Storie e leggende sui gatti

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kamo58
00martedì 21 febbraio 2012 10:32


Amuleto egizio


Chiunque abbia avuto la fortuna e la gioia di vivere con un gatto può capire, quanto questo animale possa insegnare all’uomo le semplici regole per vivere in armonia con la natura e l’universo.
Curiosi, complessi, addomesticati ma selvaggi, riservati, premurosi, affettuosi e lunatici, ci appaiono misteriosi, eleganti, fieri della propria indipendenza e ispiratori di opere e stile di vita.
Non c’è che dire… i gatti sono sicuramente creature superiori, meravigliose, ultraterrene… i gatti insegnano all’uomo il rispetto e l’amore.

E’ interessante conoscere le numerose leggende che da sempre fioriscono intorno alla figura del gatto.
Riteniamo interessante e curioso raccontarne alcune, per rendervi partecipi di quanto la storia dell’uomo e la storia del gatto siano sempre state parallele e intersecanti nello stesso tempo.

L’Irlanda è una vera e propria miniera di miti e leggende sui gatti. I gatti celtici del mito irlandese sono semplici miniature del demone che avanza, venuti a distruggere il mondo umano ed ad oscurare la marea con il sangue del sacrificio.
C’era un tempo in cui i gatti erano venerati in Europa, prima della caccia alle streghe del Medioevo.
Il gatto nero, portatore di magia era rappresentante delle tenebre; ma grazie alla pelliccia che poteva anche assumere il bagliore luminoso del chiaro di luna poteva contare su una duplice identità. Inoltre il nero era un sottoprodotto del fuoco, che per gli antichi era una realtà positiva. Tutti questi aspetti erano, e sono ancora oggi, presenti nel gatto nero e sulle leggende che ne derivano. Nell’antico Egitto era venerata una divinità femminile chiamata Bastet, avente corpo di donna e testa di gatto, simbolo della vita, della fecondità e della maturità. In India invece troviamo la dea Sasti, un divinità felina simbolo di fertilità e maternità.
Nell’antico Egitto il gatto era ritenuto animale sacro e divino, infatti, allal loro morte venivano imbalsamati e sepolti con ogni onore. Attraverso l ‘Egitto il gatto giunse nei paesi arabi dove però l’animale eletto ira il cavallo, ben presto però anche il nostro amico felino venne preso in simpatia e la sua fama ben presto eguagliò quella del cavallo.


gatto birmano


Si narra che il Birmano discenda da un’antica popolazione di gatti sacri ospitati in un tempio Khmer di Myanmar. Durante un assalto al medesimo tempio, il gran sacerdote venne mortalmente ferito ed il suo fedele gatto Birmano si accucciò sopra di lui rivolgendo lo sguardo alla divinità del tempio stesso, mentre ciò accadeva, il suo mantello divenne dorato e gli occhi blu, quando si voltò verso la porta del tempio le sue zampe si tinsero di marrone ad eccezione delle zampe posteriori ancora appoggiate sul padrone morente le quali rimasero bianche candide. Guidati dallo sguardo del gatto ancora rivolto alle porte del tempio, i monaci si precipitarono a chiuderle, salvandosi così dal saccheggio e dalla distruzione.

Il gatto non abbandonò il suo padrone, e morì sette giorni dopo di lui; quando i monaci si riunirono per eleggere il nuovo successore dle sacerdote videro accorrere tutti i gatti del tempio trasformati nelle sembianze di Sinh, il gatto Birmano del sacerdote defunto.
Da ciò deriva il nome della razza, GATTO SACRO DI BIRMANIA.

Altre leggende possiamo raccontare, come quella di origine polacca, che narra di una gatta che, disperata per la fine che avrebbero fatto i propri cuccioli, gettati al fiume dal padrone, stava manifestando tutto il suo struggente dolore con pietosi e strazianti miagolii. I Salici, presenti sulla sponda del fiume, impietositi dalla scena atroce, tesero i loro rami verso il fiume per permettere ai gattini di aggrapparsi, così facendo li salvarono dalla triste fine.
Da allora, ogni primavera i non fioriscono ma, in ricordo di quanto accaduto, si ricoprono di una morbida infiorescenza lanuginosa e di colore bianco, simile al pelo dei gattini, tali infiorescenze vengono chiamate appunto “Gattini”.

Gli animali sentono, vedono, comunicano con altri sensi (l’ESP) come è stato dimostrato da una psicologa degli animali Beatrice Lydecker che ha dimostrato la sua capacità di comunicare con gli animare.
Forse gli animali fanno uno sforzo maggiore per comunicare con noi di quanto noi ne siamo consapevoli e la maggior parte dei loro messaggi non ricevono mai la nostra attenzione. Sembra, sempre secondo gli studi effettuati che gli animali non comunicano verbalmente ma attraverso l’ESP ovvero attraverso la visualizzazione del linguaggio. L’animale risponderà al comando datogli dal suo padrone umano, mentre ne riceve l’immagine, e cioè: per capire la parola seduto, non occorrerà dirgli seduto mentre lo si mette in quella posizione.

E comunque per concludere questa breve digressione storica e scientifica, è che i gatti sono curiosi e complessi, affettuosi ma indipendenti, addomesticati ma selvatici, riservati e premurosi. I felini sono così tante cose insieme!

STORIA DEL BIRMANO

Si narra che nel 1919, il francese A. Pavie e l’inglese G. Russel in un difficile frangente ebbero occasione di aiutare i monaci Kittahs che dalla Birmania, in segno di riconoscimento, gli inviarono in Francia due dei rarissimi e preziosissimi gatti birmani da loro stessi allevati e ritenuti sacri.
Uno di questi, il maschio, morì durante il viaggio e l’altro, la femmina partita dal tempio già gravida, partorì a Nizza la sua cucciolata. Altre fonti sostengono che fu un famoso magnate americano della finanza ad acquistarli nel 1920 da un servitore. Un’altra ipotesi, ritiene che siano nati in Francia in seguito ad accurate selezioni e incroci tra il siamese e altri gatti a pelo lungo.
Il birmano venne battezzato negli anni Cinquanta sacro di Birmania per distinguerlo ed evitare qualsiasi confusione con il Burmese.
Dopo l’ultima guerra mondiale, la razza purtroppo fu vicina ad estinguersi: in tutto il mondo rimasero sono due coppie e da queste si iniziò a lavorare per ottener il riconoscimento ufficiale. E’ stato ufficialmente riconosciuto in Francia nel 1925, nel 1966 in Gran Bretagna e nel 1967 negli Stati Uniti.

fonte: gattobirmano.com
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