Vincent Van Gogh

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Maxi71
00giovedì 12 febbraio 2004 18:21


Vincent Willem Van Gogh nasce il 30 marzo 1853 a Groot Zundert ed ebbe, a causa della sua estrema sensibilità di artista, una vita molto tormentata.

Figlio di un pastore protestante, mentre ancora vive a Zundert, Vincent esegue i suoi primi disegni. Inizia invece le scuole a Zevenbergen. Impara il Francese, l'Inglese, il Tedesco e per la prima volta inizia a dipingere.
Terminati gli studi, va a lavorare come impiegato nella succursale della casa d'arte parigina Goupil e Cie, successivamente nelle sedi dell'Aja (dove compie frequenti visite ai musei locali), di Londra e di Parigi. Nel maggio del 1875 viene definitivamente trasferito a Parigi.

Il trasferimento nella città francese, dove già risiede il fratello Theo, segna l'inizio del periodo appunto francese, interrotto solo da un breve viaggio ad Anversa alla fine dello stesso anno. Molto del suo tempo lo spende assieme al fratello e i due, da quel momento, iniziano una corrispondenza che durerà tutta la vita e che rappresenta ancora oggi il mezzo migliore per studiare le opinioni, i sentimenti e lo stato d'animo di Vincent.

Durante il soggiorno parigino l'artista scopre la pittura impressionista e approfondisce l'interesse per l'arte e le stampe giapponesi. Conosce molti pittori tra cui Toulouse Lautrec e Paul Gauguin che apprezza particolarmente. La loro sarà una relazione assi turbolenta, con esiti anche drammatici, come testimonia il famoso episodio del taglio dell'orecchio (si suppone infatti che Vincent abbia assalito Gauguin con un rasoio. Fallito l'attacco, in preda ad una crisi di nervi, si taglia il lobo dell'orecchio sinistro).

Intanto, il rendimento di Vincent alla Goupil & Cie si deteriora mentre, allo stesso tempo, la sua dedizione agli studi biblici raggiunge un livello ossessivo. Dopo essersi dimesso da Goupil al principio della primavera, si reca a Ramsgate, in Inghilterra, dove viene assunto in un piccolo collegio. Più avanti nel corso dell'anno Vincent assume un nuovo incarico quale insegnante e coadiutore presso il Reverendo T. Slade Jones, un pastore Metodista. Il 29 Ottobre Vincent pronuncia il suo primo sermone domenicale. Man mano che il fervore religioso di Vincent aumenta, il suo stato di salute fisico e mentale volge al peggio.

Il 1880 è un punto di svolta nella vita di Vincent. Abbandona i suoi propositi religiosi e si dedica esclusivamente a dipingere poveri minatori e tessitori. Theo inizia ad appoggiarlo finanziariamente, una situazione che si protrarrà fino alla fine della vita di Vincent. Più tardi nel corso dell'anno, intraprende studi formali di anatomia e prospettiva all'Accademia di Bruxelles.

Incontra Clasina Maria Hoornik (detta "Sien"), una prostituta gravata fra l'altro dal mantenimento di una figlia di cinque anni ed incinta di un altro figlio. Mentre continua i suoi studi e dipinge in compagnia di alcune nuove conoscenze, il suo stato di salute va nuovamente deteriorandosi, tanto da dover essere ricoverato in ospedale per gonorrea. Una volta dimesso, inzia alcune sperimentazioni pittoriche e, dopo più di un anno trascorso insieme, pone termine alla sua relazione con Sien. Più tardi nel corso dell'anno, Vincent si trasferisce a Nuenen dai suoi genitori, mette in piedi un piccolo studio per lavorare e continua a fare affidamento sul sostegno di Theo.

Estende i suoi esperimenti fino ad includere una maggiore varietà di colori e sviluppa un grandissimo interesse per le incisioni su legno giapponesi. Tenta di intraprendere una qualche formazione artistica alla Ecole des Beaux-Arts, ma respinge molti dei principi che gli vengono insegnati. Desiderando continuare con qualche tipo di educazione artistica formale, sottopone qualcuno dei suoi lavori all'Accademia di Anversa, dove viene posto in una classe per principianti. Come ci si aspetterebbe, Vincent non si trova a suo agio all'Accademia ed abbandona.

Intanto, sopravviene il 1888, un anno fondamentale nella vita di Van Gogh. Lascia Parigi in febbraio e si trasferisce ad Arles, nel Sud. All'inizio, il cattivo tempo invernale gli impedisce di lavorare, ma una volta arrivata la primavera inizia a dipingere i paesaggi in fiore della Provenza. Si trasferisce infine nella "Casa Gialla", una dimora che ha preso in affitto dove spera di stabilire una comunità di artisti. E' il momento in cui riesce a dipingere alcune delle sue opere migliori ma anche il momento delle sue già accennate violente tensioni con Gauguin.

Durante la prima parte dell'anno, lo stato di salute mentale di Vincent oscilla paurosamente. A volte è completamente calmo e lucido; altre volte, soffre di allucinazioni e fissazioni. Continua sporadicamente a lavorare nella sua "Casa Gialla", ma la frequenza crescente degli attacchi lo induce, con l'aiuto di Theo, a farsi ricoverare presso l'ospedale psichiatrico di Saint Paul-de-Mausole a Saint-Rémy-de-Provence. Per ironia della sorte, mentre lo stato mentale di salute di Vincent continua a peggiorare nel corso dell'anno, la sua opera inizia infine a ricevere riconoscimenti presso la comunità artistica. I suoi dipinti "Notte stellata sul Rodano" e "Iris" sono in mostra al Salon des Indépendants in settembre, e in novembre viene invitato ad esibire sei dei suoi lavori da Octave Maus (1856-1919), segretario del gruppo di artisti Belgi "Les XX".

Dopo una serie incredibile di alti e bassi, sia fisici che emotivi e mentali, e dopo aver prodotto con incredibile energia una serie sconvolgente di capolavori, muore nelle prime ore del 29 luglio 1890, sparandosi in un campo nei pressi di Auverse. Il funerale ha luogo il giorno dopo, e la sua bara è ricoperta di dozzine di girasoli, i fiori che amava così tanto.

Maxi71
00venerdì 13 febbraio 2004 17:47
La camera da letto

La camera da letto di Vincent ad Arles
(Amsterdam Van Gogh Museum)


La Camera da letto di Vincent ad Arles è uno dei dipinti meglio conosciuti dell'artista. I colori sorprendenti, la prospettiva inusuale e il soggetto familiare ne fanno un'opera che è non solo tra quelle più popolari di Van Gogh, ma anche una che egli stesso considerava tra le sue preferite.

Il dipinto qui raffigurato esiste in realtà in cinque versioni: tre oli su tela e due schizzi in altrettante lettere. Questo specifico dipinto, attualmente nella collezione del Van Gogh Museum ad Amsterdam, fu il primo dei tre oli che Van Gogh dipinse e, direbbe qualcuno, quello meglio eseguito. Inoltre, Van Gogh ne era così contento che lo descrisse dettagliatamente nelle lettere ai suoi familiari. Di fatto, Vincent parla del dipinto in non meno di tredici lettere e, come risultato, molto si sa dei sentimenti che l'artista provava verso quest'opera.

Se è vero che Van Gogh scrisse spesso dei suoi lavori nei dettagli, l'ampia descrizione che fa dei colori e del soggetto della Camera da letto di Vincent ad Arles è insolitamente particolareggiata. Inoltre, Vincent suggerisce pure una specifica cornice per il dipinto, il che mostra chiaramente che l'artista se lo figurava orgogliosamente messo in mostra

Pur se ne esistono tre versioni dipinte, è tutto sommato abbastanza semplice ricostruire i dettagli relativi all'origine di questo particolare dipinto--grazie alle numerose lettere di Van Gogh a Theo. Questa opera può essere accuratamente datata grazie alla Lettera 555 di Van Gogh (17 Ottobre 1888), nella quale egli scrive "Aggiungo una riga per dirti che questo pomeriggio ho finito la tela che raffigura la camera da letto". E' raro (ma fa sempre piacere) che i dipinti di Van Gogh possano essere datati in modo così preciso.


STILE

L'uso brillante e sicuro del colore nella Camera da letto di Vincent ad Arles è tipico della paletta vibrante che egli iniziò ad usare verso la fine del suo periodo Parigino. Il giallo fu il colore preferito di Van Gogh durante tutto il periodo di Arles e Saint-Rémy--sia che lavorasse all'aperto nei campi di grano sotto il sole Provenzale oppure al coperto come nel caso della camera da letto.

L'aspetto forse più sorprendente e insolito del quadro è la sua originale prospettiva. L'opera appare irrealistica nella sua raffigurazione deformata della camera, con i vari oggetti che si piegano obliquamente verso lo spettatore. Questo è uno degli aspetti che rende il dipinto così unico e facilmente riconoscibile. La prospettiva sembra estrema, ma verso la fine della sua carriera Van Gogh non era solo in rivolta contro i colori opachi degli artisti Olandesi dell'epoca, egli si stava anche sbarazzando delle regole della prospettiva, che imponevano un approccio preciso e realistico all'opera da un punto di vista prospettico. Van Gogh respinse spesso le leggi della prospettiva convenzionale nell'ultima parte della sua carriera--in modo particolare in molti dei suoi dipinti di Arles (vedi Lo Zuavo seduto e Il Caffè di notte in Place Lamartine ad Arles, per esempio).


ALTRE VERSIONI

Come si è detto, Van Gogh eseguì cinque versioni della sua Camera da letto ad Arles: : tre oli e due schizzi su lettera. Le due copie del dipinto originale vennero fatte mentre Van Gogh si trovava volontariamente confinato nel manicomio di Saint-Rémy. In manicomio, Van Gogh dipinse un certo numero di copie delle sue opere precedenti--forse un riflesso del suo stato mentale. Le sue copie de L'Arlesienne (Madame Ginoux), per esempio, possono suggerire l'idea della malinconia che lo assaliva quando pensava con affetto ai pochi amici che si era fatto ad Arles.

Alcuni hanno argomentato che il dipinto originale della camera da letto di Vincent incapsula tutti i sogni e le aspirazioni dei suoi primi mesi ad Arles. Van Gogh aveva sperato di fondare una colonia di artisti nel Sud della Francia--una comunità in cooperativa nella quale i pittori avrebbero potuto imparare ciascuno dall'altro e sostenere i loro obiettivi comuni. Affittando la Casa Gialla, Vincent fece il primo passo verso la realizzazione di questo obiettivo. Il dipinto della camera da letto suggerisce l'idea della domesticità e un senso di benessere dentro la propria casa. Quando dipinse le due copie a Saint-Rémy, forse Van Gogh stava riflettendo su tutto quanto aveva perso ad Arles e su ciò di cui era stato privato tra le mura del manicomio: una casa e uno scopo nella vita.


DIPINTI ALL'INTERNO DELLE OPERE ...

A rendere inusuale la serie delle camere da letto di Van Gogh è anche il fatto che è questa l'unica volta che l'artista raffigura altri esempi dei suoi stessi lavori all'interno di un dipinto. La Casa Gialla ad Arles serviva a Vincent non solo da abitazione, ma anche da studio. Come risultato, egli appendeva molte delle sue tele appena dipinte alle pareti della Casa Gialla (nell'adiacente camera da letto di Paul Gauguin, per esempio, erano appesi un certo numero dei famosi dipinti di girasoli).

Dire quali siano le opere raffigurate nella serie delle camere da letto presenta qualche difficoltà. Prima di tutto, solo i tre dipinti (uno sopra il letto e due fianco a fianco sulla parete di destra) che appaiono in ciascuna delle cinque versioni saranno presi in considerazione. Ronald Pickvance ipotizza che i due disegni nella parte inferiore della parete destra siano molto probabilmente delle stampe Giapponesi. La passione di Van Gogh per l'arte Giapponese è ben nota una passione particolarmente acuta durante il periodo di Arles.

I tre dipinti variano e presentano alcune interessanti possibilità di approfondimento. Per esempio, nella versione originale Van Gogh inserisce due dei suoi ritratti preferiti, mentre nella successiva versione del Musée d'Orsay inserisce un autoritratto dipinto quasi un anno dopo questa prima versione. Van Gogh può avere inserito questo particolare autoritratto nella versione dell'Orsay perchè vi appare sorprendentemente in salute e pieno di vigore nonostante il suo internamento a Saint-Rémy. Un sottile "messaggio in una bottiglia" per rassicurare i destinatari originali della versione dell'Orsay: la madre di Vincent e sua sorella, Wil.


CONCLUSIONE

Senza alcun dubbio la Camera da letto di Vincent ad Arles è un'opera che dice molto sull'uomo che l'ha creata, e comunque il dipinto si regge anche da solo come un capolavoro vitale e splendidamente eseguito. Il suo soggetto, una confortevole camera da letto, è un motivo archetipo che trascende il tempo e il luogo d'origine. L'opera, che rimane fresca e irresistibile com'era più di un secolo fa, ispira le nuove generazioni in una molteplicità di modi: dall'assurdo (ricostruzioni della camera in forma di percorso da minigolf) al sublime (complesse ricostruzioni virtuali in 3D della camera da letto, sia statiche che animate).


nickturbine
00lunedì 16 febbraio 2004 18:54
grazie maxi io penso che sia il pittore più pittore in assoluto riesce a trasmettermi emozioni e vibrazioni come non mai...

anche la sua cameretta.. ritengo che sia calda e accogliente.. qualche volta può sembrare che sia angusta e un po stressa.. in cui uno si senta in prigione.. ma guardandola bene... sembra quasi che si pieghi in un caldo abbraccio....

[SM=g27811]
Maxi71
00lunedì 16 febbraio 2004 19:26
di nulla Nick, per me è un vero piacere, anche perchè è un pittore che apprezzo moltissimo ed ho avuto l'immenso piacere di visitare il "Vincent Van Gogh Museum" ad Amsterdam e ti posso assicurare che è assolutamente eccezionale, a dir poco meraviglioso [SM=g27811]
nickturbine
00lunedì 16 febbraio 2004 19:44
[SM=g27828] l'ho visto anche io.. [SM=g27828] li ho dovuti portare a forza i miei amici ma insomma ne è valsa veramente la pena... [SM=g27811]
Maxi71
00lunedì 16 febbraio 2004 21:05
daccordissimo con te Nick, è da non perdere [SM=g27811]
Myriamgold
00mercoledì 18 febbraio 2004 12:45
io sono stata qualche chilometro fuori Arles, verso Les Saintes Maries, più o meno, per vedere il ponte sul canale, che delusione quando ho saputo che era una ricostruzione e non "quello vero"
comunque l'ho fotografato...chissà se riesco a trovarle quelle foto, mah!!! ci provo!

[SM=x131352] [SM=x131403]
Maxi71
00mercoledì 18 febbraio 2004 21:08

Nel 1888 ad Arles, Van Gogh aveva scelto il ponte levatoio come soggetto per qualche tela e qualche disegno. Si trattava del ponte Reginella o Régional comunemente detto il ponte di Langlois, dal nome di un vecchio gestore e chiamato abusivamente da Vincent "L'Anglais".


Arles: La foto del ponte di Langlois, distrutto durante la seconda guerra mondiale.



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