raelmax
00giovedì 22 settembre 2005 14:51



tramonto
18/09/2005

il rosso il porpora il violetto
il giallo il verde l'arancione
l'azzurro l'indaco l'argento

il bianco

il blu

il nero

sul precipizio dell'anima
non farò in tempo ad appuntare
che una manciata di colori


Una lunga passeggiata.
13/09/2005

Mio nonno aveva un cane,
non ne ricordo il nome.
Mentre moriva gli si accucciò vicino
per tutto il tempo, fino alla fine.

Fece la guardia, quasi non fiatava,
non toccò cibo, non bevve mai.
Per il dolore la notte andava fuori
e al buio ululava, senza pace, al cielo
paurosamente povero di stelle,
poi ritornava al capezzale ad osservarlo
con occhi tristi, non sapeva cosa fare.

Solo aspettare
d'andare insieme, via
da qualche parte.

E ci riuscirono, non sono certo
d'avere pianto, quella volta, pensai
che la più lunga delle loro passeggiate,
quella più bella, in quell'istante cominciava.


T'avessi chiesto...
09/09/2005

T'avessi chiesto di restare:
a quale scopo?
Ché non può stare in una mano,
o in una casa,

questo amore

e non ha fame di parole
ma di denti.


jjoum-ipsa
08/09/2005



Sopra un piccolo cuore di ferro
ho battuto tramando per giorni,
l'ho cucito con filo d'argento
sull'intarsio più fine che avevo,
col martello e con l'osso l'ho steso

è quasi pronto, solo

sarà più saldo alla fine del fuoco

il mio destino.


seta
04/08/2005

conserva (scintillano, adesso)
le cose che lei sa di me
parole diamanti rifrante
sul nero e di spazi ritratti
dal bozzolo, ascolti, racconti
non lievi pensieri a spirale
(l'impulso è frenare, non dirle)
più sù della tela del ragno
raccolse l'essenza nel buio
non libera chi non la vide


speriamo di no
02/01/2005

innocui in acque occhi qui
                                      non orme
e non ormeggi non or mai
                                      dissolte
le voci d'echi cupi se
                                      nel mare
dispersa terra torni
                                      senza vita



felice cadendo
28/12/2004

Sento il deserto, di notte prego.
Perché lo spazio non abbia fine
immagino un sentiero per il mare
che un bosco lo attraversi di aghifoglie

per arrivare a quella spiaggia essere soli
con l'onde da lontano che tormentano
ma dolci l'arenile, tanto vasto
profumo d'alghe fresche e di ginepro,
di rosmarino e mirto, la Sardegna, un luogo
in cui dal vero ritrovarsi, essere tempo:

Piscinas, le sue dune, il golfo aperto
senza ripari, sabbia fine, nel silenzio
andare incontro alla corrente, rituffarsi
e non toccare, farsi molle, galleggiare
senza sforzo, come un ramo d'eucalipto
bianco di sale che del mondo più non serbi

alcun ricordo.


il vuoto
28/12/2004

per ogni pensiero una stella
per ogni stella una prigione
senza netti confini, certo
e fragile, e comoda, certo
ma una prigione.


Io me n'andrò guardandoti
14/12/2004

Per quanto ancora osserverai il mondo
riflesso che s'asciuga sui miei occhi
inanimati, aperti, senza luce,
prima che trovino il coraggio le tue

dita

di far calare l'ultimo sipario,
io me n'andrò guardandoti migrare
verso altre forme, oltre lo specchio vivo
che vestirai d'uno smagliante velo.


Sono una cosa, da fare.
06/12/2004

...ancora ti chiedi
dov'è la poesia?

"Cos'è l'amore?" dovresti
risponderti

poiché non altro senso
che dare vita al Verbo
hai.


Un Bel Respiro
04/12/2004

Sei come un grande scoglio
che s'erge in mezzo al mare,
sei quella voglia che prende
di arrampicarvisi sopra,

sei le pareti taglienti
di concrezioni e conchiglie
che scalerò incurante
del male a mani e piedi,

sei il solo scopo che ho
di conquistarmi la cima
da cui spiccare il volo
per rituffarsi nel blu.

Dai la misura del rischio
ch'è ritornare alla vita
senz'altri falsi rimpianti
per questa terra ferma.


Eri, tu?
17/11/2004

tagliamoci i capelli,
limiamoci le unghia,
che questo amore cresca

- perché anche questo è amore -

senza che debbano servirci
cerotti o punti di sutura
ché già la vita è dura, sai,
ed io ci spero in una cura:

tu?


The Koln Concert
15/11/2004

Per improvvisa azione, adesso
slegati c'inseguono i pensieri
come farfalle incerte al primo volo
canti imprevisti ricamano nell'aria
l'ignota forma attesa, premonizioni
di note esatte e gemiti rubati
sull'onda piena che c'investe, adesso
tremante corda tesa su quel palco
vibri all'immenso e ammutolisci.


Trittico
12/11/2004

suoni (1990)

suoni (1990)
schizzo a penna

Io Ti Darò
Al molo è disatteso il tuo ritorno.
Rido alla stupida sorte del sole
ch'ebbro d'amore per luna sua muore
sgozzato sul filo dell'orizzonte
dal quotidiano pegno del tramonto
mentre dipinge la sua follia col sangue.
Io non mi asciugherò nel nero mare
dal solitario brindisi di stelle.
cosmo (1991)

cosmo (1991)
schizzo a penna

Amaro Amor
La conoscenza stilla
non poche lacrime di fiele
in gocce ambrate che diresti
all'apparenza essere miele.
felix (1991)

felix (1991)
schizzo a penna

Se Lo Vorrai
Le strane smorfie
del mio sorriso più vero
ti scalderanno al sole
di un'impudente, onesta,
curiosità bambina.



Love Is A Pie?
05/11/2004

L'ultima cena sarà anche l'ultima
zuppa
con alle spalle il solito
acrilico
serigrafia su tela
in N copie.

"Non casco a pezzi, mai
perché non sono mai
assieme."

Fu la Solanas
col suo antisesso
che procurarono
D vide Andy.

Andy non vide
(che nel passaggio
tra le due celle
e solo forse)
D.


L'occhio
03/11/2004

Croce nel vortice in terminabili deliri,
galassia in spirale dalle quattro braccia
s'inoltri in mortale voglia d'infinito
tra le cangianti aurore al termine del viaggio,
radiosi mutevoli inconcepibili teoremi
nel cielo volteggino all'esitar della notte.

Sia dato un giorno, un ultimo giorno
d'addii gravosi per come si conviene,
al centro del fiore sia fatto un taglio
dal quale osservare un occhio bambino,
ai lati le quattro immagini cardine
ridotte nel cumulo di anonimi dettagli:

le valli, i monti, il lago, le nubi,
le sofferenze imposte dalla propria natura,
le mai realizzate idee migliori,

infine l'attimo
prima
del buio.



tre spine
28/10/2004


pensionati

io mi vergogno
non per il litro d'olio
o per la pasta

nascosti nella borsa
ma per la loro fame.


ucciardone

mamma mi porti
a salutare il babbo
dopo la scuola?

dietro le sbarre vedo
braccia agitarsi, le mie.


il pugno

che moglie e figlia
la morte tua da cani
guardino pure

graffiare il carro nero
dei corvi è sacrilegio.



Gymnopedie
26/10/2004

Sospese nel vuoto del libero vibrato
le corde d'un piano in celesti risonanze
fissate con arte al pedale tonale
e sullo sfondo una danza di fantasmi,
fraseggio impervio non secondario
dal lento sviluppo, una polifonia di
simboli
e suggestioni emerse dalla memoria,
sonorità impalpabili, una toccante nostalgia.

Nella penombra della stanza
l'occhio osservava in controluce
lei che ondeggiava accanto alla finestra
da un piede all'altro, come in trance.

Non era fuori che guardava
rapita in tempo dalle note
che la sua mano accarezzava
ma dentro, dietro le serrande,
dietro la tenda mossa dal vento
dietro le palpebre chiuse sul pianto.

Con una mano
si massaggiava il collo.

Il pavimento era uno specchio.


A Fuser
25/10/2004

Se non per suo conto mi palpitasse il cuore
e a lui destinare un pensiero dovessi
per ogni secondo della mia piccola vita
non dal paesaggio mi lascierei distrarre,
come trovandomi in sella a una moto
ancora ogni battito saprei quanto vale,
combatterei con orgoglio per ogni respiro,
per nulla al mondo rinuncerei a lottare.


datemi un bacio
19/10/2004

Vivo, io, che lo voglia o no,
in una maniera oppure nell'altra.
Vivo, perché sto qui a parlarne.

Pongo la voce in una sala vuota
dal tetto a volta che a volte mi rimanda
la tenerezza d'un sogno d'infanzia.

Invio messaggi in codice alla vita,
vi mentirei se dicessi che mai
lei m'ha risposto mah, talvolta
ho l'impressione di non esistere:

non tocco il corpo nel corpo del mio scrivere
ciò non ostante sempre fatico.

Offritemi un bacio, prima che sparisca
prima di pentirvene, datemi un bacio
perché quando il bacio è stato dato
voi non potete chiederlo indietro.


?
12/10/2004

richiamo il blu quasi trasparente
marea dell'anima irresoluta
in umido cheto consenso della notte
lascio l'impronta vischiosa del mio sangue
l'aroma fosco d'un liquido rovente
stillato in perle di fumo nel bicchiere
l'intento sterile di leggermi diverso

sono così indisciplinato,
recalcitrante, refrattario,
perplesso pure sui miei dubbi,
sono piegato su me stesso,
sono il mio punto
di domanda


mulholland drive
11/10/2004

riflesso d'una luce scomposta
in eco di note d'acqua sparse
sui lampi che fissano l'incontro
nella fragranza di un'alba
accartocciata sul cuore
come in attesa
non che la notte lieve lo sciolga
ma che aldilà del sogno
non più alcun senso
di colpa
la colga


capo gallo
06/10/2004

tu con l'orgoglio tra i denti tu
m'hai dimostrato il valore del tempio
ch'è il faro spento sulla cima
del promontorio che domina il golfo
come la cresta d'un gallo spennato
sgozzato in capo al delirio del mondo

(c'erano pesci e pescatori che
in mare affrontavano la tempesta
oggi non restan che piatti sporchi)

ma lungo la strada hai lasciato le tracce
dei cuori mosaico di vetro e conchiglie
in croci di ciottoli multicolore
del tuo raccolto di moltitudini
con cui paziente incastonasti l'incanto

qualcuno mi ha detto che sei morto
eppure visito la tua casa
vi trovo spazzole e borotalco
segni di vita non apparente

allora nel bosco t'immagino nascosto
lì che mi spii da dietro un albero
pronto a finire la tua opera
per ciò adesso vado
ti lascio solo


balzo
05/10/2004

sul bianco s'erge il rosso giacinto
dai petali in palpito e il soffio incerto
dello scirocco è impresso sulla fronte

nel retropasso incede lo sguardo assente
punta rappreso un filo sopra l'orizzonte
ma la misura è esatta, serve la fermezza

ché l'impudenza mascheri lo smarrimento
e in punta di piedi quel moto si riprenda
di passo in passo nella solerte corsa

incontro all'azzurro
nel volo casto


potrei
03/10/2004

potrei giocare ad essere
me stesso
e sopra un pezzo di cartone
potrei scrivere

"sono povero
come voi ho tutto
ma sempre mi sono contraddetto
per piacere
fate la carità"

poi ad un incrocio potrei mettermi
e al verde passeggiare tra le auto
mostrare il mio cartello, attendere
non nel poetico silenzio di un'intesa
sospesa un tempo indefinito tra gli sguardi
ma nel frastuono insopportabile dei clacson
che almeno un altro si sintonizzasse
sulla frequenza della mia follia


nonsenso di colpa
01/10/2004

è già una buona cosa
che tu ti sia accorta
di quella macchia
sul tuo sole

è buona cosa avere visto
l'ombra più scura avvicinarsi
piegare il polso sul pugnale e poi
ferire, giù, ferire (all'impazzata:

non è il suo sangue,
l'ombra non muore)

ora ti chiedi giustamente
se e cosa puoi
riprenderti dal basso

trovi parole profumate
d'incenso e d'oro
trovi "amore"

ma non è quello che tu pensi
non è che plastica bucata
mica ci puoi raccoglier l'acqua!

sporca malsana avvelenata
lurida pozza primigenia
lasciala lì
che pure lì è la vita.


resurrezione
30/09/2004

(Nigredo)
sepolto il seme in terra nera
è notte d'inverno senza luna

(Albedo)
ma verdi nozze d'acqua e primavera
bianca d'aurora annunciano la festa

(Citrinitas)
l'estate madre nel giorno pieno
carezza d'aria sul giallo grano

(Rubedo)
autunno rosso tramonto e fuoco
spenta e riaccesa è la tua fiamma


quello che serve
26/09/2004

è confuso
questo pensare oltre
questo parlarci per forza
senza trovare altro
che piume e dubbi

dolce l'oblio
dell'ubriachezza
e della musica
del sesso e
della notte

ma adesso basta. basta.
non dirmi di te
non dirmi nulla

stringiamoci l'un l'altra
ma forte. forte.
che l'aria manchi
che il tempo si fermi

e se verranno le lacrime
senza paura nè vergogna
senza nessuna falsità

le accoglieremo insieme.


la goccia
25/09/2004

a lungo ho atteso
eccola ora

dal cono azzurro
di luce che sovrasta
la goccia cade

io sono foglia
e tu sei foglia

se nell'autunno posso
ritrovarti

allora dacci
nessun riparo
e giorni di pioggia

che questa pace
ci colga ancora
impreparati

e che del resto (degli abiti bagnati,
del raffreddore, della gente)
mai più c'importi
nulla.


culla
21/09/2004

da quanto tempo non fai un bagno?
intendo dire non lavarsi
ma fare buio, spogliarsi
e nella vasca immergersi del tutto
per ascoltare e indovinare i suoni
chiudere gli occhi e percepirsi acqua
immaginare quel che sarà
tornare a casa


overture
17/09/2004

magari furono i colori
del mare inquieto all'orizzonte
per l'insistente corte di levante
che sussurava timido i suoi baci
intensi ed umidi di pioggia

fu il ritrovarsi come in stormo
di bianchi bioccoli nel cielo,
l'inabissarsi nel respiro
della scogliera a precipizio

fu dello zingaro il sentiero
che profumava d'erba perla
e di ranuncolo rupestre,
l'essenza rara del limonium

e ancora il vento, il vento
che sibilava note antiche
tra i tuoi capelli
fu l'amore.


l'età del camminare scalzi
17/09/2004

crepe d'asfalto e sabbia al confine
strade battute soltanto dal sole
rughe celesti d'un cielo muto
raccolgono sguardi poco umani

siamo pescetti nel mare oceano
e pratichiamo il culto della nebulosa
che le correnti calde separa dal gelo
dell'oltre limpido eternamente immoto

di tanto in tanto s'agita la coda
il guizzo confonde la prospettiva
ma l'attimo dopo ci si ferma
l'acqua gorgoglia giù per lo scarico

e adesso che cerchi dappertutto
la controprova di quanto in propria mente
l'uomo sia certo d'essere pensante
mentre nei fatti non ve ne ha ragione

giacché se su marte scoprisse un cubo
di semplice pietra ma ben levigato
nemmeno per un attimo lui dubiterebbe
della manifattura aliena intelligente

e questo perché i cubi anche lui sa farli
e di sicuro "in natura" non esistono cubi
(ché lui "naturale" nemmeno si sente)
perciò è intelligente chi leviga i cubi
chi li distrugge i cubi e chi li vende
chi li conserva e li espone e li pulisce
chi li baratta, i cubi, con tutto il resto

adesso che sospetti che il caso sia la scusa
né più né meno vaga di chi il destino esclude
saprai forse fregiarti del suo sorriso amaro
di quando ammetterà di malavoglia che
persino le amebe son più complesse dei cubi.


un buon giorno
10/09/2004

Per due minuti è ancora dormiveglia
baci la donna, rimetti in piedi l'uomo,
frescura sale dal bel mattone rosa.

Senti un fruscio, sbadigli
e lei sorride.

Con occhi schiusi ti guarda di sottecchi
non vuole alzarsi, dice: "amore mio."

Metti il caffe' sul fuoco, ritorni nella stanza
e lasci entrare, ridacchiando
la luce calda e amica del mattino

ma lei gia' sbuffa: è alla ricerca
di ciò che resta della notte
ancora sotto le coperte.

Ripensi a quell'aurora dentro al letto
che da settembre a te soltanto si concede.


la signora della fune
07/09/2004

in tredicesima casa l'attesero millenni
le dualità genitrici ma la magia d'un incanto
sul disco piatto alla base della piramide del cielo
la tratteneva come l'onda che scuote forte la culla

"qual sacrificio è vita?" nel guizzo della fiamma
arde ogni volta un tormento di fenice

"lì dove muore l'arcobaleno
nascondo sempre il mio tesoro"
il dio giaguaro le rivelò una volta

per ciò rimane la signora della fune


non siamo noi
06/09/2004

come il lucente foglio d'acciaio
fra gole di specchio ricurvo riflette
deforme realtà per piacere dell'occhio
distorta è la mente dell'uomo dai numeri

distraggono il cuore dal senso profondo
di quanto gli accade ora dentro ora fuori
la morte di mille non è solo morte
diventa strage olocausto tragedia

si cambia il registro si perde l'essenza
dolore tramuta in orrore terrore clamore
si omologa il male lo scempio si spiega
si cerca la causa analizza classifica lapida
è chiaro ragiona ragiona poi lapida lapida

lapida e pace non trova
si trova il colpevole

non siamo noi


rumore
05/09/2004

occhio di lupo la luna questa notte
ha visto aprirsi voragine di stelle
su dune calde di nubi in transumanza
cola lo sguardo riflesso del suo astro
spolpa gli avanzi dell'ultima cena
conta le ossa perché non ha pace
nelle sue stanze rimbalza l'urlo
che lo iniziò alla vita
che adesso è
rumore


non è l'amore
03/09/2004

chiazze di verde
giallo d’autunno
l'immenso azzurro
del cielo vedo
scorrere piano
sul tetto dell'auto

fronde d’albero
spiriti del bosco
cosa non siamo
cosa diventiamo

distesi in un attimo
d'utilitaria
gli occhi disperdono
pensieri d’aria

respiro lento
vento d’eucalipti
frusciante di foglie
dal finestrino aperto

vuota la mente
felicità assoluta
che non saprei (e non voglio)
dirti nemmeno

non è l’amore


l'infermiera
31/08/2004

Maledizione a me, quando ti presi a cuore!
Non c'incontrammo lì, dal professore?
Dicesti "Prego, si può accomodare."

M'avvicinai, sedetti a lui di fronte
che scarabocchiava pensando ai fatti suoi
e ti osservai guardarlo mentre ti ignorava:
fu solo allora che m'accomodai.

Passaron mesi di raffreddori,
giornali, chiacchiere, poca paura,
un caso raro per quei dottori
che non ti prescrissero, mia sola cura.

Partii per l'estero per un'operazione,
mi garantivano completa guarigione
minimizzando il rischio, sempre latente,
che in anestesia è mortal inconveniente.

Se tu sei venuta al mio funerale
col camice bianco dell'ospedale
non potrò renderti il favore
ma grato ti resto: nessun livore.

Bastava un cenno, un tuo sorriso,
una smorfietta sul quel bel viso
che mi dicesse "guarisci presto!":
una bugia, ti avrei creduto.

Ma tu impassibile: "medicinale!"
Non che celassi una voglia carnale,
per cui m'imboccavi di fretta e via:
"ancora ho da farmi un'altra corsia."

Ma quale corsia, mia dolce balia,
fuggivi lo sguardo che non ammalia,
pensavi al distacco che fa meno male:
evviva l'etica professionale!


ferie
29/08/2004

assaporare all'alba, in solitudine, l'attimo prima di partire,
la doccia tiepida, nel buio, che chiude un giorno impegnativo
oppure un'ora da ultimo cliente, in una libreria del centro,
in piena estate: terze di copertina, recensioni, incipit
ed un finale...

la tua vacanza: preparativi
che sono aspettative (e tali resteranno)

nella realtà ritorni
a casa stanco più di prima,
certo che a lavorare
faticherai di meno.


piaceri
27/08/2004

Io ne conosco di sottili
più del sedere a un raffinato desco,
dell'indossare una veste migliore,
del primo sorso che placa la sete,
del canticchiare con la mente,
dello scambiarsi l'amore in un letto,
dell'arrivare alla meta con sforzo.

Conosco la pace che rammolisce il ventre,
quella del gioco dietro la tenda,
del risvegliarsi col sole negli occhi,
dell'isolarsi in un mare di gente,
del non volere niente, nemmeno l'aria,

perché non esiste piacere più grande
che diventare l'assenza di ogni cosa,
sperimentare il vuoto del tempo che passa
senz'altro scopo che decadere.


l'attesa
25/08/2004

fonde noce di burro,
s'ustiona in padella
di ghisa urlante
il petto mio di pollo

e piove l'origano,
lapilla il sale,
rotola il cappero
e il pepe spizzica

sulla scrocchiante crosta
trito di mandorle amare,
gocciola d'olio d'oliva
e di odoroso basilico
appena un ciuffo,

ti ho preparato il piatto,
versato è il vino fresco
nel calice più alto
e il pane è caldo

ma tu non arrivi,
ancora non arrivi
e ancora non arrivi
e tutto si raffredda,

amore mio.


iDEAle(i)
19/08/2004

Ti sembrerà strano
eppure non ha tutto
quel che le serve
per essere felice.

Ha occhi d'indovina
che ridono nel buio,
denti di madreperla
taglienti come lame,

piume di lepre,
un cuore d'argento,
chioma di fuochi fatui
e stomaco di struzzo,
pollici opponibili
ornati di melassa.

Ha solo un sesto senso
per stare sulla corda,
un pettine di stoffa,
la croce sulla porta

ma non ha lacrime a richiesta,
idee innocenti per la testa,
quell'appetito umano per la vita
che a tutto il resto toglie spazio.

Ecco, lei forse ha troppo spazio...
sarà per questo che il suo motto
è: fatti più piccola ma non sparire,
che almeno lui possa trovarti.

Quel lui (son io)
la cerca ancora.


M.
17/08/2004

Non potrò mai dimenticare
quel pomeriggio, sotto casa,
in cui fuggisti disperato
da me sconvolto, terrorizzato, certo
che stavi per farti troppo male

invece ti vidi

e mi mancava il fiato

rifare il giro, tornare indietro
a saltellare
con sorriso di sfida,
gli occhi rigonfi di dolore,
per incitarmi a prenderti (hop! hop!)

e ti acchiappai allora
(pensa al giovane Holden),
ti strinsi forte al petto,
gridai che nei fratelli
bisogna credere

ma passato è il tempo
in cui sperare
nel sonno senza sogni,
ristoratore per forza,
che potesse renderci

il respiro leggero,
il palpito forte
e regolare,
la voglia di non smettere
mai di giocare che
da bambini...

(già, da bambini)

adesso lo sappiamo:
niente ritorna come prima.

Io temerò per sempre
l'alzarsi ancora della nebbia
a far di nuovo scempio
della tua vita, della nostra.

Sussulterò allo squillo
della chiamata a tarda notte
ché la parola non detta
sarà risata o pianto

e se domanderanno
ma come mi sembravi
ancora sentirò

lo stomaco di pietra
spingere il cuore in gola
e un desiderio di sparire
montare piano nella mente

stanca com'è di credere
nell'incubo fortuito
da cui svegliarsi
prima o poi.


agata (la tua luce)
01/08/2004

eternamente tremula è la luce
che ti accompagna nei silenzi
delle nemiche solitudini.

del tuo dolore non parlerai
quando ti servirà
(se già ne hai fatto uso)

sai che non devi
trovarle un nome,
darle un colore,
rappre-sen-tarla.

non va mostrata
(nessuno può vederla)
pertanto è tua:
non farne un culto.

è la tua luce,
se ne avrai bisogno
ti basterà
considerarla.


speriamo nella risacca
01/08/2004

abbiamo tutti vele
ed ancore da issare
e paradisi promessi
verso cui salpare,

eppure in mare
oggi non vedo
che bagnanti.


buona la prima
30/07/2004

ciak, si gira! sei protagonista
di un film del quale
tutti conoscono il finale:
lieto, ti dicono, a prima vista.

per uno o due resiste flebile l'attesa
che ogni cerimoniale riservi una sorpresa,
in fondo anche stavolta si recita a soggetto:
nessun copione, niente è ancora stato detto.

e allora preghi (il luogo è quello giusto)
che l'altra per la vita provi tuttora gusto,
che trovi lei il coraggio, la dignità, la forza
di non pelare l'amore gettando via la scorza.

il prete comincia:
"vuoi tu per moglie questa sguincia?"
sogni che venga giù l'altare
ché il cristo forse vuol ballare,

"lo voglio sì, che diamine!" rispondi,
rumini intanto pensieri inverecondi,
poi tocca a lei, ti guarda,
con lacrima gagliarda

dille con gli occhi: "tu non farlo!"
ma tu sorridi come un tarlo
sazio, beato di compensato...
cosa ti aspetti? sei fregato!

lei non ha dubbi, dice di sì.
applauso, bacio, continuate così...


a perfect world
28/07/2004

Reti neurali, asservite
alla realtà virtuale,

geni embrionali, clonati
senza nessuna morale,

leggi marziali, a governo
del villaggio globale,

viaggi spaziali, su Marte
a scopo sessuale:

stati confusionali, indotti
da malattia mortale.

Che la memoria sia
vapore alcolico
è fortuna:

non servirà lo stomaco
per raccontare ai figli
del lezzo rancido
ed acre di gasolio
che non da sempre
è ricordo del mare,

ché fresco era il vento e carico di sale,
guizzo di pesce, profumo d'alghe e vita
che solo a riva percepivi a piena mente.


la bellezza delle rose
21/07/2004

è nelle spine
ostinate a difesa
del labirinto
di petali odorosi,

è pure lì
(le bastan poche ore)
che la bellezza passa.


Diva
20/07/2004

Questa ricchezza
di cui da sola parli,
che di continuo ostenti
senza pudore alcuno,

questa bellezza
ch'esagerata adorna
l'esagerata tua
ignoranza

e questa vita mascherata,
fatta di cene, appuntamenti,
profumi ed abiti alla moda,
gente invidiosa, diffidenza,
pettegolezzo, cattiveria,

di tanto in tanto te ne accorgi:
ti secca il cuore, che si crepa.

Ma a cosa serve camuffare
con brillantini e ciglia finte,
polvere bianca (cipria per la mente),
quel mal comune, che non è mezzo gaudio?

Dici: "ma almeno,
soffro solo dentro!"
ed io ti credo
eppure mi disgusta.


la fine di un amore
19/07/2004

un pel di luna
riflesso dai tuoi occhi
rossi di pianto

m'induce a ritardare
la fine di un amore.


perché il cocomero non parla
18/07/2004

basta il sorriso
del nostro bambino
a non sentire il peso
del cammino

che insieme a te ho intrapreso
amore mio
senza una meta esatta

ché la soddisfazione è il viaggio
non l'arrivo.


tutto chiaro
16/07/2004

Tasselli che con le mani divertita hai confuso,
disgregando l'immagine (che non ricordi più)
con cui tutti giochiamo, adesso, mentre...

...alla terrazza del solito bar,
sul finire del tempo, insieme si resta
ai tavolini, a contemplar la luce
di vecchi lampioni: giallo-arancio.

...ascolto la voce del vento alieno
che muove foglie croccanti di sole
e prime gocce di pioggia in-attesa:
dice e ridice...

"E' l'ora, partiamo."

E davvero il piacere più grande
per noi fratelli è la via di fuga:
un sentiero antico, disseminato di indizi,
che non conduce da nessuna parte,

non al disegno completo (l'integrità del sogno)
ma ad un futuro negato, incomprensibile, incerto.

Io non sospetto, d'altra parte,
che inserirai tra i pezzi ancora da usare
degli elementi estranei, solo per gioco.

Poiché la natura m'imporrebbe
d'essere a capo del processo,
allora di certo forzerei il meccanismo,
scardinerei l'impianto pur di vedere

ogni ingranaggio occupare il suo posto
(a martellate), documentato in progetto
ma non disperso, abbandonato, offeso,
semmai arricchito d'un nuovo valore:

l'utilità dedotta, tutt'altro sapore...


ferragosto
16/07/2004

semistordito dalle cicale in canto,
nella penombra della camera da letto
un delizioso benestare al controvento:
l'ondulatorio scudisciare della tenda.


poco prima di uscire
14/07/2004

scivola lenta una pioggia d'estate
che appena fuori casa ti sorprende,
occhi d'amante al termine del pasto,
forse la voglia di ritrovarsi un poco

a indovinar nell'altro quello che sarai

vapori dall'asfalto che odorano di terra,
una frescura che speri duri fino al vespro,
quel figlio vostro che non immagini felice,
le corse in bici di quando avevi quattro anni,

e l'impressione che tutto sia finito,
perfino la poesia della tua musica in inverno,
l'impronta d'una mano che ti lasciò sul viso,
la fede improvvisata di una ridicola ragione:

in amore si deve ricucire di continuo.


diffidenza per l'Amore
13/07/2004

la civiltà non è che l'illusione
d'una consolazione oscena, un'invenzione
d'uomini tristi, spaventati guerrieri
dimenticati dal padre in più di un'occasione,

il cui cammino incerto nella notte è fuga,
rigurgiti di selce e carne cruda,
eccessi rovinosi e contemplar rapiti
l'ignota solitudine degli spazi infiniti.

nei luoghi dell'infanzia (della memoria il lutto)
vana è la speranza di tornare dopo tutto,
armati di niente a dover niente difendere
se non un'assurda diffidenza per l'Amore.


pullman
02/07/2004

Rosseggiano i tuoi occhi
all'imbrunire, quando è sera
e sulla via di casa

Pensi

al pullman, quasi vuoto,
al vecchio conducente,
a quel suo dire niente
mentre rimette in moto,

all'aria fresca ch'entra,
di tanto in tanto,
dal finestrino aperto
e spazza via il

Rimpianto

d'avere perso tempo
a raccattare cose
con cui riempire i vuoti
non del sepolcro,

della Vita.


dalmare
02/07/2004

Luci lontane rischiarano la notte.
Sull'acqua ondeggiano barche e pescatori
che le lampare gialle sanno adoperare.

Cercano il polpo, il calamaro, il granchio,
cercano e trovano, ogni tanto,
parole antiche e groppi nella gola.

Di pane secco e vino, si raccontano,
e pesce crudo e sale,
e donne amate una volta sola,

dei figli in Africa dispersi
e della voglia di volare
con i gabbiani all'alba

sull'oceano.


Longues-sur-Mer
02/07/2004

Crescono rovi carichi di more
sugose e dolci, in Normandia,
sulle scogliere, tra le casematte
che odorano di piscio, ruggine

e sudore.

L'artiglieria pesante (quattro pezzi)
spediva a venti miglia dalla costa
centocinquantacinque millimetri

di piombo.

Crescono rovi carichi di more
dolci e sugose, in Normandia,
che i loro frutti hanno cresciuto
sopra quei corpi di soldati morti.

Ride il turista con il figlio,
dalla Germania con il camper,
prende una mora, la guarda bene,
poi gliela offre. Lui la mangia.

Crescono rovi carichi di more
sugose, dolci, rosse come il sangue,
in Normandia.


Seshat
00giovedì 3 novembre 2005 17:59
Come sai Max, io sono di gusti difficili. Innegabile, pero', la tua "stoffa" come chirurgo di parole. Mi piace -ed è una cosa che facevo anch'io- il modo in cui tu fermi certi attimi, il modo in cui ci fai partecipi di un pensiero fuggevole. Fotografie, ecco. Delle polaroid che si sviluppano mentre le leggi. Uno stile asciutto che apprezzo.

Seshat [SM=g27823]
raelmax
00martedì 8 novembre 2005 14:42
Thanksallot, Seshat! [SM=g27835] Inutile dirti che la stima è reciproca, anzi, vado subito a lasciare la mia impronta digitale sulla tua carta d'identità... eh eh eh. Ah, sto preparando un "esperimento" ispirato da un piccolo pezzo tratto da un bell'album dei Deep Forest, sulla falsa riga dei tuoi sui fonemi, presto ne porterò un assaggio su "poesia sperimentale"...
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