La sensibilita della Follia vince Sanremo

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Thishar
00martedì 13 marzo 2007 09:07


Simone Cristicchi, affacciatosi al mondo della musica con uno dei cosìdetti Tormentoni estivi, la sua "Vorrei cantare come Biagio".

Torna quest'anno a far parlare di sè, forse realmente di sè come cantautore, così nasce "Ti regalerò una rosa" canzone vincitrice del Festival di quest'anno che porta in scena la triste realtà del manicomio ma anche la struggente sensibilità del diverso.

Attorno a questa canzone pochi sanno c'è un lungo lavoro nato dalla vita di tutti i giorni, un amico che soffre di schizzofrenia che entra ed esce dalla clinica, l'impatto con un mondo a parte che è quello dei manicomi, ormai chiusi in Italia o forse solo dotati di una nuova classificazione, macchia e necessità di un passato d'ignoranza e superstizione.

Dice il cantautore:

"Ho scoperto l'affascinante mondo dei "matti" grazie a un'esperienza all'interno del Centro di Igiene Mentale. Qui ho imparato l'arte di ascoltare, ho sperimentato altre forme di comunicazione, fatte di sguardi e di parole non dette.
Ho celebrato queste persone straordinarie nel mio spettacolo teatrale "Centro di Igiene Mentale", in modo che le storie dei miei amici Matti non venissero dimenticate, ma che al contrario prendessero vita ogni sera sul palco assieme a me.
Durante il Tour "Fabbricante di Canzoni 2005/2006" mi è capitato di suonare in un piccolo paese della Calabria, dove esiste un imponente Manicomio, quasi del tutto Abbandonato. così al fine di colmare un vuoto della conoscenza, ho cominciato a chiedere in giro per mezza Italia, tra Roma e Genova, intervistando psichiatri, infermieri ed ex degenti: i testimoni di questa incredibile istituzione.
Ho scoperto così il Manicomio uno Stato a parte.
Un posto dove, fino a qualche anno fa, per un motivo o per un altro saremmo potuti finire tutti noi.
Ho avuto i brividi ascoltando i racconti delle violenze, della segregazione.
Ho sbarrato gli occhi avanti a persone che li dentro avevano passato tutta la loro vita.
Ho ascoltato sguardi intensi che imploravano aiuto, occhi che mi chiedevano "perchè?"

Alcuni hanno paragonato l'Istituzione del Manicomio a un Campo di concentramento.
Un campo di concentramento tutto "italiano".
Una parte della nostra storia praticamente sconosciuta ai più giovani. Me compreso.
Si parla spesso e per fortuna, dei lager nazisti.
Dei Matti e di quelli che la Società ha fatto a queste persone, nessuno ne parla.
Oggi come ieri, si tende a recludere i diversi, nasconderli nello sgabuzzino dell'indifferenza, per continuare il proprio cammino senza inciampi.
Ebbene, tra la spazzatura della nostra tanto celebrata Società del Benessere, ho trovato un'umanità diversa, Sicuramente "diversa". In molti casi, "Migliore". "




Questa sono le parole che campeggiano nella prima pagina del sito ufficiale di Cristicchi e devo ammettere che dopo aver sentito la canzone, che mi ha stupita, mi sono incuriosita e ho voluto approfondire la sua storia ed anche comprendere meglio, comprendere la manifestazione di tale critica ed anche saperne di più sui manicomi, sapevo per sentito dire delle bruttere di tali istituzioni del perchè fossero stati chiusi, ma della vita che vi scorreva dentro no.

La Canzone leggera nella musica eppure drammatica nelle parole è un connubio che per quanto orecchiabile faccia cantare, stringe allo stomaco, non so se tale mia sensazione sia condivisibile di testi detti di "rottura" la canzone italiana è piena, eppure questa per i suoi retroscena e per un mia attuale e personale vicenda mi ha colpito.

Aprò voi il confronto, la parola, i motivi, i pensieri sul buio che circonda il passato di questa realtà chiusa in quattro mura e sulle persone e le loro storie che in queste si sono evolute.



Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sono matto
Sono nato nel ’54 e vivo qui da quando ero bambino
Credevo di parlare col demonio
Così mi hanno chiuso quarant’anni dentro a un manicomio
Ti scrivo questa lettera perché non so parlare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E mi stupisco se provo ancora un’emozione
Ma la colpa è della mano che non smette di tremare

Io sono come un pianoforte con un tasto rotto
L’accordo dissonante di un’orchestra di ubriachi
E giorno e notte si assomigliano
Nella poca luce che trafigge i vetri opachi
Me la faccio ancora sotto perché ho paura
Per la società dei sani siamo sempre stati spazzatura
Puzza di piscio e segatura
Questa è malattia mentale e non esiste cura

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

I matti sono punti di domanda senza frase
Migliaia di astronavi che non tornano alla base
Sono dei pupazzi stesi ad asciugare al sole
I matti sono apostoli di un Dio che non li vuole
Mi fabbrico la neve col polistirolo
La mia patologia è che son rimasto solo
Ora prendete un telescopio… misurate le distanze
E guardate tra me e voi… chi è più pericoloso?

Dentro ai padiglioni ci amavamo di nascosto
Ritagliando un angolo che fosse solo il nostro
Ricordo i pochi istanti in cui ci sentivamo vivi
Non come le cartelle cliniche stipate negli archivi
Dei miei ricordi sarai l’ultimo a sfumare
Eri come un angelo legato ad un termosifone
Nonostante tutto io ti aspetto ancora
E se chiudo gli occhi sento la tua mano che mi sfiora

Ti regalerò una rosa
Una rosa rossa per dipingere ogni cosa
Una rosa per ogni tua lacrima da consolare
E una rosa per poterti amare
Ti regalerò una rosa
Una rosa bianca come fossi la mia sposa
Una rosa bianca che ti serva per dimenticare
Ogni piccolo dolore

Mi chiamo Antonio e sto sul tetto
Cara Margherita son vent’anni che ti aspetto
I matti siamo noi quando nessuno ci capisce
Quando pure il tuo migliore amico ti tradisce
Ti lascio questa lettera, adesso devo andare
Perdona la calligrafia da prima elementare
E ti stupisci che io provi ancora un’emozione?
Sorprenditi di nuovo perché Antonio sa volare

[Modificato da Thishar 13/03/2007 9.09]

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