(dalla seconda lettera di Drepania al nobile Drepanico)
"Eccellenza,
le invio questa lettera per riferirle che Filcino, il figlio del calzolaio, è stato al vostro monastero accompagnato dalla famiglia e dalla sua fidanzata Luisella, la povera ragazza triste privata della gioia del suo baldo amore ora tardo di comprendonio. Dopo due giorni abbiamo rivisto a Drepania la famiglia di Filcino e ho interrogato Marek, il padre di Filcino, sulle condizioni del figlio. Lui ci ha detto che si sono visti costretti a riportare a Drepania il giovane. Infatti il ragazzo ha comunicato ai congiunti, per quanto dotato ormai di un linguaggio limitatissimo, il suo malessere interiore e, riporto le parole del padre, avrebbe detto: "sto male qui, mi sento solo, a Drepania tutti mi vogliono bene e qui invece i monaci sono apatici e noiosi e anche se scemo non sono così babbo da rinchiudermi in convento". Detto ciò poi Luisella, la fidanzata di Filcino, il figlio del calzolaio, ha espresso le sue perplessità sullo stile di vita condotto dai monaci dicendo che secondo lei è impossibile che costoro abbiano fatto voto di castità. Ora, io mi sono preso la licenza di indagare e ho scoperto tramite Karima, la gentile pulzella delle "barracche", come le chiamano qui, che alcune donne sue colleghe si muovono notte tempo per visitare i monaci a apatici e noiosi che tanto poco annoiati sembrano essere. Per tale motivi le invio le richieste di un vitalizio da parte della famiglia di Filcino, il figlio del calzolaio; le preghiere di Luisella di avere al più presto il giovane sano e vigoroso, così lei ha detto, e i sospetti su questi monaci annoiati, ma non troppo.
In attesa della vostra nobile parole.
Yoren
cittadino di Drepania,
per nome della famiglia del giovane Filcino, il figlio del calzolaio
e per nome di Luisella, la povera ragazza triste."