«Finora - dice con orgoglio Jacques Godfrain, da 27 anni deputato della zona e da 7 sindaco - Millau era nota per tre cose. La terracotta, che cominciò ad essere realizzata qui dai romani e che poi venne esportata in tutto il mondo antico. I guanti, di cui Millau fino al primo ’900 era la capitale mondiale, prima di Napoli e Singapore. E... gli ingorghi. Farsi un tappo ( bouchon ) a Millau è diventato un gioco di parole, che appunto non significa stappare una bottiglia da queste parti, ma restare bloccati per ore nel bouchon , nell’ingorgo. C’è chi ha sostenuto che Millau è responsabile della gran parte degli acquisti di auto con condizionatore a causa delle lunghe code estive. Ma adesso c’è il ponte e Millau sta diventando famosa in tutto il mondo, come tutte le città che legano il loro nome ad un famoso ponte».
Millau ha inventato il segreto di trasformare in souvenir e soldi tutto quello che succede da queste parti. Qui risiede José Bové, il leader dei paisans antimondialisti, e qui ha cominciato le sue campagne di protesta. Qui avvenne il clamoroso incendio di McDonald’s, nel 1999. Adesso il McDonald’s di Millau è il più frequentato della Francia e molti turisti si fanno fotografare davanti al ristorante ricostruito. «È probabile - dice il sindaco Godfrain - che anche il ponte, come è già successo, venga utilizzato per qualche protesta. Pazienza, diventeremo ancora più famosi».
Jacques Godfrain è uno di quei francesi di provincia che fanno amare la Francia quando si depura della spocchia parigina. È l’immagine di una Francia semplice, bonaria, ospitale, insieme colta e raffinata, con il gusto delle proprie tradizioni. Al «suo» ponte, Godfrain ha dedicato un romanzo che è anche un affascinante percorso nei misteri di tutti i ponti del mondo.
«I ponti del diavolo» ricostruisce le leggende medievali secondo le quali i ponti sono un’impresa dell’uomo contro il diavolo, «un angelo della caduta», che appunto si impegna a farlo cadere. Secondo Godfrain, ci sono almeno 281 ponti nel mondo che in qualche modo si richiamano al demonio e che si ritiene siano crollati a causa del maleficio. Il più famoso è quello di Avignone, crollato e poi dedicato a San Benedetto. «Anche il ponte dei sospiri, a Venezia, contiene un’effigie demoniaca al centro - ricorda il sindaco -. Nell’antichità si facevano esorcismi, si facevano passare animali all’inaugurazione, si compivano persino sacrifici umani perché si riteneva che il primo uomo a passarci sopra sarebbe morto». Nel suo romanzo, Godfrain immagina che anche il presidente della Repubblica abbia paura di attraversare il ponte di Millau il giorno dell’inaugurazione e che quindi invii un messaggero a Londra per indagare, presso i progettisti, sul mistero demoniaco. «Ma Chirac non ha paura. Lui il patto con il diavolo l’ha già fatto», scherza Godfrain, che del presidente è un fedelissimo.
Nel giorno dell’inaugurazione, ci sarà anche il sindaco di Mostar, la città del ponte distrutto durante la guerra in Jugoslavia, il simbolo dell’incontro fra l’Oriente e l’Occidente. Nella storia dell’uomo, i ponti hanno sempre avvicinato i popoli e le culture. Per questo gli uomini li hanno anche distrutti. Il ponte di Mostar venne distrutto un 9 novembre. Il 9 novembre fu anche il giorno della caduta del Muro di Berlino. Invertendo i numeri, si ha la data degli attentati di New York, lo scontro, anziché l’incontro fra civiltà.
di Massimo Nava
Corriere.it