ROBERTO ROSSELLINI (1916 - 1977)
Nasce a Roma, l'8 Maggio del 1906.
Dopo la licenza liceale si dedicò a diverse attività, sempre in ambito cinematografico, come: scenotecnico, montatore e poi sceneggiatore e regista di documentari. Diresse dal 1936 al 1940 alcuni documentari per l'Istituto nazionale Luce.
Del 1941 è il suo primo lungometraggio. La nave bianca, girato con attori non professionisti. In quegli anni realizzò un paio di film con scarso successo di pubblico: Un pilota ritorna (1942) e L'uomo della croce (1943). Nel 1944-45 l'uscita di: Roma città aperta segna l'inizio del Neorealismo.
Inizialmente il film fu accolto freddamente dal pubblico e dalla critica, ma ben presto divenne, anche per il pubblico e per i registi internazionali, una nuova via dell'arte cinematografica, grazie al nuovo stile con cui vengono trattati temi di contenuto umano, che riesce a trasformare le immagini spoglie della realtà, in elementi di tragedia. Sempre con lo stesso stile esce nelle sale cinematografiche il film: Paisà (1947), che rappresenta il suo capolavoro, ed esprime le condizioni dell'Italia martoriata dall'avanzare della guerra. Del 1948 è Germania, anno zero che narra la crisi dei valori umani nella Germania del dopoguerra.
La rivoluzione imposta dal nuovo stile di Rossellini si esprime, oltre che nei contenuti, anche nel modo di muoversi all'interno delle strutture cinematografiche, riuscendo, così, a conquistarsi la liberà di potersi esprimere senza condizionamenti. Dal 1948 al 1954 Rossellini attraversa una fase diversa, nella creazione delle sue opere, e decisamente meno brillante della prima. Di questi anni ricordiamo: Amore, La macchina ammazzacattivi, Stromboli, terra di Dio, Europo '51 e Dov'è la libertà.
Con: Viaggio in Italia e La paura (entrambi del 1954) trova la sua maturità artistica, a questi film si riferiranno diversi registi francesi.
Durante un lungo viaggio in India nel 1957, Rossellini si sposa con Sonali Das Gupta e raccoglie molto materiale con il quale realizzerà un film nel 1960: India e diverse trasmissioni televisive.
Nei primi anni '60 torna a narrare temi legati alla resistenza, con: Il generale Della Rovere (1959), Era notte a Roma (1960) e Viva l'Italia (1961).
Dal 1965 si dedica ad opere televisive, molto interessanti, quali: Storia del ferro (1965), La presa del potere di Luigi XIV (1967) e Gli atti degli apostoli (1969).
Se prima si era dedicato alla cronaca, ora si dedica alla storia. Anche con queste opere televisive Rossellini segna una rivoluzione, andando oltre i canoni informativi e televisivi dell'epoca. Rossellini è stato un regista complesso e a volte contraddittorio, autore di alcuni dei film più importanti del cinema contemporaneo. E' sicuramente la figura maggiore del Cinema italiano postbellico, soprattutto per la lezione di stile che ha impartito a generazioni di registi.
Muore il 3 Giugno del 1977.
Rispetto alla sua espressione artistica, ci lascia questa testimonianza: Gli ingredienti sono sempre quelli: il mondo e gli uomini. C'è un mondo che appartiene alla fantasia e uno che appartiene alla realtà: quello del documento, del neorealismo; e mi riferisco in questo caso proprio alla realtà più piatta, più polverosa, più umile. Perché per me la ricerca dell'umiltà è la cosa più importante; specie se ci si vuole dare un'etica, se si vuol raggiungere una certa morale.
FEDERICO FELLINI (1920 - 1993)
Regista, sceneggiatore, attore e disegnatore di vignette, nasce a Rimini il 20 gennaio 1920.
Nel 1939, stufo della monotonia della vita di provincia, si trasferisce a Roma (dopo un breve soggiorno a Firenze) dove per mantenersi disegna vignette per i periodici.
Inizia a scrivere copioni per la radio fino a quando conosce, in un teatro di varietà, uno degli attori più apprezzati del momento: Aldo Fabrizi, con cui compone sketch radiofonici e testi per spettacoli di varietà e film.
Viene chiamato da Mattioli come autore di gag e da Macario per lo stesso motivo. Durante quel periodo, nel 1943, incontra Giulietta Masina, la donna con cui lavorerà e trascorrerà il resto della sua vita.
Fellini è considerato una delle figure artistiche più creative e originali del dopoguerra; tra il 1939 e il 1944 lavora in diverse commedie, ma è nel 1945 che arriva il successo: con Roberto Rossellini, firma la sceneggiatura di un film che rimarrà nella storia del cinema italiano come il manifesto ufficiale del neorealismo: Roma Città Aperta, che ha per protagonista una strepitosa Anna Magnani.
Nei sei anni che seguono, lavorerà soprattutto come sceneggiatore ed aiuto regista, per Rossellini stesso ed altri come Pietro Germi e Alberto Lattuada.
Nel 1950 realizza il suo primo film come regista al fianco di Alberto Lattuada: Luci del varietà, film in cui la sua regia surreale si fonde perfettamente con il neorealismo.
Nel 1952 gira Lo Sceicco Bianco, ed inizia la sua lunga collaborazione con il compositore Nino Rota.
Quello che viene considerato il suo primo capolavoro lo gira nel 1953: I Vitelloni. Il film ambientato a Rimini, racconta la città durante l'inverno, attraverso le vite di un gruppo di amici di estrazione borghese, annoiati e fannulloni che si aggirano bighellonando per le strade del centro e sul lungomare.
Nel 1954 gira La strada in cui tratta il tema della solitudine dell'uomo contemporaneo.
Il 1956 è l'anno di Le notti di Cabiria, la cui protagonista, Giulietta Masina, rappresenta una figura femminile patetica, sprovveduta, pura, con tanta voglia di sognare e di credere nel prossimo nonostante venga costantemente calpestata dalla società in cui vive.
Nel 1959 è la volta de La dolce vita che lo consacra definitivamente come uno dei più grandi registi italiani esistenti; protagonista del film è Marcello Mastroianni. Il film vince la Palma d'Oro al Festival di Cannes.
Dopo la Palma D'Oro è la volta dell'Oscar con il film 8 e 1/2, che vede di nuovo protagonista Marcello Mastroianni; segue Giulietta degli Spiriti nel 1965.
Di seguito è riportata la filmografia completa del regista, in cui troverete i titoli dei film degli anni che seguirono.
La sua ultima opera è La voce della Luna, film del 1990, un sogno a capitoli con cui chiude una carriera segnata dal successo.
Federico Fellini scompare a Roma il 31 ottobre 1993.
VITTORIO DE SICA (1901 - 1974)
Nato a Sora, Frosinone nel 1901.
Comincia la carriera di attore teatrale nel 1923, presso la compagnia della Pavlova.
Nel 1933 forma una sua compagnia con la moglie, con cui riscuote notevole successo.
La sua vera vocazione però è il cinema, infatti, comincia a recitare nei film "borghesi" di Camerini Gli uomini che mascalzoni del 1932, Darò un milione (1935), Il conte Max (1937), Grandi magazzini (1939).
Nel 1940 realizza la sua prima regia, Rose scarlatte, a cui fanno seguito Maddalena, zero in condotta (1940), Teresa Venerdì (1941), Un garibaldino al convento (1942), I bambini ci guardano (1943).
Ma soltanto con Sciuscià (1946) la sua vena creativa matura imponendolo come uno dei maestri del neorealismo.
L'opera fondamentale fu Ladri di biciclette, realizzata nel 1948, che impose il cinema italiano all'attenzione mondiale. La collaborazione con Zavattini, dopo questa prima fortunata esperienza continua con Miracolo a Milano (1950), che riscuote un notevole successo di pubblico e di critica, mentre Umberto D. non viene accolto con lo stesso favore.
Continuò, nonostante l'impegno nella regia a recitare in opera di altri (Pane amore e fantasia, di Comencini, Il generale Della Rovere di Rossellini).
Nel 1960 realizza la regia della Ciociara, ma è con Ieri, oggi e domani (1963) che ritrova la sua vena migliore, che infatti vince l'Oscar, e con Matrimonio all'italiana (1964) una trasposizione della commedia di Eduardo De Filippo Filumena Marturano.
Dopo una crisi di ispirazione durata diversi anni, in cui realizza film di livello mediocre, ritorna al successo con la regia del Giardino dei Finzi-Contini, tratto dal romanzo di Giorgio Bassani, che gli valse l'Oscar nel 1972. Degni di menzione sono Lo chiameremo Andrea (1972), Una breve vacanza (1973), Il viaggio (1974), ispirato a una novella di Pirandello.
L'opera di De Sica è dominata da uno scoperto romanticismo che permea il reale connotandolo di toni dolci e sfumati.
Il regista si spegna a Parigi, il 13 novembre 1974, in seguito ad un intervento chirurgico.
I tre registi insieme