Scritto da: (Upuaut) 08/06/2007 20.49
Odio ripetermi, ma visto che qua le cape toste abbondano, è necessario farlo...
sei veramente noioso non solo ripeti le stesse cose, non distinguendo le opinioni di Musy (che non è un medico) dai fatti. ma affermi con singolare intgralismo che chi contesta che l'embrione non sia una persona non si un medico serio. Alcuni dei più importanti ricercatori, medici genetisti anche non credenti contestano questa categorica affermazione(p.S. anch'io non sono credente ma agnostico, e mi spaventa il fideismo con cui si nega categoricamente ciò che non è dimostrabile ossia lanon personalità dell'embrione ). riporto alcuni contributi di ilustri scienziati che affermano che lembrione è comunque un essere umano.
L'embrione come paziente
Dichiarazione dei Docenti delle 5 Facolta’ di Medicina e Chirurgia, delle Universita’ di Roma, promotori del Convegno sul tema L’Embrione come paziente svoltosi presso l'Universita’ di Roma "La Sapienza", il 2/2/2002.
1. Nell'attuale panorama scientifico, il progresso delle tecnologie ultrasonografiche, della psicologia pre-natale e del braccio terapeutico ha aperto una grande finestra sulla vita prenatale, confermando l’evidenza che l'embrione/feto e' un vero e proprio soggetto. Attraverso la scienza medica, la vita prenatale si offre oggi agli occhi della madre, della coppia, della societa’, che possono cosi’ conoscere l’embrione/feto in tempo reale e con oggettivita’ scientifica.
La ricerca scientifica, il progetto genoma uomo, lo studio dell’embriogenesi e delle basi molecolari delle diverse malattie e l’approfondimento delle dimensioni psicologiche della vita prenatale offrono concordanti evidenze che portano a considerare la vita umana come un continuo che ha nella fase embrionale e nell’invecchiamento l’inizio e la fine del suo percorso naturale.
2. Il neoconcepito si presenta come una realta’ biologica definita: e’ un individuo totalmente umano in sviluppo, che autonomamente, momento per momento, senza alcuna discontinuita’, attualizza la propria forma realizzando, per intrinseca attivita’, un disegno presente nel suo stesso genoma.
La formazione del neoconcepito, dalla fecondazione alla nascita e in tutto il processo di crescita e di sviluppo successivo, manifesta un finalismo progettuale. Il suo ciclo vitale e il suo sviluppo sono caratterizzati da tre proprieta’ biologiche, ben conosciute: la coordinazione, la continuita’ e la gradualita’.
La coordinazione e’ un processo dove esiste una sequenza e interazione coordinata di attivita’ molecolari e cellulari, sotto il controllo del nuovo genoma, che e’ modulato da una cascata ininterrotta di segnali, trasmessi da cellula a cellula e dall'ambiente intra ed extra cellulare. Questa proprieta’ implica e, ancora piu’, esige una rigorosa unita’ dell'essere che e’ in costante sviluppo nello spazio e nel tempo.
La continuita’, permette al nuovo ciclo vitale di procedere per eventi successivi l'uno all'altro e "senza interruzione".
La gradualita’ e’ una proprieta’ che "implica ed esige una regolazione, che deve essere intrinseca ad ogni singolo embrione" e permette di raggiungere, gradualmente la forma finale.
Il determinismo, che si rivela dalle prime fasi, e’ orientato verso un progetto ben preciso e finalizzato: determinismo e finalismo si toccano e si condizionano.
3. Pertanto,
l'embrione si dimostra sin da subito protagonista del suo esistere biologico. Si e’ dinanzi ad un vero e proprio protagonismo biologico, che si manifesta nella precisa dinamica dell'impianto, nell’orientamento dei processi di attivazione genomica dei vari tessuti e organi, nel colloquio biochimico, immunologico e ormonale" che caratterizza la placentazione.
Se le conoscenze della fisiologia embrio-fetale e della interazione madre-embrione sono state acquisite e indubbiamente migliorate, anche l'attuazione del braccio diagnostico e l'approccio terapeutico riguardo le eventuali condizioni patologiche, materne e fetali, ha subito una positiva evoluzione.
Gli studi e i risultati degli ultimi vent’anni hanno potuto validare una incredibile compliance del feto. In talune condizioni patologiche, e’ stata utilizzata la terapia fetale non invasiva: farmaci e molecole, immesse nel circolo materno, raggiungono il piccolo paziente, per via transplacentare, espletando una terapia adeguata alle necessita’ emodinamiche e biochimiche del feto, in base al peso, stimato ecograficamente. Esemplificazioni di tali terapie sono l’uso di farmaci antiaritmici nelle gravi tachiaritmie fetali e di farmaci antivirali per bloccare il passaggio verticale dell’infezione HIV.
Non meno importanti, si sono dimostrati gli approcci terapeutici, per via invasiva, ecoguidati, nelle gravi patologie fetali, come l'incompatibilita’ Rh, le patologie malformative, con versamenti endotoracici ed endoperitoneali, le gravi uropatie ostruttive, le p-PROM precocissime, le patologie gozzigene ed altre ancora, che hanno cambiato completamente la loro storia naturale, in termini prognostici e al lungo follow up, grazie ad interventi infusionali o drenanti.
Si e’ restituita, cosi’, la capacita’ gestazionale a molte pazienti, con risultati insperati fino a pochi anni orsono.
In una prospettiva a piu' lungo termine si pongono potenzialita’ offerte dalla terapia genica somatica in utero.
Tutte queste nuove e importanti conquiste scientifiche devono svilupparsi nel rispetto dell’individualita’ dell’embrione, con riguardo alla salute completa della madre, ed in una visione prospettica verso il divenire del nuovo individuo. Ognuna di queste risorse scientifiche e tecnologiche sottolinea e ribadisce la vita che inizia nell’embrione, la unicita’ di questo nuovo essere vivente che inizia la sua interazione con l’ambiente, prima nel grembo materno, poi nel mondo esterno, in un divenire unico e specifico.
Il cammino della ricerca scientifica circa lo studio della vita dell’embrione e dei suoi rapporti con l’ambiente materno e sociale e’ solo all’inizio.
4. I positivi traguardi della medicina embrio-fetale fin qui raggiunti ci sollecitano a progredire nella ricerca e ci rafforzano nell’impegno di: curare l’embrione ispirandosi agli stessi principi etico-deontologici propri di ogni altro intervento sanitario, garantendo, in tal modo, la stessa dignita’ dovuta ad ogni paziente e le condizioni umane per crescere e svilupparsi;
diffondere nella cultura scientifica e sanitaria le esigenze della vita embrionale, come conquiste della ricerca e patrimonio di tutta l’umanita’;
sensibilizzare i responsabili della sanita’ pubblica a creare le strutture sanitarie necessarie a favorire un ambiente idoneo allo sviluppo dell’embrione, a cominciare dall’assistenza adeguata alla madre e alle dinamiche materno-embrionali;
rilanciare l’insegnamento dell’embriologia nell’itinerario universitario del personale medico-sanitario, come momento di particolare rilevanza formativa per la conoscenza e la maturazione di un adeguato rapporto con il paziente;
favorire ricerche interdisciplinari coinvolgendo tutte le componenti della societa’ in modo che l’embrione sia conosciuto e accolto nella sua inviolabile dignita’.
vigilare sulla divulgazione delle informazioni che hanno come riferimento l'embrione e il feto in modo che la cultura dell'embrione "soggetto" possa diffondersi nella societa' italiana ed europea.
Prof. Adriano Bompiani, Universita’ Cattolica del S. Cuore
Prof. Pierluigi Benedetti Panici, Universita’ Campus Biomedico
Prof. Ermelando Vinicio Cosmi, Universita’ di Roma La Sapienza
Prof. Bruno Dallapiccola, Universita’ di Roma La Sapienza
Prof. Vito Fazio, Universita’ Campus Biomedico
Prof. Salvatore Mancuso, Universita’ Cattolica del S. Cuore
Prof. Massimo Moscarini, Universita’ di Roma La Sapienza
Prof. Emilio Piccione, Universita’ di Roma Tor Vergata
Prof. Domenico Arduini, Universita’ di Roma Tor Vergata
Prof. Giuseppe Noia, Universita’ Cattolica del S. Cuore
Prof. Giuseppe Benagiano, Universita’ di Roma La Sapienza
Prof. Giovanni Pirone, Direttore Istituto di Medicina Sociale
ancora contributo di Angelo Vescovi quello che è forse il più importante ricercatore di cellule staminali agnostico
NTERVISTA con il prof. Angelo Vescovi (scienziato agnostico ) di Daniela Minerva (L'espresso, n.34 - 26 agosto 2004)
DA LAICO VI DICO: È UNA BARBARIE
Il maggiore esperto di staminali del San Raffaele condanna la scelta inglese: inumana, ma soprattutto inutile, dice. Perché si può fare ricerca senza embrioni
Ecco: ho davanti Dio: così Angelo Vescovi definisce una straordinaria coltura di cellule staminali a cui sta lavorando: "Possono generare tutto". Lui è uno degli studiosi di cellule staminali più importanti del mondo, dirige l'Istituto messo in piedi al San Raffaele di Milano per queste ricerche e sta per partire con una sperimentazione sull'uomo di una terapia per due patologie degenerative del sistema nervoso. È uno scienziato duro, puro e patentato, e si definisce agnostico, taoista. Eppure...
Professor Vescovi, bella notizia dall'Inghilterra, il via libera alla clonazione per scopi terapeutici.
"È un delirio".
Come sarebbe a dire?
"Clonare esseri umani per poi distruggerli è un delirio".
Ma un embrione di sette giorni è un essere umano?
"Per la biologia, sì. La vita nasce all'atto della formazione dello zigote, ovvero con la fecondazione. Da quel momento in poi c'è un essere umano. Ora, qui diciamo che é del tutto lecito creare esseri umani per poi distruggerli al fine di ricavare cellule staminali che, chissà se e quando, hanno utilità terapeutica. Non solo: pretendiamo di spacciare questa roba per la massima espressione delle scienza e della tecnologia. No, è proprie la ragione che con questa storia è stata sconfitta".
La ragione è stata sconfitta?
"Angelo Vescovi, San Raffaele: garantisco che è una pura coincidenza. Io mi chiamo così, ma sono del tutto agnostico. E la mia analisi non si basa su una logica religiosa. Eppure a me, scienziato illuminista, la ragione dice due cose: che gli embrioni sono esseri umani e che crearli per poi distruggerli é una sconfitta. Così é dal punto di vista di uno che non vuole farsi contaminare nel giudizio né dall'una né dall'altra ideologia: né dai dogmi cattolici né da quelli laici".
Eppure il dilemma della liceità di procedere con la clonazione terapeutica e il lavoro sulle staminali sembra proprio per gli scienziati laici un nervo scoperto. Ogni volta che la politica e le confessioni pongono il veto, la scienza grida all'oscurantismo. E la vicenda inglese pare l'ennesima dimostrazione che i paesi anglosassoni hanno una sensibilità maggiore in questo senso.
"Obietto: la scienza è assoggettabile agli stessi limiti che si pone la società in cui essa vive. Altrimenti è barbarie"
Eppure questi limiti vengono varcati continuamente perché gli scienziati, comunque, quando hanno un'idea la perseguono.
"Sì, ma questo non vuol dire che sia lecito, né inevitabile. La discussione in materia di clonazione terapeutica riporta sempre allo stesso punto: l'embrione è o no un essere umano? La biologia non mi può dire che non lo é. Io so che la mia è una voce dissonante all'interno della comunità scientifica. E questo mi sta creando dei problemi".
In un paese che vara una legge, la 40, dove è scritto chiaro e tondo che chi tocca un embrione per fini scientifici va in galera, non mi vorrà far credere che la boicottano perché dice che l'embrione è un essere umano?
"[...] Voglio rispondere: parte della comunità scientifica e dei mass media è vittima dell'ideologia della laicità a torti i costi. Questi pasdaran della "libertà di scienza" a prescindere da tutto, anche dalla valutazione che sia o no buona scienza, subdolamente mi scavano la fossa, suggerendo che sono un bigotto. Figurarsi: io lavoro da 14 anni sulle cellule staminali. E ripeto che creare embrioni per poi distruggerli dicendo che non ci sono alternative, e che questo curerà malattie terribili, è una sciocchezza".
Parliamo delle alternative.
"No".
Ma perché?
"Perché è la clonazione terapeutica a essere un'alternativa. Un'alternativa remota a pratiche terapeutiche esistenti che utilizzano cellule staminali non embrionali. Mi spiego: le terapie a base di cellule staminali tratte dal sangue sono nella pratica medica corrente, ovviamente di altissimo livello, che salva un paio di migliaio di pazienti l'anno. Poi, il trapianto di cornea: non si fa con le staminali embrionali, ma con le cellule staminali dell'epidermide con cui si costruiscono cornee artificiali da trapiantare. Ancora, sempre con le staminali dell'epidermide si fanno i trapianti di pelle salvavita per i grandi ustionati. Stiamo parlando di terapie in pratica clinica, non di fantascienza.
D'accordo, ma chi pensa alla clonazione terapeutica pensa al diabete, come gli inglesi the hanno avuto il via libera e, soprattutto, alle malattie neurodegenerative: Parkinson, Alzheimer, Amiotrofica.
"Le neurodegenerative sono il cavallo di battaglia di chi propugna la clonazione: certo sono malattie terribili e senza cura, ma proprio per questo spaccano il cuore dell'opinione pubblica e la spingono a giustificare tutto. Bisogna però, da scienziati illuministi, chiedersi: quanto siamo vicini a una terapia per questi malanni se percorriamo la via della clonazione terapeutica? Non stiamo, invece, scartando vie più promettenti per aderire al dogma che clonare è segno di libertà scientifica? Bene, la scienza oggi mi dice che siamo lontanissimi da una terapia, per una serie di problemi tecnici forse insormontabili".
Ma se non si comincia non si arriva mai.
"Ci potremmo arrivare, minimo tra dieci anni se va tutto bene"
É una buona speranza.
"No. Perché c'è un'alternativa più vicina. Si possono utilizzare cellule staminali cerebrali per trapiantarle nel cervello dei malati e far ricrescere il tessuto intaccato dalla malattia. E queste sono cellule disponibili dal 1999. Sono quelle che utilizzeremo noi in una sperimentazione sull'uomo che inizierà entro il prossimo anno".
Da dove vengono queste cellule?
"Da feti abortiti che non pongono problemi etici (ndr. Fattisentire: feti abortiti spontaneamente, come il Prof. Vescovi ha confermato anche al Meeting di Rimini: "Ho detto "spontanei". Basterebbero i 44 aborti che avvengono ogni settimana nella sola provincia di Milano per la terapia di decine di migliaia di malati" dal Meeting quotidiano - 26 agosto 2004). Con la tecnica da noi sviluppata, ma che anche un gruppo americano ha in mano, con il cervello di un singolo feto si ottengono cellule sufficienti a trapiantare alcune decine di migliaia di pazienti. E lo si può fare da domani. [...] Ma c'è un'alternativa meravigliosa dietro l'angolo".
Le toccherà svelarcela.
"Quello che nessuno dice mai é che le cellule staminali embrionali non sono il problema, perché esse, per conto loro, non sarebbero mai capaci di diventare una vita. Sono cellule potentissime,e basta. Il problema é che per ottenerle bisogna fare degli embrioni e poi disfarsene. Ma se ci fosse un modo per ottenere le cellule senza dover creare e uccidere un embrione, il dilemma etico svanirebbe".
Scusi, ma mi pare un'ovvietà.
"Non lo è: è un filone di ricerca molto promettente. Quello che ci porta a riavvolgere la macchina del tempo di una cellula adulta e riportarla allo stadio di staminale embrionale".
Magia?
"No, Alan Trouson, direttore scientifico dell'istituto di ricerche sulla fertilità della Monash University, a Richmond Victoria in Australia, lo ha fatto. Ha trapiantato una cellula embrionale staminale nel nucleo di una cellula adulta e ha creato una linea cellulare".
Sempre clonazione è.
"Ma non di un essere umano. Trouson ha clonato una staminale ottenendone milioni. Ma le staminali non sono altro che cellule; il problema etico è azzerato. Allora io chiedo: perchè investire miliardi in un obbrobrio come la clonazione terapeutica quando ho alternative potenti come questa?"
Si risponda.
"Perché c'è una presa di posizione ideologica che non ha niente a che fare con la scienza e che ritiene che il progresso scientifico passi attraverso la clonazione per ottenere cellule staminali embrionali. E poi ci sono interessi economici mostruosi".
Sono interessi maggiori dl quelli che si potrebbero sviluppare attorno al nuovi filoni? "Ci sono di mezzo i brevetti. Le tecniche di clonazione ed estrazione delle staminali embrionali sono tutte coperte da brevetti. Che diventerebbero carta straccia se le alternative, come il processo ideato da Trouson, diventassero realtà terapeutica".
il presidente della società italiana di genetica umana Bruno Dalla Piccola
Professor Dallapiccola, perché ritiene inaccettabile l¿utilizzo delle cellule staminali da embrione?
¿Prima devo fare una premessa. Devo dire che mi ha molto tranquillizzato il fatto che il ministro Veronesi, durante la presentazione del Rapporto, abbia detto che si tratta ancora di un documento provvisorio. Infatti (e questo è dovuto alla fretta con cui è stato redatto) ci sono parti che non soddisfano completamente. Come si fa a conciliare l¿autorizzazione dell¿uso delle cellule da embrione col discorso della tutela dell¿embrione?¿.
Qual è la sua posizione, e quali le motivazioni?
¿I sette dissidenti, di cui anch¿io faccio parte, vorrebbero un¿enfasi maggiore e migliore sulla garanzia che in nessun modo si passi attraverso l¿embrione, e sulla necessità di fare prima ricerche sull¿animale¿.
Resta comunque il fatto che esistono embrioni soprannumerari, nei laboratori che praticano la fecondazione in vitro.
¿Intanto, bisognerebbe chiudere la stalla prima che i buoi scappino, e quindi bloccare in anticipo questo fenomeno. Poi, un aparte degli embrioni soprannumerari potrebbe essere data in donazione. Infine, c¿è un punto che va chiarito. Non è vero che dopo 5 anni questi embrioni sono tutti morti. Dopo 10 anni, il 40% degli embrioni sono ancora vitali. Questo non può essere un argomento sufficiente. E comunque, si tratta di un problema di difficile soluzione¿.
sull'articolo di aprile on line ripeto si tratta di un'articolo copiato e manipolato. ti ho invitato a dimostrarmi dove nell'articolo originale si facciano riferimenti alla natura dell'embrione , ma non lo hai fatto semplicemente perchè non ci sono. rinnovo l'invito dunque a identificare nell'articolo del resto del Carlino i riferimenti all'ebrione come non persona. se ti ostinerai a ripetermi la stessa pappardella dell'articolo serissimo con connotazioni scientifiche non mi rimarrà amaramente che constatare la tua mala fede ( le connotoazioni scientifiche dei partecipanti al conv3gno non sono in discussione, le conclusioni personali dell'articolista Patrignani se permetti si)
[Modificato da lupog 09/06/2007 4.03]