00 17/08/2005 17:33
Titolo:Prigionieri del silenzio
Autore:Giampaolo Pansa
Pagine:464
Editore:SPERLING & KUPFER
Prezzo: € 17,00


La drammatica vicenda di un comunista italiano nella Jugoslavia di Tito. Seppellito in un gulag e poi costretto a tacere per fedeltà al partito.


“Andrea Scano, 1911-1980. Garibaldino di Spagna. Commissario della Brigata Garibaldi Paolo Rossi. Uomo politico”. Poche righe in cui si riassume una vita tragica, quella di Andrea Scano, che Giampaolo Pansa ha voluto coraggiosamente disseppellire da un colpevole oblio. Esule in Corsica, volontario in Spagna, partigiano in Italia, Scano è costretto a riparare in Jugoslavia dopo la Liberazione per sfuggire all’accusa di “detenzione abusiva di armi da guerra”. E proprio lì, nel “paradiso socialista” di Tito, scopre come un vincitore si possa trasformare in un vinto. Nel 1948, infatti, il patto tra Stalin e il leader jugoslavo si rompe e nel 1950 Scano viene rinchiuso in un campo di lavoro dell’Isola Calva insieme ad altri 30.000 comunisti fedeli al Cremlino. Per tre anni subisce ogni genere di violenza, ma quando finalmente viene liberato e ritorna in Italia, ad aspettarlo c’è un’altra condanna: quella del silenzio che i comunisti italiani impongono ai sopravvissuti. Da grande scrittore qual è, Pansa fa rivivere sotto i nostri occhi una spaventosa epopea, svelando una verità tanto scomoda quanto dolorosa.





Solo due cose sono infinite: l'universo e la stupidità umana e non sono sicura della prima