

- Benvenuti al Settimo Sottolivello, vi auguriamo una buona giornata -. La porta si apre e cominciamo a camminare lungo il corridoio principale.

- Stammi vicina o rischi di perderti -. Effettivamente più che un corridoio sembra un labirinto, ovunque si intersecano corridoi lungo i quali si trovano numerose porte.

- Senti…non potresti spiegarmi la struttura dell’edificio?- Lo guardo con occhi supplici.

- Hermione, tu non sei un membro effettivo, non posso…-

- Per la miseria! È anche grazie al mio aiuto se in passato siamo riusciti ad impedire a Voldemort di portare a termine i suoi piani! Ora non potete tenermi fuori solo perché non sono membro ufficiale dell’Ordine!!- Remus mi guarda in silenzio per un momento, io non distolgo lo sguardo dai suoi occhi.

- Perché hai rifiutato di diventare un’Auror Special quando te lo abbiamo proposto?…E non mi dire che è perché era un lavoro troppo rischioso! Hai affrontato Voldemort quando eri solo una bambina, quindi…quale è il vero motivo?- Abbasso la testa interrompendo il contatto visivo. Nel frattempo Lupin apre una porta alla nostra sinistra e mi fa cenno di accomodarmi. Il suo ufficio è molto simile all’ufficio che aveva ad Hogwarts, quando era nostro professore di Difesa contro le Arti Oscure.

Mi siedo su una poltrona di pelle. Lui si appoggia alla scrivania di fonte a me. Mi osserva in silenzio dall’alto in basso…questa volta non posso mentire. Solo Harry e Ron conoscono il vero motivo del mio rifiuto.

- Poco prima dell’inizio del vostro settimo anno ad Hogwarts, quando venni a chiedervi di entrare ufficialmente nell’Ordine Harry e Ron accettarono subito, cominciando l’addestramento e diventando in pochissimo tempo i migliori Auror Special che abbia mai visto. Feci la medesima proposta a te, avevi le qualità per riuscirci…allora perché, perché Hermione non hai accettato…- Dalla morte di Tartufo (strano mi viene ancora naturale chiamarlo con il suo “nome in codice”) Remus ha assunto un’aria ancora più stanca e sciupata. So che se non è ancora crollato davanti alla perdita di tutti i suoi migliori amici è solo per il desiderio di sconfiggere Voldemort e non rendere vane le loro morti.

- Volevo…devi credermi, lo desideravo con tutta me stessa, ma…non potevo…Remus la mia famiglia è babbana, lo sai, e i miei genitori già vedevano di mal’occhio che io tutti gli anni mi trovassi in situazioni tanto pericolose. Quando mi facesti quella proposta ti dissi che ci avrei pensato…- Chiudo gli occhi per un istante. È sempre doloroso ricordare le cose che successero quando parlai con i miei genitori della proposta di Lupin.

- …andai a casa e ne parlai subito con mamma e papà…ero talmente eccitata all’idea! Loro si infuriarono, mi dissero che non dovevo assolutamente accettare, che dovevo crescere, che non potevo continuare a giocare alla paladina della giustizia con quei due “pazzi irresponsabili” dei miei amici. Cercai di spiegare loro che non si trattava di un gioco e che comunque ci sarebbero stati Harry e Ron con me e che quindi non avrei corso nessun tipo di pericolo…avresti dovuto vederli!! Erano completamente usciti di testa al pensiero che mi potesse accadere qualcosa. “Non devi necessariamente seguire quei due qualunque cosa facciano…sono pericolosi, non si accorgono dei rischi e se ne infischiano altamente di poterti danneggiare con le loro irresponsabili azioni!”. Ecco cosa mi disse mia madre. Mi infuriai, dissi loro che non ero una bambina incapace di prendere decisioni autonome e che Harry e Ron tenevano sinceramente a me.

Mio padre a questo punto mi disse che dovevo tagliare i ponti con loro, che erano pazzi…a quel punto non ci vidi più e dissi loro che non avrei mai fatto una cosa del genere e che se mi consideravano così poco degna di fiducia allora sarei andata a vivere da sola in modo da dimostrargli che sono capace a badare a me stessa e che mai e poi mai avrei rinunciato ai miei migliori amici. Me ne andai sbattendo la porta. I Weasley mi hanno ospitata fino alla fine della vacanze, non ho detto a nessuno della discussione con i miei, e poi una volta ad Hogwarts ho chiesto al preside Silente di permettermi di lavorare come collaboratrice nella scuola. In questo modo ho messo da parte un po’ di oro, ma naturalmente non era sufficiente per una casa, così…quando Harry e Ron vennero a sapere tutto decisero di venire a vivere con me, abbiamo trovato una casetta e ciascuno a messo la sua parte, per loro non era un grosso problema , in fondo lavorare per l’Ordine rendeva decisamente di più che fare l’assistente alla professoressa McGranitt…-

Lupin mi lascia parlare senza dire nulla. Alla fine fa un sospiro profondo. - Non hai più parlato con i tuoi?- ora è il mio turno di sospirare.

- Sì, si sono scusati per la sfuriata, mi hanno detto che se volevo abitare da sola andava bene e che non avevano nulla contro i miei amici, ma che erano terrorizzati all’idea che mi potesse succedere qualcosa…Ora capisci? Non posso accettare, per loro sarebbe insopportabile l’idea che la loro unica figlia sia in prima linea nella battaglia contro Voldemort!!-

- Ti capisco Hermione, davvero, è sempre difficile opporsi alle persone che si amano,ma…sei tu che devi decidere. È pericoloso, non voglio mentirti, ma avrai tutto l’Ordine che ti guarderà le spalle e inoltre ci saranno Harry e Ron, quei due si farebbero massacrare pur di evitarti anche solo un graffio -. Sorridiamo entrambi, è vero loro mi difenderebbero sempre.

- Senti, Harry e Ron come hanno preso la cosa?- Il sorriso mi scompare subito dal viso, sostituito da una smorfia. - Non me lo hanno detto, ma si vedeva benissimo che erano felici che non accettassi, non vogliono che corri rischi…-

- Accidenti…questo è un problema, se io riuscissi a convincerti…loro mi ammazzerebbero! Allora…come possiamo fare per tranquillizzare tutti. Accipicchia bambina! Con tutta la schiera di “guardie del corpo” che ti ritrovi, mi complichi la vita!!- Remus scoppia a ridere riuscendo a strapparmi un timido sorriso. All’improvviso si blocca, batte il pugno destro sul palmo della mano sinistra…- Ma certo!! Che sciocco perché non ci ho pensato prima? Potresti diventare una A.E. -. Lo guardo confusa.

- Una cosa?-

- Una A.E. cioè Auror Esplorator, in questo modo correresti meno rischi…beh, in realtà non è ne correresti molti di meno…però Harry e Ron non lo verrebbero mai a sapere!!- Sembra completamente elettrizzato dalla soluzione che ha trovato…ma io…

- Aspetta, aspetta…io…io non ci ho capito assolutamente niente, spiegati! -

Lupin si calma e va a sedersi comodamente sulla poltrona al di là della sua scrivania, mi guarda seriamente.

- Gli A.E. fanno parte di un dipartimento diverso e ben distinto da quello degli Auror Special…mantengono segreta la propria identità, solo pochi al vertice sanno chi sono (io sono tra questi), e vengono dotati di un nome in codice, per permetterne i rapporti con gli altri membri dell’Ordine. Nessuno li vede in volto, se ne conoscono solo le voci -. Si interrompe per un istante, probabilmente aspettandosi una qualche protesta da parte mia…che invece sono completamente ammutolita. Entrare nell’Ordine a tutti gli effetti…poter dire ai miei genitori che non correrò rischi(beh…insomma raccontare una piccola bugia)…non dover preoccuparmi della reazione di Harry e Ron…un sogno!!! Lupin vedendo che non parlo prosegue.

- Per adesso non posso dirti di più. Nel caso accettassi allora comincerai l’addestramento e saprai i particolari. Aspetto la tua risposta domani all’una pomeridiana. Mi raccomando Hermione, devi mantenere il più assoluto silenzio su tutta la faccenda…soprattutto con Harry e Ron -.

Mi prende la mano e vi appoggia sopra uno strano specchietto…- Ma io questo…-

- Sì, lo so. Sirius ne aveva dato uno identico a Harry all’inizio del quinto anno, usalo per comunicarmi la tua risposta -.

Un aeroplano di carta entra volando nell’ufficio e atterra sulla scrivania. Remus lo legge velocemente e balza in piedi.

- Allora a domani Hermione, spero prenderai in considerazione la mia proposta. Ora devo proprio scappare. Dubito che potrai vedere Harry e Ron oggi, è meglio che vai a casa. Entra nella Portascensore e pronuncia “Ingresso!”-. Mi fa un cenno di saluto ed esce a passi svelti dall’ufficio.


FINE PRIMA PARTE DEL QUARTO CAPITOLO.

--Electra--
00giovedì 30 settembre 2004 11:15
La colpa: cap.4 - seconda parte
Eccomi di nuovo qua...sigh! Nessuno ha un commintino da fare a questo parto della mia psiche malata?? Sigh [SM=x117103] Vabbè. Posto un altro capitolo. Un saluto a tutti!!! [SM=g27828]


Piccolo avvertimento. Questo capitolo contiene scene piuttosto violente, niente di eccessivo in verità, ma ho ritenuto doveroso avvertirvi. Buona lettura!

La colpa: Cap.4 - Seconda parte


Lupin è andato via già da dieci minuti ed io sono ancora seduta sulla poltrona nel suo ufficio. Non riesco a muovermi, non faccio che pensare alla sua proposta…e poi, beh c’è qualcosa che non mi torna nel suo comportamento. Quando sono arrivata mi è sembrato piuttosto teso anche se cercava di nasconderlo, mi dice di aspettare Harry e Ron e dopo avere letto un messaggio scappa via invitandomi praticamente a levarmi dai piedi…qui c’è qualcosa che non va…

Mi alzo ed esco dall’ufficio. Allora….da che parte devo andare adesso? Prendo il corridoio a sinistra e comincio a camminare. Dopo poco svolto a destra, mi guardo attorno nella speranza di riuscire ad orientarmi.

- Accidenti! Lo sapevo….mi sono persa e adesso da che parte dovrei….- All’improvviso vedo la mia salvezza uscire da una porta poco avanti .

- TONKS!!!- Lei si volta stupita, le corro in contro. -Grazie al cielo! Non sapevo come fare, certo che questo posto è assurdo!!- Mi fa un sorrisone. I capelli sono di nuovo di un coloro diverso, ora ce li ha…arancione fosforescente, devo assolutamente dirle di cambiare gusti!!!

- Non dirlo a me…io mi perderò almeno tre volte al giorno! E dire che ci lavoro ah ah ah- ride e fa un passo nella mia direzione.

- AAAAAHIAAAA!!!! – senza capire come ci sia potuta riuscire, la vedo ruzzolare a terra a gambe all’aria.

- Tonks...Tonks tutto okay?- Cercando di trattenermi dallo scoppiarle a ridere in faccia le allungo una mano per aiutarla ad alzarsi.

- Sì sì, tutto bene, grazie. Maledetti elfi domestici! Quanto cavolo di Antimpronta hanno usato?-

Le lancio un’occhiataccia ma decido di sorvolare sulla faccenda degli Elfi.

- Antimpronta?- accidenti mi sembra di essere una ritardata…devo chiedere spiegazioni per ogni cosa!!!

- È una forma di sicurezza che abbiamo adottato da poco. Oltre a lucidare i pavimenti memorizza le impronte di quelli che ci camminano sopra e se ne rileva una sconosciuta diventa vischiosa impedendo alla persona in questione di muovere anche solo un passo fino all’arrivo degli Auror Special -. Non posso fare a meno di guardarla esterrefatta.

- Ma…allora perché a me non è successo? Io non sono un membro ufficiale…- Tonks ci pensa su un attimo, poi si illumina…ha trovato la soluzione.

- Beh, ti ha accompagnato qualcuno?-

- Lupin - Tonks si sposta una ciocca di capelli arancione dagli occhi.

- Appunto! Lupin deve avere modificato l’Antimpronta affinché ti riconoscesse come membro ufficiale! Ma dimmi, ti sei persa?-

- Come? Ah già, infatti! Puoi…- mi zittisco, improvvisamente mi è venuta un’idea.

- Lupin mi doveva accompagnare da Harry e Ron, ma poi ha ricevuto un messaggio ed è dovuto andare via. Ehm…mi ha detto di chiedere a qualcuno di accompagnarmi da loro, non è che tu potresti…-

Tonks pare turbata. - Ti ha detto che puoi andare da Harry e Ron? Adesso? -

- Già! Qualche problema?-

- No…no, nessun problema, solo che sono appena tornati da una delicata missione ed ora…beh, diciamo che stanno “interrogando” un prigioniero. Non so se sia opportuno che tu assista…ehm, all’interrogatorio -.

- Oh, dai Tonks. Che problema vuoi che ci sia!- La giovane donna pare riluttante, si gratta nervosamente la nuca. Io trattengo il fiato in trepidante attesa della sua risposta, incrocio le dita dietro la schiena. Alla fine sospira e mi sorride. Ce l’ho fatta!! Mi ha creduta!!!

- D’accordo, vieni con me -. Torniamo nella direzione dalla quale ero arrivata. Giriamo in un corridoio a destra e continuiamo a camminare per una cinquantina di metri, poi varchiamo una porta alla nostra sinistra ed entriamo in uno stanzone circolare completamente vuoto. La porta dalla quale siamo entrate appena si richiude scompare. Non ci sono altre vie d’accesso. Guardo perplessa Tonks.

- Ehm…non è che ci siamo perse? Ora come facciamo ad uscire da questa stanza?-

- Tranquilla!- si schiarisce la gola con un piccolo colpo di tosse. -Stanza dell’Interrogatorio!-

Una porta compare ad ore dieci davanti a noi. Tonks la apre e mi fa cenno di entrare.

- Ora devo lasciarti, ho un sacco di cose da fare. Prosegui lungo il corridoio principale, ti troverai di fronte ad un muro di pietra sul quale è scritto “Quaestionis Cellam”, sfiora la prima lettera. Là troverai Harry e Ron. Ciao! Spero di rivederti presto!!- mi sorride e se ne va chiudendo la porta (che subito scompare) dietro di sé.



Guardo il lungo corridoio di fronte a me e comincio a camminare. Sembra non finire mai, è stretto e le pareti grigie ne accentuano la lunghezza. I miei passi rimbombano provocando uno strano effetto sonoro. Finalmente arrivo di fronte al muro, sfioro con due dita della mano sinistra la lettera Q e la parete comincia a dissolversi, sostituita da quella che sembra una pellicola d’acqua limpida. La tocco appena, non ha consistenza, le mie dita vi penetrano per un paio di centimetri. Sento delle voci. La mia attenzione ora passa alle immagini che si vedono al di là della pellicola. Sembra di guardare attraverso un vetro opaco. Mi avvicino ancora un poco, ora il mio viso è ad un pelo dalla superficie acquosa. In mezzo alla stanza nella quale sto guardando c’è un pesante tavolo di legno. Un uomo seduto proprio di fronte a me vi si appoggia sopra con i gomiti tenendosi la testa tra le mani, rimane completamente immobile. Ron esce da un angolo buio della stanza, si muove a passi lenti verso l’uomo con le mani in tasca. Gli arriva dietro e poggia entrambe le mani sullo schienale della sedia. Il tizio si muove nervosamente. Ora posso vederlo in volto. Avrà non più di trentacinque anni, i capelli castani sono arruffati e sporchi di terra come se qualcuno lo avesse trascinato per una strada fangosa. Il viso è magro e scavato, troppo per un uomo della sua età. Ma non è questo a farmi sbarrare gli occhi. La faccia è praticamente irriconoscibile! L’occhio destro è gonfio e viola, il sopraciglio è spaccato e si vede chiaramente il sangue raggrumato uscito dalla ferita. Parte della carne del labbro inferiore è stata raschiata via come se avesse stretto talmente forte il labbro tra i denti da troncarsene una parte. Lo zigomo sinistro è gonfio e rosso. La camicia, macchiata di sangue, è aperta: i bottoni sono tutti saltati!

- Allora…te lo domanderemo ancora una volta! Dove sono Kennet Braen e Dennis Melling?-

L’uomo scuote la testa e abbozza un sorriso tirato. - Potete anche spedirmi ad Azkaban per tutta la vita, ma io non so assolutamente nulla!- si alza faticosamente in piedi e fissa Ron.

- Ora…se avete finito potete anche lasciarmi andare! Non avete uno straccio di prova che mi colleghi a quei due vostri compagni e soprattutto non avete nulla che dimostri che sappia qualcosa sull’Oscuro Signore- si guarda nervosamente attorno alla ricerca di una via d’uscita.

Ron sorride malignamente. - È inutile che ti guardi attorno, non ci sono uscite…ci siamo solo tu e noi -.

Una figura compare nella mia visuale da sinistra…Harry! Doveva essere appoggiato alla superficie acquosa…evidentemente dalla loro parte è una normalissima parete. Questo vuol dire che non possono vedermi!

Harry mi da le spalle, non riesco a vedergli il volto. Una parte di me sente di provare sollievo per questo…mi è già bastata l’espressione di Ron per prendere coscienza che i due ragazzi in quella stanza non sono gli stessi ragazzi che abitano con me.

Harry si muove verso l’uomo che ora comincia a tremare. Per un attimo rimangono a fissarsi negli occhi. Il poveretto, pur essendo molto alto, è obbligato ad alzare un po’ il viso. Entrambi i suoi “aguzzini” lo sovrastano di mezza testa.

Harry da quando è entrato nell’Ordine è cresciuto molto, ora è alto come Ron…poco meno di un metro e novanta!! Anche il fisico dei due giovani uomini si è notevolmente modificato nell’ultimo anno.

Ron, pur mantenendo la sua corporatura magra, ha sviluppato una tonicità e agilità muscolare tali da permettergli di possedere forza e scioltezza straordinarie. Harry, che è sempre stato più robusto di Ron, ha invece accentuato questa sua caratteristica sviluppando una notevole massa muscolare che gli ha conferito, oltre ad una forza pari a quella dell’amico, una velocità degna del figlio di James Potter.

Il mio amico dai capelli neri all’improvviso afferra il collo dell’uomo con la mano destra, lo solleva di una decina di centimetri da terra e lo sbatte violentemente contro il muro. Vedo il prigioniero dibattersi furiosamente nel tentativo di liberarsi dalla presa. Il volto gli diventa sempre più rosso e la bocca si spalanca nel bisogno disperato di fare arrivare ossigeno ai polmoni.

Ora posso vedere il profilo di Harry…un ghigno inumano gli piega le labbra e gli occhi, puntati sulla sua preda, non esprimono alcun sentimento. Inconsciamente ripenso alla sera di una settimana fa, quando per la prima volta vidi la stessa espressione nei suoi occhi. Avrebbe potuto fare lo stesso anche con me? Lo osservo meglio…no! Non è lo stesso sguardo. Con me i suoi occhi erano si privi di sentimento ma la sua espressione non era neanche lontanamente paragonabile a quella che ha ora….così malvagia…

Sento una stretta al cuore e gli occhi inumidirsi.

- Fai bene a non preoccuparti di Azkaban…perché non è li che andrai, anzi…non andrai proprio da nessuna parte!-

La sua voce risuona in modo a me sconosciuto, fredda e minacciosa.

- E per quanto riguarda le prove, beh…che ne dici Harry, ne abbiamo bisogno?- Ron si sposta alle spalle del moro e guarda l’uomo, ancora tenuto sollevato per la gola, con un sorriso innocente e divertito.

- Nahh…non credo proprio… - Harry ride, poi lascia andare di colpo la gola dell’uomo che frana a terra tossendo e ansimando, tenendosi il collo con la mano. Ron lo afferra per i capelli e lo costringe a rialzarsi, lo spinge verso la sedia e ce lo sbatte sopra.

- Allora Jack…ora ce lo dici quello che vogliamo sapere?- il rosso si appoggia sul tavolo alla sinistra del malcapitato.

- Io…io non so nulla!! Ve lo giuro, ve lo giuro!!!- Harry, appoggiato alla sua destra, sospira e lo fissa in modo scettico, poi si porta la mano sinistra nella tasca e ne tira fuori un pacchetto di sigarette. Ne afferra una tra le labbra e la sfila dal pacchetto, l’accende con la punta della sua bacchetta e aspira forte. Chiude gli occhi e solleva la testa verso il soffitto. Resta fermo per qualche secondo, poi li riapre e nello stesso istante rilascia una nuvola di fumo dalla bocca. Rimango esterrefatta…da quando Harry fuma? Non me ne ero mai accorta!

Torno ad osservare il suo volto…non mi ero accorta di molte altre cose…

Sento una lacrima scorrermi lungo la guancia, la scaccio con il palmo della mano.

Nell’istante stesso che ha riaperto gli occhi ha preso la sua decisione. Guarda Ron in una silenziosa richiesta di consenso. Gli occhi del nostro amico per un momento si fanno tristi, poi ogni sentimento smette di trapelare.

Harry torna a fissare Jack, gli soffia in faccia del fumo e storce le labbra in un ghigno. Ron si piega in avanti e appoggia le mani sui braccioli dalla sedia in modo da essere faccia faccia con l’uomo, che ora sembra completamente terrorizzato.

- Ora basta scherzare Jack, non abbiamo tempo da perdere con un Mangiamorte di Terzo Livello -. La sua voce è gentile e pacata ma, stranamente, proprio per questo risulta assolutamente terrificante. Si solleva e lo guarda. Jack assume un colorito pallido, comincia a contorcersi le mani e a muovere le pupille per la stanza, come se volesse cercare un invisibile angolino dove andare a rifugiarsi.

- Sappiamo che sei a conoscenza della fine che hanno fatto Braen e Melling, vogliamo che tu ce la dica, vogliamo sapere i nomi dei Mangiamorte coinvolti nella faccenda e vogliamo che tu ci dica dove poterli trovare. Sei un pesciolino piccolo…molto piccolo, dicci dove trovarne qualcuno più grosso…- Ron rimane in silenzio senza distogliere lo sguardo dall’uomo seduto.

- Cosa…cosa ne guadagno a raccontarvi ciò che so? Come fate a garantirmi un’adeguata protezione? Se l’Oscuro Signore venisse a sapere che ho parlato, e lui lo verrà a sapere, io…io…IO SONO UN UOMO MORTO!!!-

Si alza in piedi di scatto. Harry lo afferra per una spalla e lo sbatte di nuovo sulla sedia. Aspira la sigaretta e comincia a parlare in modo lento e annoiato.

- Jack, Jack…sei davvero piuttosto sfigato,sai? Appena entrato nelle file di Voldemort e già ti ritrovi in una situazione del genere! Davvero, mi fai pena…quindi ti dirò come stanno le cose…Tu non ci guadagnerai nulla e non riceverai nessun tipo di protezione perché, vedi, è stata tua la scelta di unirti a Voldemort, solo tua. Ora…la verità è che non verrai spedito ad Azkaban, né da nessuna altra parte…tu morirai qui e oggi…l’unica cosa che puoi fare è decidere se raccontarci subito ciò che vogliamo e fare una morte veloce e indolore o continuare a voler ritardare la tua confessione e morire in modo lento e tremendamente doloroso. A te la scelta, l’unica cosa certa è che prima di emettere il tuo ultimo respiro noi sapremo ciò che vogliamo -. Harry alza le spalle con noncuranza e si porta la sigaretta alle labbra.

Non ci posso credere! Trattengo un gemito e spalanco gli occhi.

Come può…come può avere detto una cosa del genere con tanta tranquillità!? Calma Hermione, ragiona, stanno interrogando un prigioniero, sicuramente staranno bluffando, non parlavano sul serio…certo…sicuro, loro non…possono…non potrebbero mai ammazzare qualcuno così!!

Jack sussulta e comincia a piangere. Il corpo è scosso da tremiti. Fa quasi tenerezza, un omone di trentacinque anni che piange come un bimbo di fronte a due diciottenni.

- Voi…voi non potete! Non è così che si comportano gli Auror, voi non …-

- Ops…Harry! Credo che si sia un po’ confuso! Guarda meglio le nostre divise Jack…non siamo Auror del Ministero, noi siamo Auror Special. Non dobbiamo rendere conto a nessuno all’infuori dell’Ordine di ciò che facciamo. Mi spiace…ti è andata male!- l’uomo sembra non capire e sinceramente neppure io.

- Vedi, l’Ordine non fa prigionieri. La guerra intrapresa contro di voi non ce lo permette. Fin quando Voldemort vivrà, non ci sarà pietà né comprensione. Non so quando, ma l’unica cosa della quale sono sicuro è che riusciremo a vincere e ad uccidere Voldemort. Quel gran figlio di puttana morirà e sarà per mano mia…è il mio destino…- la voce di Harry ora è bassa come se stesse parlando più a se stesso che a Jack.

- Harry riuscirà a sconfiggerlo ed io lo aiuterò!- Ron parla guardando negli occhi l’amico che gli fa un largo sorriso di ringraziamento, si schiarisce la gola e torna a puntare l’attenzione su Jack.

- Allora queste informazioni?- Jack si alza di scatto. Sembra totalmente impazzito, dalla bocca gli esce un filo di saliva e i capillari degli occhi sono evidenti in modo innaturale.

- Bastardi! Non riuscirete a farmi fuori!! VI AMMAZZO!!!-

Prontamente Harry e Ron balzano in piedi e afferrano le bacchette, poi si lanciano un’occhiata e le riposano nella custodia agganciata alla cintura dei pantaloni.

- Bene Jack, vedo che hai deciso di giocare-

Jack, non avendo la bacchetta con sé decide di lanciarsi su Ron tentando di afferrare la sua. Ron spicca un salto sorvolandolo, mentre è in aria a testa in giù esattamente sopra il Mangiamorte, lo afferra con entrambe le mani per il colletto della camicia. Jack viene sollevato da terra, Ron comincia la discesa portandoselo dietro. Nel momento in cui tocca il pavimento, con la schiena piegata leggermente in dietro, rafforza la presa sul colletto del nemico, che si trova in aria dietro di lui e con un colpo di reni si piega in avanti catapultando Jack contro la parete di fronte.

- Mossa sbagliata Jack, ora ci tocca insegnarti l’educazione!-

Harry mentre parla si avvicina al corpo dell’uomo che, ancora stordito dal tremendo schianto contro la parete fatica a riprendersi.

Poco dopo il Mangiamorte si rialza e gli sferra un pugno micidiale allo stomaco. Mi copro gli occhi con le mani ed emetto un suono strozzato, come se avessi ricevuto io il colpo invece che Harry. Allargo le dita quel tanto da permettermi di guardare cosa accade nella stanza.

Harry non ha mosso un solo muscolo, come se non avesse nemmeno sentito il colpo. Non può essere! Sia Jack che io lo guardiamo attoniti, poi le nostre due espressioni si differenziano, sul volto dell’uomo compare uno sguardo terrorizzato, sul mio un sorriso…allora non si è fatto male!! Per fortuna!!!!

Harry sorride e scuote piano la testa come se si trovasse davanti ad un bimbo che ha fatto una marachella. Improvvisamente afferra il polso destro dell’avversario con la mano sinistra, porta la gamba destra avanti torcendo il busto verso sinistra. Con la mano destra aggancia l’avambraccio destro del poveretto, la gamba sinistra si sposta velocemente dietro quella destra, ora la sua schiena piegata un poco in avanti preme contro lo stomaco di Jack. Si piega ulteriormente e , come se sollevasse un cestino da merenda, lo proietta davanti a sé.

Vedo Jack sfrecciare nelle mia direzione… la parete non reggerà!!! Quando poco prima l’ho toccata, le dita vi sono penetrate per un paio di centimetri come se le avessi immerse in una torta alla panna, è impossibile che non ceda sotto la mole dell’uomo!

Mi accuccio sulle ginocchia rannicchiandomi per proteggermi dallo schianto. Chiudo gli occhi e aspetto sperando in cuor mio di non farmi troppo male. Non accade nulla…riapro un occhio, mi sollevo e guardo oltre la superficie acquosa. Jack è riverso in una pozza di sangue proprio ai miei piedi. Harry e Ron avanzano verso di lui. Stupefacente!! La parete ha resistito!!

- Allora? Dobbiamo continuare?- Jack solleva il viso. Sbattendo contro la parete si è spaccato i denti davanti…ecco da dove viene tutto quel sangue!

Lo sento mugugnare qualcosa. -Cosa?- Ron si porta una mano all’orecchio simulando un problema di udito.

- Ho deffo…che fofete imficcarfi!- il mio amico alza un sopraciglio.

- Harry, credo volesse dire che possiamo impiccarci….- Harry si porta una mano alla fronte.

- Comincio ad essere stanco…muoviamoci Ron…non mi va più di giocare - guarda duramente l’uomo a terra.

- Ora ti faremo molto, molto male…ti consiglio caldamente di deciderti a parlare -.

Solleva l’indice della mano di Jack e vi appoggia la punta della scarpa, poi…Oddio no! No Harry non puoi!!!

Chiudo gli occhi e mi accorgo di piangere. Sento l’urlo di Jack perforarmi la testa.

Mi costringo a guardare di nuovo la scena. Jack è rannicchiato in posizione fetale contro la parete, con il viso stravolto dal dolore guarda il dito piegato in modo innaturale verso il dorso della mano.

Non posso crederci!!…Non riesco a trattenere i singhiozzi, osservo terrorizzata i miei due amici abbassarsi verso l’uomo a terra.

No!!…Quelli non possono essere…Harry e Ron non avrebbero mai…

- Abbiamo appena iniziato…alla fine ci supplicherai di finirti…-

Ron sorride malignamente, Harry ripete l’azione con il dito medio di Jack. Sul pavimento, sotto il corpo dell’uomo, comincia ad allargarsi una pozza di liquido giallo…

L’ultima cosa che sento prima di svenire è la voce di Lupin che mi chiama….



Apro gli occhi lentamente. Una fitta alla testa mi costringe a stringerli e a portarmi due dita alla tempia massaggiandola. Mi guardo attorno…dove diavolo sono?

Mi sollevo sui gomiti per avere una migliore visuale del posto. Accanto al letto sul quale sono sdraiata c’è un piccolo comodino di legno con poggiato sopra un catino d’acqua. Mi tocco di nuovo la fronte…è umida, immagino che me l’abbiano rinfrescata con quella pezza bagnata che ora è immersa nel catino. Nella stanza ci sono circa una trentina di letti divisi in tre file. Ciascuno ha vicino un comodino simile al mio. Per il resto la stanza è completamente vuota.

Sento delle voci e ne ricerco la fonte. Vicino ad una porta, in fondo a destra, vedo Lupin che parla abbassa voce con Tonks e i miei due migliori….i miei due migliori amici….

Sento una dolore sordo al petto e le immagini dell’interrogatorio mi investono all’improvviso lasciandomi senza fiato. Una solitaria lacrima mi rotola lungo la guancia fino a perdersi nel cuscino…la mia mano si muove automaticamente a cancellarne ogni traccia…

Lupin si accorge di me e subito si zittisce, mi indica con un leggero cenno della testa agli altri. Tonks mi corre incontro.

- Hermione!! Dio ci hai fatto preoccupare!! Come ti senti? Ti fa male da qualche parte? Lupin è riuscito ad afferrarti poco prima che picchiassi la testa a terra…ma…cosa ti è successo?-

Mi prende una mano tra le sue e me la carezza dolcemente come se fossi una bambina piccola. Mentre le sorrido cercando di tranquillizzarla, noto che Harry e Ron non si sono mossi.

Lupin si siede in fondo al letto sul quale sono sdraiata e mi sorride dolcemente.

- Come ti senti adesso? Credo che tu abbia semplicemente avuto un calo di pressione…probabilmente dovuto a troppe emozioni…- lancia uno sguardo di rimprovero a Tonks che abbassa gli occhi imbarazzata. Appoggio la schiena alla spalliera del letto tirandomi a sedere.

- Non è stata colpa di Tonks, Lupin!- sorrido con dolcezza alla donna dai capelli arancione.

- Stamattina non ho fatto colazione…deve…deve essere per questo…sì, per questo…-

Improvvisamente sento un groppo enorme in gola che mi rende difficile parlare. Remus pare accorgersene perché si sporge verso di me ponendomi un bacio paterno sulla fronte, accarezzandomi i capelli. Credo che non sia stata una buona idea perché ora il groppo si è fatto ancora più grande e gli occhi mi bruciano. Cerco di simulare un sorriso e un’aria tranquilla.

Rimaniamo in silenzio, mentre mi osservo con eccessivo interesse le unghie sento lo sguardo del Metamorfomagus e del Lupo Mannaro puntato sulla mia nuca. Ho un disperato bisogno di interrompere questo silenzio!

- Che posto è questo?- pronuncio le parole senza sollevare la testa…in realtà non me ne frega un accidenti di che posto sia, la mia mente, il mio cervello, la mia anima…il mio cuore sono completamente rivolti alle ultime immagini che ho visto prima di svenire.

- L’infermeria, Primo Sottolivello…-

Sobbalzo e alzo il viso di colpo. Ron, alla mia destra, è piegato leggermente sopra di me. Nei suoi occhi leggo preoccupazione, paura e…tristezza? Possibile che sia addolorato per il fatto che io abbia assistito all’interrogatorio? Con una mano cerca di accarezzarmi amorevolmente una guancia. Io scosto il viso bruscamente…per un momento i suoi occhi sembrano inumidirsi, poi accenna un sorriso e si ritrae.

Mi stringo il labbro inferiore tra i denti nel tentativo di reprimere le lacrime. Giuro…giuro che non avevo intenzione di allontanarmi da lui! Ma…quando ho visto la sua mano muoversi nella mia direzione un senso di panico, mai provato in sua presenza, mi ha annebbiato il cervello…l’unica cosa che riuscivo a pensare era che quelle mani non dovevano arrivare a toccarmi…

Muovo gli occhi per la stanza alla ricerca di qualcosa che sento mancare…o forse qualcuno.

Harry non si è mosso, è ancora in piedi dove poco prima erano tutti. Appoggiato allo stipite della porta dell’Infermeria a gambe e braccia incrociate, tiene la testa abbassata, gli occhi puntati sul pavimento. Poi lentamente li solleva e mi guarda. Un gemito mi sfugge dalle labbra…lui è…i suoi occhi…

Mi costringo ad osservarlo più attentamente. No, non mi ero sbagliata…è furioso!! I suoi occhi emanano una luce rabbiosa…sento un brivido percorrermi la spina dorsale.

Tutta la sua rabbia è indirizzata a me!!!

Lentamente si avvicina a Lupin.

- Ora sarà meglio andare. Hermione si è ripresa e sono già le sette. Ci vediamo domani!-

Harry accenna un saluto a Remus e Tonks e mi dice di sbrigarmi. Inconsciamente ubbidisco come una scolaretta ubbidisce al severo maestro. Balzo in piedi e ringrazio i due Auror Special. Harry è già oltre la porta, cammina spedito senza preoccuparsi di aspettarci. Ron mi porge un braccio per aiutarmi a stare in piedi, io rifiuto l’offerta con un sorriso tirato. Lo supero e oltrepasso la porta dell’Infermeria. Harry non c’è, deve essere già andato. Sento i passi di Ron rimbombare alle mie spalle, gli lancio una fugace occhiata da sopra la spalla…cammina ad appena un metro di distanza. Torno a guardare il corridoio davanti a me…l’amico alle mie spalle è pronto ad afferrarmi in caso di caduta…



FINE FLASH BACK



FINE DEL QUARTO CAPITOLO

solarbeam
00mercoledì 6 ottobre 2004 17:58
l'avevo già letta da qualche parte...sbaglio o non l'avevi più finita?[SM=g27833]

comunque ricordo che mi era piaciuta molto...appena ritrovo un pò di tempo (se mi tolgo di dosso i casini dell'uni) la rileggo[SM=g27828]
tatefra
00giovedì 14 ottobre 2004 13:50
ELECTRA

[SM=x117096] [SM=x117096] [SM=x117096] [SM=x117096]
favoloso trovarti qui [SM=x117096] [SM=x117096]
io ho letto tutta la tua storia e sono felice tu abbia potuto tornare a scrivere (pensiero egoistico di tatefra che desidera ardentemente leggerne ancora)

benvenuta




Tittiecucciolo
00giovedì 18 novembre 2004 17:39
Finalmente!!! Non vedo l'ora di continuare a leggere la tua fic Electra da quando fanfiction.it ha avuto quei problemi disperavo di ritrovare la tua fic, aspetto con ansia i prossimi capitoli per tornare alla pari con quelli letti su fanfiction.it.
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