In una galleria di personaggi chiave del mondo dello spettacolo non puo' non avere un posto di rilievo
Il cuore di Genova; Gilberto Govi
Verso la fine degli anni '70 o forse l'inizio degli '80 su rai tre ando' in onda una serie di commedie di Gilberto Govi registrate in presa diretta sul finire degli anni '50.
Serie molto divertente,impreziosita fra l'altro dalla sigla finale, una struggente "Zena" cantata da Fabrizio De Andre'.
Fu un autentico colpo di fulmine, da allora mi sono messo alla ricerca di informazioni e materiale relativo a questo meraviglioso genio della commedia che riusciva a divertire generazioni di italiani nonostante un dialetto incomprensibile ai piu'.
La lingua non lo aiuta davvero, prima di lui erano in molti a sostenere che il genovese per la sua asprezza avrebbe scoraggiato anche il miglior commediografo a questo proposito va ricordata una storiella attribuita alla "Zenese" Nicoletta Conio moglie di Carlo Goldoni. Tale storiella vuole che il buon Dio dopo aver donato a Genova il mare, il monte, il sole, la natura florida, la bellezza delle donne ed un notevole commercio, sia stato costretto, per non ingelosire gli altri cittadini del mondo, a lesinare sulla lingua.
Gilberto Govi e' stato, come dice Gastone Geron, la voce ed il cuore di Genova, soprattutto di quella Genova commerciale e piccolo borghese delle madri che intrigano per ben maritare la figlia, dei padri apparentemente "inflessibili" che cedono il loro potere una volta superata la soglia domestica, dei piccoli intrallazi e risibili progetti di crescita sociale.
E' in questo contesto che Govi fa muovere i suoi personaggi, personaggi che un'esperienza di 50 di teatro ha portato ad essere maschere perfette di una nuova commedia, una commedia greca sotto la Lanterna.
Non c'e' eccesso, non c'e' esasperazione, l'avarizia e' piu' cosa di cui ridere che disprezzare, la rabbia e la violenza sono circoscritte a minacce piu' borbottate che urlate e L'ironia diventa l'arma unica per affrontare la vita con le sue difficolta'.
Gilberto Govi il cui vero nome era Amerigo Armando nasce il 22 ottobre 1885 a Genova , la sua famiglia vi era appena giunta da Mantova, anche se i suoi genitori erano di origini emiliane,(Modena il padre e Bologna la madre).
Frequenta per tre anni l'Accademia di belle arti ed in seguito a cio',all'eta' di sedici anni, viene assunto come disegnatore presso le Officine Elettriche Genovesi.
La sua passione per il teatro non tarda pero' a manifestarsi.
Nel 1914, dopo essersi iscritto all'Accademia filodrammatica italiana, comincia a recitare in alcune commedie per poi nel '17 fondare la sua prima compagnia: la "Compagnia dialettale genovese".
Il successo alivello nazionale non arriva subito, l'uso del dialetto ne ostacola l'uscita dal panorama regionale, ma finalmente nel 1923 a Milano la sua capacita' recitativa e mimica hanno ragione dell'incomprensione linguistica. Con la commedia di Bacigalupo "I manezzi pe maja na figgia" ottiene un meritato trionfo.
Trionfo che gli permettera' in seguito di lasciare l'impiego presso le officine elettriche per dedicarsi unicamente al teatro.
Da allora saranno tantissime le commedie da lui rappresentate, si dice 78, ma in realta' sembra siano molte di piu' come conferma il fatto che nel museo a lui dedicato si trovano oltre 150 copioni. Fra queste vale la pena di ricordare oltre alla gia' citata "Maneggi per maritare una figlia" anche altre perle quali "Pigna Secca e Pigna Verde", "Colpi di timone" ed "impresa Trasporti" .
Negli anni quaranta la polpolarita' lo porto' anche ad apparire sul grande schermo in: "Colpi di timone" (1942), "Che tempi!" (1947), "Il diavolo in convento" (1950), "Lui,lei e il nonno" (1961). Quest'ultimo film, girato quando aveva ormai 76 anni, si deve al fatto che sul finire degli anni '50( per l'esattezza nel '57) la Rai registro' e trasmise in diretta "Maneggi per maritare una figlia" e "Pigna Secca e Pigna Verde".
Ottennero un tale successo, che i dirigenti Rai dell'epoca( perche' dirigenti cosi' non ci sono piu'?) provviderono alla registrazione di un'altra decina di commedie ( molte delle quali stanno uscendo in questi giorni in cassetta).
Quest' ulteriore dimostrazione d'affetto da parte del pubblico costrinse Govi a rinunciare in parte all'idea di ritirarsi dalle scene per dedicarsi alla sua grande passione, le bocce.
Continuo' amche se con ritmo ridotto a calcare le tavole del palcoscenico sempre assieme a Caterina Franchi Gaioni che aveva sposato nel '17 e che da quasi mezzo secolo divideva con lui gloria e successo.
Mori' nella sua "Zena" il 28 aprile del 1966.
In quel giorno Genova perdeva il suo piu' grande interprete e l'Italia perdeva il sorriso.